Codice Civile art. 2635 ter - Pene accessorie 1Pene accessorie1 [I]. La condanna per il reato di cui all'articolo 2635, primo comma, importa in ogni caso l'interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese di cui all'articolo 32-bis del codice penale nei confronti di chi sia già stato condannato per il medesimo reato o per quello di cui all'articolo 2635-bis, secondo comma. [1] Articolo inserito dall'art. 5, comma 1, d.lgs. 15 marzo 2017, n. 38. InquadramentoL'art. 2635-ter, introdotto dal D.lgs. n. 38/2017, « Attuazione alla decisione quadro/568/GAI del Consiglio del 22 luglio 2003, relativa alla lotta alla corruzione nel settore privato », prevede che in caso di condanna per il reato di cui al primo comma, dell'art. 2635 (corruzione passiva tra privati) sia applicata la pena accessoria della interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese di cui all'art. 32-bis c.p. nei confronti dei soggetti che siano già stati condannati per il medesimo reato o per quello di cui al secondo comma all'art. 2635-bis (istigazione passiva alla corruzione tra privati). Le novitàLa condanna per il reato di cui all'art. 2635, comma 1, (corruzione passiva dell'intraneo) importa in ogni caso l'interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese di cui all'art. 32-bis c.p. nei confronti di chi sia già stato condannato per il medesimo reato o per quello di cui all'art. 2635-bis, secondo comma (istigazione passiva alla corruzione). In base all'ordinaria disciplina dell'art. 32-bis c.p. l'interdizione temporanea (da un mese a cinque anni, in base all'art. 30 c.p.) dagli uffici direttivi delle persone giuridiche conseguirebbe ad ogni condanna alla reclusione non inferiore a sei mesi per delitti commessi con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti all'ufficio (Di Vizio). La pena accessoria priva il condannato della capacità di esercitare, durante l'interdizione, l'ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell'imprenditore. Nelle versione definitiva, quindi, è stata temperata la severità dell'originaria previsione dello schema di decreto legislativo posto alla valutazione delle commissioni parlamentari. Ancora nella versione trasmessa alla presidenza del Senato in data 16 dicembre 2016, era previsto che la prima condanna (dunque anche in difetto di recidiva specifica) per una qualsiasi delle fattispecie di cui agli artt. 2635 e 2635-bis (quindi anche per le forme di corruzione passiva consumata da soggetti sottoposti alla altrui vigilanza e coordinamento oltre che per le corruzioni e le istigazioni attive) comportasse, in ogni caso, la pena accessoria anzidetta (Di Vizio). BibliografiaDi Vizio,La riforma della corruzione tra privati, Il quotidiano giuridico, in Quot. giur. 2017. |