Codice Civile art. 2952 - Prescrizione in materia di assicurazione.Prescrizione in materia di assicurazione. [I]. Il diritto al pagamento delle rate di premio si prescrive in un anno dalle singole scadenze [1882 ss.]. [II]. Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione e dal contratto di riassicurazione si prescrivono in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda, ad esclusione del contratto di assicurazione sulla vita i cui diritti si prescrivono in dieci anni 12. [III]. Nell'assicurazione della responsabilità civile [1917], il termine decorre dal giorno in cui il terzo ha richiesto il risarcimento all'assicurato o ha promosso contro di questo l'azione. [IV]. La comunicazione all'assicuratore della richiesta del terzo danneggiato o dell'azione da questo proposta sospende il corso della prescrizione finché il credito del danneggiato non sia divenuto liquido ed esigibile oppure il diritto del terzo danneggiato non sia prescritto. [V]. La disposizione del comma precedente si applica all'azione del riassicurato verso il riassicuratore per il pagamento dell'indennità [1928 ss.].
[1] Comma sostituito dall'art. 22, comma 14, d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, e modificato in sede di conversione dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221. Il testo del d.l prima della conversione, recitava: «Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione e dal contratto di riassicurazione si prescrivono in dieci anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda». Il testo prima dell'intervento del d.l. era: «Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione e dal contratto di riassicurazione si prescrivono in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda». Precedentemente il comma era già stato sostituito dall'art. 3, comma 2 ter, del d.l. 28 agosto 2008, n. 134, conv., con modif., in l. 27 ottobre 2008, n. 166. Il testo precedente a tale modifica recitava: «Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione si prescrivono in un anno e quelli derivanti dal contratto di riassicurazione in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda». [2] La Corte cost. 7 febbraio 2024, n. 32, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 2952, secondo comma, del codice civile, nel testo introdotto dall’art. 3, comma 2-ter, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134 (Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi), convertito, con modificazioni, nella legge 27 ottobre 2008, n. 166, e antecedente a quello sostituito con l’art. 22, comma 14, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese), convertito, con modificazioni, nella legge 17 dicembre 2012, n. 221, nella parte in cui non prevede l’esclusione, dal termine di prescrizione biennale, dei diritti che derivano dai contratti di assicurazione sulla vita, per i quali opera la prescrizione decennale. InquadramentoSi ritiene che le disposizioni sulla prescrizione in materia di assicurazioni private — relative a due tipi di prescrizioni brevi, quella annuale per il diritto al pagamento delle rate di premio e per gli altri diritti derivanti dall'assicurazione, e quella biennale per i diritti derivanti dal contrattuale di riassicurazione ( novella di cui all'art. 3 d.l. 28 agosto 2008, n. 134 — non si applichino a rapporti analoghi a quello assicurativo o solo occasionalmente connessi con questo. Nondimeno la giurisprudenza di legittimità ha ritenuto che la disposizione trovi applicazione anche nel caso di assicurazione fideiussoria (Cass. III, n. 16283/2015) previa verifica della concreta volontà delle parti mediante l'esame e la interpretazione delle clausole di polizza, che le parti hanno predisposto. Ambito applicativoSecondo la Cass. VI - III, n. 17543/2018 con riferimento all'art. 2952, comma 4, una volta effettuata, la comunicazione all'assicuratore della richiesta risarcitoria da parte del terzo danneggiato si determina la sospensione della prescrizione dei diritti derivanti dal contratto assicurativo fino al passaggio in giudicato della sentenza che abbia reso liquido ed esigibile il credito risarcitorio del terzo. Da notare che questa prescrizione riguarda non solo i diritti espressamente pattuiti nel contratto, ma anche quelli che traggono fonte direttamente dalla legge (Cass. III, n. 11510/1997) non, invece, quelli che sorgono, o sono fatti valere dall'assicurato o dall'assicuratore, sulla base di altro titolo (Cass. n. 11052/2002), nonché per le voci accessorie degli interessi legali e del maggior danno (Cass. III, n. 7362/2000) mentre nel caso di pagamenti parziali il termine decorre autonomamente per ciascuno di essi (Cass. III, n. 4363/1997). Nel caso