Codice Civile art. 2929 - Nullità del processo esecutivo.

Donatella Salari

Nullità del processo esecutivo.

[I]. La nullità degli atti esecutivi [617 c.p.c.] che hanno preceduto la vendita o l'assegnazione non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, salvo il caso di collusione con il creditore procedente. Gli altri creditori non sono in nessun caso tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione.

Inquadramento

La disposizione contenuta nell'articolo in esame, come ha posto in luce la dottrina (Bonsignori, 279; Busnelli, 345; Tedoldi, 680), intende stabilizzare i risultati della vendita forzata e dell'assegnazione, tutelando la posizione dei terzi che hanno acquistato in applicazione particolare del principio generale di tutela affidamento incolpevole del terzo acquirente.

Il principio va, nondimeno, coordinato con quello del contraddittorio e, pertanto, la giurisprudenza di legittimità (Cass. III, n. 26930/2014) ha recentemente affermato che poiché l'avviso di vendita presidia il contraddittorio nel caso di nullità di detto atto la tutela dell'aggiudicatario a mente dell'art. 2929 è destinato a venire meno poiché essa presuppone la validità del procedimento di sub vendita anche in tema di espropriazione immobiliare esattoriale ('art. 78 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602) ove il pignoramento si esegue mediante la trascrizione di un avviso di vendita da notificare al debitore esecutato.

Inoltre la disposizione va letta come salvaguardia di quei vizi che attengono agli atti precedenti la vendita o l'assegnazione con la conseguenza che (Cass. III, n. 27526/2014) la disposizione in esame non elide le nullità che riguardino proprio la vendita o l'assegnazione o gli atti necessariamente ad essi prodromici, come nel caso di nullità dell'assegnazione di un bene mobile ex art. 529, comma 2 c.p.c.

L'effetto di stabilizzazione può verificarsi anche in via anticipata già con l'aggiudicazione, Infatti ai sensi della novella di cui all'art. 187 bis, disp. att. c.p.c. (art. 4 novies, comma 2, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni ed integrazioni, nella l. 14.5.2005, n. 80, sotto la rubrica «Intangibilità nei confronti dei terzi degli effetti degli atti esecutivi compiuti», con la finalità di confermare anche la corretta interpretazione della normativa in materia di esecuzione forzata, ossia anche in via retroattiva (Cass. S.U. n. 25507/2006; Cass. III, n. 3531/2009) rispetto alla stabilizzazione degli effetti dell'aggiudicazione — anche provvisoria, e ancor di più se definitiva e, comunque «in ogni caso di estinzione o di chiusura anticipata del processo esecutivo».

Ne deriva che in corso di esecuzione sia sopravvenuta l'aggiudicazione provvisoria e di poi l'estinzione del processo esecutivo in pendenza del termine per la presentazione delle eventuali offerte in aumento ex art. 584 c.p.c., gli effetti dell'aggiudicazione, sia pure non definitiva restano fermi nei confronti degli aggiudicatari poiché con la novella il legislatore ha inteso incidere sul contenuto dell'art. 632 c.p.c. rendendo impermeabili all'avvenuta estinzione tanto l'aggiudicazione provvisoria quanto l'assegnazione. In dottrina (Piselli, 20; Metafora, 1294; Bonsignori, 279).

A conferma di ciò anche Cass. S.U., n. 21110/2012 che specifica a proposito dell'intervenuto accertamento dell'inesistenza di un titolo idoneo non fa venir meno l'acquisto dell'immobile pignorato, salvo il diritto dell'esecutato di far proprio il ricavato della vendita e di agire per il risarcimento danno nei confronti dell'autore della condotta imprudente mentre la collusione tra acquirente e creditore precedente è tale ove involga il pregiudizio in danno dell'esecutato e pertanto secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. III, n. 18312/2014) in quanto la norma in commento si riferisce non alla semplice mancanza di diligenza dell'acquirente ma alla consapevolezza della nullità insieme all'esistenza di un accordo in danno all'esecutato intervenuto fra acquirente e credito.

Atti esecutivi e nullità

Da notare che non tutti gli «atti esecutivi» compiuti nel corso dell'intero processo di espropriazione, sono rilevanti ai fini della stabilizzazione che la norma in commento vuole salvaguardare: prova dell'affermazione sono gli artt. 530 e 569 c.p.c. che indicano l'udienza di autorizzazione alla vendita regola procedimentale di sbarramento quale termine preclusivo per la proposizione delle opposizioni agli atti esecutivi antecedenti.

In questo caso secondo la dottrina l'articolo in commento non sarebbe applicabile (Mazzarella, 583) come non è applicabile alla vendita o all'assegnazione che non costituiscono atti esecutivi (Bonsignori, 282) perché è lo stesso articolo in commento che ne presuppone la validità, così anche in giurisprudenza ha affermato in un caso di reclamo proposto dal fallito perché fossero esaminate una serie di eccezioni di nullità che erroneamente il tribunale ritenne precluse, ma che attenevano proprio all'ordinanza di vendita (Cass. I, 1, n. 3970/2004) Il principio ha trovato conferma anche in Cass. III, n. 27526/2014.

L'applicabilità

Secondo la dottrina rientrano nella previsione di cui all'art. 2929 tutti gli atti esecutivi di parte e anche i provvedimenti del giudice, antecedenti all'intera fase di aggiudicazione o di assegnazione che sfociano nella scelta dell'acquirente, ivi comprese le offerte (Bonsignori, 283).

