La divisione endoesecutiva nel fallimento
05 Aprile 2017
Le norme sulla divisione endoesecutiva appaiono compatibili coi poteri e con la funzione del Giudice Delegato limitatamente alla fase di convocazione dei comproprietari del bene indiviso al fine di tentare la separazione in natura della quota di pertinenza del fallimento o al fine di procedere alla vendita transattiva della quota.
È da escludere che il Giudice Delegato possa trattare il giudizio di divisione eventualmente autorizzato a norma dell'art. 600, comma 2, cpc, ostando il comma 2 dell'art. 25 l.fall. e, più in generale, l'assenza di previsione normativa che consenta al GD, che ha funzioni di vigilanza e controllo sulla regolarità della procedura ex art. 25, comma 1, l.fall., di statuire su diritti diversi da quelli facenti parte dell'attivo fallimentare, né detta base giuridica appare potersi ricavare dalla “delega” liquidatoria ricevuta dal curatore ex art. 107, comma 2, l.fall. |