di sottrazione del veicolo assicurato soggetto ad ipoteca, la giurisprudenza di legittimità ha affermato che la destinazione obbligata dell'indennità a favore del creditore ipotecario fa sì che l'azione diretta per il pagamento della suddetta indennità soggiaccia al termine prescrizionale annuale ex art. 2952 (Cass. III, n. 15038/2005). Da ricordare che la Corte Costituzionale (Corte cost. 24 maggio 2000, n. 153) ha disattesola la questione di legittimità costituzionale dell'art. 2952, comma 2, sollevata con riferimento al principio di uguaglianza nella parte in cui livella con lo stesso termine di prescrizione i diritti di credito derivanti dai contratti di assicurazione contro gli infortuni e di quelli derivanti dai contratti di assicurazione contro i danni. Come segnalato in epigrafe con il d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221, era stato novellato il comma 2 della norma in commento, innalzando da due a dieci anni il termine di prescrizione dei diritti nascenti dal contratto di assicurazione e di riassicurazione, diversi da quello al pagamento delle rate di premio. Si tratta di una disposizione diretta a favorire i consumatori e, in particolare ai fini della riscossione delle polizze vita e tale in sede di conversione il termine decennale è rimasto solo per le polizze vita. DecorrenzaIn tema di assicurazione privata contro gli infortuni, la fattispecie costitutiva del diritto all'indennizzo si perfeziona solo nel momento in cui l'evento lesivo o morboso si traduca o si evidenzi in uno dei fatti coperti dalla garanzia assicurativa, con la conseguenza che, da questo momento, decorre la prescrizione annuale ai di cui alla norma in commento (Cass. III, n. 2587/2002). Secondo il giudice di legittimità il termine di prescrizione breve di cui all'art. 2952, comma 2, c.c. decorre dal giorno in cui il terzo ha promosso l'azione risarcitoria nei confronti dell'assicurato e non dalla precedente domanda di accertamento tecnico preventivo (Cass. III, n. 11581/20209). Nell'ipotesi in cui dall'infortunio, sia derivati postumi di invalidità di carattere permanente, il termine di prescrizione del diritto all'indennizzo decorre, ex art. 2952, comma 2, dal verificarsi dell'evento lesivo previsto dalla polizza e, dunque, dal momento in cui emerga lo stato di invalidità permanente coperto dalla stessa, sicché l'assicuratore che intenda opporre la prescrizione del diritto fatto valere dall'assicurato ha l'onere di provare non già la data di verificazione del sinistro, ma quella in cui si è manifestato lo stato di invalidità conseguente allo stesso (Cass. III, n. 14420/2016). Nell'assicurazione contro i danni, la previsione della perizia contrattuale, produce un effetto sospensivo rispetto alla decorrenza del relativo termine di prescrizione ex art. 2952, comma 2, mentre nei casi ordinari (Cass. III, n. 6296/2013) poiché la prescrizione del diritto dell'assicurato all'indennità decorre dalla data in cui il diritto medesimo può essere esercitato, il termine iniziale della decorrenza della prescrizione va individuato nel momento in cui il danneggiato, per la prima volta, ha formulato in via giudiziale o stragiudiziale la sua richiesta, anche se il ristoro sia richiesto in forma specifica e non solo per equivalente monetario. Secondo il giudice di legittimità, la sospensione del termine di prescrizione prevista dall'art. 2952, comma 4, c.c., in caso di comunicazione all'assicuratore della richiesta del terzo danneggiato, riguarda unicamente la specifica ipotesi dell'assicurazione della responsabilità civile (Cass. III , n. 541/2020). Al riguardo si osserva che la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 2952, secondo comma, del codice civile, nel testo introdotto dall'art. 3, comma 2-ter, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134 (Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi), convertito, con modificazioni, nella legge 27 ottobre 2008, n. 166, e antecedente a quello sostituito con l'art. 22, comma 14, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese), convertito, con modificazioni, nella legge 17 dicembre 2012, n. 221, nella parte in cui non prevede l'esclusione, dal termine di prescrizione biennale, dei diritti che derivano dai contratti di assicurazione sulla vita, per i quali opera la prescrizione decennale (Corte cost. n. 32/2024). In particolare, si è osservato che la norma censurata vìola l'art. 3 Cost., essa, al contempo, contrasta con l'art. 47 Cost., che «tutela il risparmio in tutte le sue forme», poiché sacrifica diritti che, in virtù del contratto di assicurazione sulla vita, derivano dal risparmio previdenziale.
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