Il rango delle spese di soccombenza a carico del debitore concordatario
16 Novembre 2016
In una procedura di concordato preventivo con continuità aziendale, la condanna al pagamento delle spese legali in favore della controparte contenuta in una sentenza emanata successivamente all'ammissione del concordato ma relativa ad un giudizio introdotto anteriormente, determina l'insorgenza di un credito chirografario prendendosi a riferimento la data di introduzione del giudizio o in prededuzione in ragione della pronuncia sulle spese contenuta in una sentenza successiva alla ammissione alla procedura?
Il regime della prededuzione. In merito alla prededuzione nel concordato preventivo è pacifica la suddivisione tra:
Le tesi a confronto. Il regime del credito derivante dalla condanna alla rifusione delle spese legali contenuta in una sentenza successiva all'ammissione del concordato ma relativa ad un giudizio introdotto anteriormente non ha un'univoca risposta. In proposito, infatti, non vi è concordanza sul considerare anteriore o posteriore il c.d. “fatto genetico” del credito rispetto alla pubblicazione presso il registro delle imprese del deposito della domanda concordataria. Una tesi che ha trovato seguito in una sentenza del Tribunale di Reggio Emilia (Trib. Reggio Emilia, 6 febbraio 2013, n. 216) ritiene che la condanna alla rifusione delle spese di una lite cominciata prima dell'apertura del concordato e contenuta in una sentenza emessa successivamente trova causa in fatti generatori accaduti in precedenza. Di conseguenza, secondo tale opinione, la condanna alle spese di lite deve essere fatta risalire ad un momento antecedente alla sua emissione, in quanto tale condanna origina in fatti costitutivi (l'azione o la resistenza in giudizio) anteriori. Per il Tribunale di Reggio Emilia, dunque, il credito da spese legali vantato dalla parte vittoriosa può quindi essere considerato anteriore all'apertura della procedura, poiché lo stesso, seppur contenuto in una pronuncia giudiziale successiva al decreto di ammissione al concordato, trova il proprio fondamento in un fatto costitutivo verificatosi in epoca precedente, con conseguente attribuzione del rango concorsuale a tale credito. Tuttavia, un opposto orientamento sostenuto in dottrina (Cosentino, Giorgetti, Manfredi) ritiene che il credito da spese legali sorga al momento della sentenza che stabilisce sulle spese e della contestuale liquidazione, con conseguente applicazione del beneficio della prededuzione. Infatti, posto che pacificamente possano essere considerati prededucibili crediti anche anteriori al concordato quando siano sorti in occasione o in funzione della procedura, le spese legali - pur collegate alle prestazioni effettuate dal legale nel corso del tempo - tuttavia vengono poste a carico del debitore solo con la sentenza che decide sul credito. Tale orientamento trae spunto dall'art. 111 della l. fall., il quale prevede che siano prededucibili non solo i crediti sorti “in funzione” della procedura concorsuale (come tipicamente i crediti dei professionisti che hanno prestato la loro attività per l'ammissione del debitore alla procedura concorsuale), ma anche i crediti sorti “in occasione” di tale procedura, di talché il debito derivante dalla condanna al pagamento delle spese legali, sorte nel corso della procedura concordataria, si è temporalmente generato “in occasione” della procedura concordataria, ossia durante questa. Pertanto, atteso che gli onorari si determinano esclusivamente con la sentenza, ai fini della prededuzione occorrerà avere riguardo al momento in cui è stata portata a termine la complessiva prestazione professionale, per cui tali onorari dovrebbero beneficiare del rango della prededucibilità.
Conclusioni. Pur nell'impossibilità di una soluzione univoca, parrebbe doversi assegnare prevalenza all'orientamento che individua quale presupposto dell'obbligo di rifondere le spese la soccombenza, a sua volta quest'ultima trova causa nelle difese svolte dalle parti in controversia. Infatti, secondo la Cassazione «nel concetto di causa [deve] essere incluso ogni fatto generatore, anche non immediato, del credito, al fine di riservare, come è intendimento del legislatore, a tutti coloro che traggano le loro ragioni creditorie da data precedente alla proposta, il trattamento promesso dal debitore» (così Cass. 16737/2007). Nella fattispecie, il primo “fatto generatore” è individuabile nel diritto, preesistente alla procedura concorsuale, fatto valere in un giudizio introdotto anteriormente alla domanda di concordato preventivo. Pertanto, atteso che le spese di lite sono accessori di un diritto di credito che andrà soddisfatto con rango concorsuale, in virtù del principio accessorium sequitur principale,anche il credito derivante dalla condanna alle spese avrà tale grado, in quanto trova causa nella proposizione della domanda giudiziale anteriore alla pubblicazione della domanda concordataria. |