Nel caso di vizio dell'offerta, la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 7659/2001), ha stante la natura negozial- processuale dell'offerta definitiva i vizi sostanziali si convertono in vizi di legittimità dell'ordinanza di aggiudicazione, da far valere solo nei modi e nei termini dell'opposizione agli atti esecutivi. Ne deriva che essi non possono essere dedotti, dopo la chiusura del processo esecutivo, con autonoma domanda d'accertamento. Pertanto ove siano state programmate particolari forme di pubblicità ulteriori rispetto a quelle minime di cui all'art. 490 c.p.c. esse devono essere compiutamente osservate a tutela dell'uguaglianza e parità di condizioni tra tutti i potenziali partecipanti alla gara, in conformità dei principi di affidamento e di legalità e trasparenza e complessiva del procedimento con la conseguenza che la violazione di quelle prescrizioni rende illegittimità l'aggiudicazione, deducibile da tutti gli interessati compreso il debitore (Cass n. 9255/2015).

Nel caso di vizio derivante dall'offerta di un prezzo d'acquisto inferiore all'aggiudicazione esso non sarò opponibile agli acquirenti o agli assegnatari, con la conseguenza che troverà applicazione il principio dell'art. 2929 (Cass. III, n. 1639/2000), conformemente alla dottrina (Auletta, 460).

L'articolo in commento troverà applicazione in uno con l'inopponibilità all'acquirente o all'assegnatario della nullità, salvo il caso di loro collusione con il creditore procedente, trova applicazione in tutti i casi di nullità formali anteriori alla vendita o all'assegnazione e del pari secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 7991/2010) va dichiarata inammissibile l'opposizione agli atti esecutivi con cui il debitore denunzi un vizio formale verificatosi prima della vendita, qualora sia proposta dopo che la vendita è già stata compiuta, altra questione è quella della collusione del creditore procedente che consente a mente della disposizione in commento una sorta di rimessione in termini (non contemplata dalle norme processuali) dell'interessato che intende proporre un'azione di nullità della fase conclusiva del procedimento di espropriazione, indipendentemente dalla proposizione dell' opposizione agli atti esecutivi (Busnelli, 347). Si tratta di una condotta che presuppone una dolosa ideazione del comportamento dell'acquirente in pregiudizio dell'esecutato e che prescinde dall'eventuale difetto di diligenza del terzo acquirente. Pertanto, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che l'espressione «collusione con il creditore procedente» recata dall'art. 2929 va riferita all'ipotesi in cui l'acquirente o l'assegnatario sia persona diversa dal creditore procedente, giacché la collusione implica il coinvolgimento di almeno due persone. È quindi da credere che essa faccia riferimento ad una sorta di dolo bilaterale.

Casistica

La portata generale dell'art. 2929 a tutti i tipi di processo espropriativo è stata esclusa dalla giurisprudenza di legittimità nel caso di espropriazione presso terzi, sul presupposto dell'assenza di atti del processo esecutivo anteriori all'assegnazione dei quali possa esser dichiarata la nullità (Cass. III, 2926/1997), mentre è da credere che la disposizione in commento sembra applicabile in esito al rinvio di cui all'art. 788 c.p.c. — anche alla vendita di immobili disposta nell'ambito del giudizio di divisione (Trib. Napoli 10 aprile 2002).

Non è da dubitare che la disposizione in commento possa essere applicata anche nelle vendite fallimentari, comprese quelle a trattativa privata.

Bibliografia

Auletta, Orientamenti sull'actio nullitatis nel processo esecutivo, in Riv. esecuz. forzata 2000; Bonsignori, Effetti della vendita e dell'assegnazione, in Comm. S., Milano, 1988; Bove, Il bene pignorato ed espropriato tra diritto processuale e diritto sostanziale, in judicium.it; Busnelli, Della tutela giurisdizionale dei diritti, in Comm. Bigliazzi Geri-Busnelli-Ferrucci, VI, 4, Torino, 1980; Caringella, Buffoni, Della Valle, Codice Civile Annotato con la giurisprudenza, Roma, 2012; Colesanti, Osservazioni (inutili) in tema di revocatoria e assegnazione giudiziale di crediti, in Banca borsa tit. cred. 2004; Mazzamuto, L'esecuzione forzata, in Tr. Res., 20, Torino, 1985; Mazzarella, Vendita forzata, in Enc. dir., XLVI, Milano, 1993; Metafora, La stabilità nell'aggiudicazione provvisoria e la successiva estinzione del processo esecutivo, in Foro it. 2008; Nanni, Inopponibilità della locazione all'aggiudicatario per viltà del canone, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1991; Paluchowski, L'applicazione delle norme sulle espropriazioni individuali alle vendite fallimentari, in Espropriazioni individuali e fallimenti, Milano, 2001; Piselli, Un nuovo bilanciamento di interessi che tutela la posizione del terzo, in Guida dir. 2007; Satta, Punzi, Diritto processuale civile, Padova, 1996; Tedoldi, Vendita e assegnazione forzata, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999; Tedoldi, L'opponibilità delle locazioni ad uso abitativo all'acquirente di immobile sottoposto a vendita forzata, in Riv. esecuz. forzata 2000; Vaccarella, A proposito dei rapporti tra art. 2923 c.c. e l. n. 431 del 1998, in Riv. esecuz. forzata 2000; Valerio, La revoca del requisito di agibilità dell'immobile non determina la nullità del decreto di trasferimento. Nota a Cassazione civile, 29 gennaio 2016, n.1669, sez. III, in Dir. e giust. 2016; Vanz, L'espropriazione dell'immobile locato, Milano, 1997.

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