La prededuzione del compenso dell'amministratore giudiziario

La Redazione
05 Dicembre 2016

Il decreto di liquidazione emanato dal Tribunale per l'attività svolta dall'amministratore giudiziario nel sequestro preventivo della società poi fallita, consente l'ammissione al passivo del credito in esso consacrato.

Il decreto di liquidazione emanato dal Tribunale per l'attività svolta dall'amministratore giudiziario nel sequestro preventivo della società poi fallita, consente l'ammissione al passivo del credito in esso consacrato. Tale provvedimento, essendo stato emanato dall'autorità giurisdizionale penale, rientra fra quei provvedimenti per i quali è necessaria, ai fini dell'esclusione dal passivo fallimentare, la relativa impugnazione, in mancanza della quale, deve senz'altro ammettersi il relativo credito, a cui deve inoltre essere riconosciuta la relativa prededuzione.

L'art. 111, comma 2, l. fall. definisce come prededucibili quei crediti così qualificati da una specifica disposizione di legge e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali. Orbene un credito può ritenersi sorto «in funzione» della procedura concorsuale quando, pur non derivando da attività direttamente svolta dagli organi della procedura, risulti comunque alla stessa strumentale e quindi in definitiva destinato ad avvantaggiare il ceto creditorio nella sua globalità (cd. criterio funzionale).

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