Assuntore di concordato creditore: voto e inserimento in apposita classe

11 Luglio 2016

L'assuntore di un concordato preventivo, che sia anche creditore della società proponente, può essere ammesso al voto e, soprattutto, può essere inserito come unico creditore in apposita classe?

L'assuntore di un concordato preventivo, che sia anche creditore della società proponente, può essere ammesso al voto e, soprattutto, può essere inserito come unico creditore in apposita classe?

L'assuntore nel concordato preventivo. L'art. 160, comma 1, lett. b), l. fall. consente al piano per l'accesso alla procedura di concordato preventivo di prevedere l'attribuzione delle attività delle imprese interessate dalla relativa proposta ad un assuntore, precisando che possono rivestire tale figura anche i creditori o società da questi partecipate o da costituire nel corso della procedura. In linea generale, l'adempimento degli obblighi dell'assuntore può avvenire sia con mezzi propri, sia con i proventi del ricavato dei beni del debitore, sia ancora con attribuzione ai creditori delle partecipazioni di una società dell'assuntore stesso o da questi costituita nel corso della procedura. In quest'ultima ipotesi i creditori conseguono, pertanto, il soddisfacimento delle proprie ragioni attraverso gli eventuali utili rivenienti dalla società “veicolo”, facendosi carico del relativo rischio d'impresa.

L'esercizio del diritto di voto dell'assuntore creditore. Con specifico riferimento al quesito posto, una prima questione da affrontare attiene al se l'assuntore, che sia creditore dell'impresa in concordato preventivo, possa esercitare il diritto di voto o, al contrario, abbia un conflitto d'interesse tale da impedirgli l'espressione del voto. In termini generali, l'esistenza di una posizione di conflitto di interessi tra soggetti acquisisce giuridica rilevanza quale causa di vizio di un atto o di fonte di risarcimento del danno qualora vi sia un contrasto tra un centro autonomo di interessi e il suo rappresentante e, quindi, quando uno stesso soggetto compia un atto o manifesti una volontà rivestendo contemporaneamente due ruoli che potenzialmente potrebbero comportare scelte differenti.

Sulla questione, l'art. 177, comma 4, l. fall. individua espressamente le fattispecie di conflitto di interessi, prevedendo l'esclusione del diritto di voto e dal computo delle maggioranze per il coniuge del debitore; i parenti e gli affini fino al quarto grado del medesimo; per la società che controlla la società debitrice; per le società da questa controllate e quelle sottoposte a comune controllo; per i cessionari o aggiudicatari dei loro crediti da meno di un anno prima della proposta di concordato. Tale disposizione è considerata dalla giurisprudenza di merito norma eccezionale soggetta ad interpretazione restrittiva, non suscettibile, conseguentemente, di interpretazione analogica (così Trib. Mantova 7 marzo 2013. In senso conforme Trib. Reggio Emilia 1 marzo 2007; Trib. Teramo 24 giugno 2014, secondo cui il legislatore ha espressamente disciplinato i casi di rilevanza del conflitto, con ciò implicitamente affermando che la partecipazione al voto è la norma, mentre l'esclusione costituisce eccezione che deve essere espressamente prevista). Nello stesso senso si è espressa anche la Corte Costituzionale, 10 febbraio 2011, la quale ha evidenziato come il legislatore non ha inserito una norma generale sul conflitto di interessi nell'ambito delle votazioni, ma ne ha, al contrario, implicitamente escluso la sussistenza disciplinando specificamente i casi di rilevanza del conflitto, così che la partecipazione al voto costituisce la regola, mentre l'esclusione costituisce un'eccezione e, come tale, deve essere espressamente prevista.

Tuttavia l'assuntore ha un interesse diretto all'ammissione del concordato assimilabile a quello del debitore proponente, che, non vi è necessità di dirlo, proprio per questo non può votare.

Alla luce di tale ragione deve ritenersi che comunque l'assuntore del concordato preventivo creditore non possa votare.

La collocazione del creditore assuntore in apposita classe. Un'ulteriore aspetto da analizzare concerne la possibilità per il creditore assuntore di essere inserito in apposita classe ai sensi dell'art. 160, comma 1, lett. c), l. fall., che, come noto, consente al già citato piano concordatario la suddivisone dei creditori in classi sulla base di “posizione giuridica ed interessi economici omogenei”. La predetta disposizione lascia quindi al debitore ampia libertà nella formazione delle classi creditorie, quale atto “negoziale, di natura unilaterale e non vincolato nelle forme” (così Trib. Modena 26 novembre 2006), prevedendo quali unici criteri quelli della “omogeneità” di “posizione giuridica” e di “interessi economici”.

Tanto precisato, si può discutere in merito all'ammissibilità di una classe riferita ad un solo creditore. Al riguardo parte della dottrina e della giurisprudenza (cfr. App. Torino 3 novembre 2009; Trib. Ivrea 9 marzo 2010) ha ritenuto che la formazione di una classe possa riferirsi anche ad un creditore soltanto, qualora nella fattispecie concreta vi sia un unico soggetto che possegga posizione giuridica ed interesse economico omogeneo (come, a titolo esemplificativo, un creditore ipotecario sull'unico bene aziendale), anche se lo stesso requisito dell'omogeneità dovrebbe riferirsi a più posizioni per avere la sua ragion d'essere. Recente giurisprudenza di merito, infatti, ha considerato inammissibile la proposta di concordato la quale preveda la formazione di due classi su tre composte da un solo creditore, senza che siano state indicate le ragioni che giustificano la deroga alla regola generale, desumibile dall'art. 160, l. fall., della formazione della classe mediante l'inserimento di una pluralità di crediti suddivisi secondo posizione giuridica e interessi economici omogenei (v. Trib. Asti 11 febbraio 2016).

Nel caso dell'assuntore, peraltro, la formazione della classe sembrerebbe destinata solo a consentire l'espressione di voto, che, come appena detto, non è possibile, e non avrebbe neppure la finalità di individuare il trattamento satisfattivo da destinare all'assuntore stesso, ipotesi in sé contraddittoria.

In considerazione di quanto sopra, pare lecito ritenere inammissibile l'inserimento dell'assuntore, creditore della società in concordato, in un'apposita classe, tanto meno quale unico creditore.

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