Codice Civile art. 2937 - Rinunzia alla prescrizione.Rinunzia alla prescrizione. [I]. Non può rinunziare alla prescrizione chi non può disporre validamente del diritto. [II]. Si può rinunziare alla prescrizione solo quando questa è compiuta. [III]. La rinunzia può risultare da un fatto incompatibile con la volontà di valersi della prescrizione. InquadramentoLa norma in esame continua, al pari delle precedenti, a delineare l'istituto della prescrizione allo scopo di soddisfare l'esigenza di ordine pubblico di fornire certezza e stabilità ai rapporti giuridici. Le disposizioni a riguardo sono pertanto inderogabili e si dispone la nullità di qualsiasi patto che miri ad operare modifiche alla disciplina legale. La rinuncia come atto di disposizione e la capacità del rinuncianteLa dottrina individua nella rinuncia un atto di disposizione avente ad oggetto il diritto di liberarsi dal rapporto giuridico preesistente e pertanto dalla pretesa, fondata o infondata, dell'altra parte (Nicolò, 915). Ai fini della validità della rinuncia è necessario valutare se il prescrivente abbia la capacità di disporre e la volontà consapevole (Roselli, Vitucci, 461). Pertanto si considerano privi del potere di rinuncia il minore e l'inabilitato privi di assistenza ed autorizzazione, il fallito, l'interdetto, i rappresentati dotati di soli poteri di ordinaria amministrazione, il curatore dell'eredità giacente e colui che viene immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente in quanto tutti privi di legittimazione (Azzariti, Scarpello, 236). Natura giuridicaLa rinuncia alla prescrizione, secondo l'opinione dominante, è un negozio unilaterale (Azzariti, Scarpello, 235), suscettibile di essere contenuto in un contratto. A detta di alcuni autori la stessa si qualifica come negozio unilaterale con struttura bilaterale (Benedetti, 121); altri affermano il carattere recettizio della rinuncia, sul presupposto che gli effetti di essa si producono solo quando la controparte ha conoscenza dell'atto (Auricchio, 86). Secondo Cass. II n. 1363/2018 la rinuncia agli effetti d'acquisto del possesso per usucapione non impone l'uso della forma scritta a pena di nullità ex l'art. 1350 n. 5, considerato che detta rinuncia non riguarda un diritto di proprietà già acquisito, ma solo la tutela finalizzata a garantire la stabilità dei rapporti giuridici. . Rinuncia tacita ed espressaLa rinuncia può essere espressa e tacita. Secondo Cass. z. VI - III, n. 2157 /2022 considerato che l'obbligazione di pagamento di una somma di danaro è distinta da quella di pagamento degli interessi su di essa, è possibile che il debitore rinunci alla prescrizione dell'una senza che ciò implichi anche la rinuncia a quella dell'altra e pertanto va cassata la sentenza di merito che aveva ritenuto che il pagamento degli interessi fino a una certa data, da parte dei mutuatari di una somma di denaro, integrasse riconoscimento del debito relativo alla somma capitale, con conseguente rinuncia a far valere la relativa prescrizione Forma e provaNessun requisito di forma è richiesto per la validità della rinuncia alla prescrizione (Azzariti, Scarpello, 236). EffettiUna parte della dottrina ritiene che la rinuncia comporti reviviscenza della situazione giuridica altrui, nel senso che il diritto rimane efficace come se la prescrizione non si fosse mai verificata (Azzariti, Scarpello, 234). Altri autori invece affermano che a seguito della scadenza del termine prescrizionale il rapporto non si estingue ma si modifica, nel senso che è suscettibile di essere estinto mediante l'opposizione dell'eccezione, sicché a seguito della rinuncia il rapporto è assoggettato ad un nuovo termine di prescrizione ordinaria (Troisi 160). BibliografiaAuricchio, Appunti sulla prescrizione, Napoli, 1971; Azzariti, Scarpello, Della prescrizione e della decadenza, in Comm. S.B., sub artt. 2934-2969, Bologna-Roma, 1977; Benedetti, Dal contratto al negozio giuridico unilaterale, Milano, 1969; Bigliazzi Geri, Breccia, Busnelli, Natoli, Diritto civile e commerciale, I, Torino, 1990; Ferrucci, Della prescrizione e della decadenza, in Comm. cod. civ., Torino, 1980; Gazzoni, Manuale di diritto privato, Napoli, 1996; Iannaccone, La prescrizione, II, in Comm. S., Milano, 1999; Messineo, Manuale di diritto civile e commerciale, I, Milano, 1957; Messineo, Variazioni sul concetto di «rinunzia alla prescrizione», in Riv. trim. dir. proc. civ. 1957; Nicolò, Azione surrogatoria e azione revocatoria, in Raccolta di scritti, Milano, 1980; Panza, Contributo allo studio della prescrizione, Napoli, 1984; Panza, Prescrizione, in Dig. civ., XIV, Torino, 1996; Perlingieri, Rapporto preliminare e servitù su «edificio da costruire», Napoli, 1966; Pugliese, Usufrutto, uso e abitazione, in Tr. Vas., Torino, 1972; Romano, L'ordinamento giuridico, Firenze, 1951; Roselli, Vitucci, La prescrizione e la decadenza, in Tr. Res., 20, Torino, 1998; Ruperto, Prescrizione e decadenza, in Comm. Utet, Torino, 1985; Troisi, La prescrizione come procedimento, Napoli, 1980; Vitucci, La prescrizione, in Comm. S., Milano, 1990; Vitucci, Prescrizione, in Enc. giur., XXIV, Roma, 1991. |