Elenco dei creditori che hanno fatto domanda di ammissione al passivo fallimentareInquadramentoAi sensi dell'art. 95 l.fall., nel testo vigente sostituito dall'art. 80 del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, aggiornato dall'art. 6, comma 2, del d.lgs. 12 settembre 2007, n. 169; dall'art. 17, comma 1, lett. f), del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179 e dall'art. 6, comma 1, lett. b), del d.l. 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla l. 30 giugno 2016, n. 119, il curatore fallimentare esamina le domande di cui all'art. 93 l.fall. e predispone elenchi separati dei creditori e dei titolari dei diritti su beni mobili ed immobili di proprietà od in possesso del fallito, rassegnando per ciascuno le sue motivate conclusioni. Il curatore fallimentare può eccepire i fatti estintivi, modificativi od impeditivi del diritto fatto valere, nonché l'inefficacia del titolo su cui sono fondati il credito o la prelazione, anche se è prescritta la relativa azione. Il curatore fallimentare deposita il progetto di stato passivo corredato dalle relative domande nella cancelleria del tribunale almeno quindici giorni prima dell'udienza fissata per l'esame dello stato passivo e nello stesso termine lo trasmette ai creditori e ai titolari di diritti sui beni all'indirizzo indicato nella domanda di ammissione al passivo. I creditori, i titolari di diritti sui beni ed il fallito possono esaminare il progetto e presentare al curatore, con le modalità indicate dall'art. 93 l. fall., secondo comma, osservazioni scritte e documenti integrativi fino a cinque giorni prima dell'udienza. All'udienza fissata per l'esame dello stato passivo, il giudice delegato, anche in assenza delle parti, decide su ciascuna domanda, nei limiti delle conclusioni formulate ed avuto riguardo alle eccezioni del curatore, a quelle rilevabili d'ufficio ed a quelle formulate dagli altri interessati. Il giudice delegato può procedere ad atti di istruzione su richiesta delle parti, compatibilmente con le esigenze di speditezza del procedimento. In relazione al numero dei creditori e alla entità del passivo, il giudice delegato può stabilire che l'udienza sia svolta in via telematica con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e l'effettiva partecipazione dei creditori, anche utilizzando le strutture informatiche messe a disposizione della procedura da soggetti terzi. Delle operazioni si redige processo verbale. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. FALL. ELENCO DOMANDE DI AMMISSIONE AL PASSIVO FALLIMENTARE In relazione a ciascuna riga va indicato: NUMERO, GENERALITA' CREDITORE, INDIRIZZO, DATA DI DEPOSITO DOMANDA, MOTIVAZIONE D'ORDINE DELLA DOMANDA E LE CONCLUSIONI IN CANCELLERIA DEL CURATORE FALLIMENTARE 1 .... 2 .... 3.... 4.... 5.... 6.... 7.... Luogo e data.... Il Curatore.... CommentoQual è il termine per proporre l'insinuazione dei crediti sorti dopo il fallimento? In merito alla quaestio juris riguardante il termine per l'insinuazione al passivo dei crediti sopravvenuti, cioè sorti in data successiva a quella della dichiarazione di fallimento, deve ritenersi che agli stessi non si applichi il termine decadenziale di dodici o sino a diciotto mesi, di cui all'art. 101 l.fall. atteso che in mancanza di una esplicita indicazione testuale, ciò s'impone per ragioni di ordine logico-sistematico. Nuovi crediti concorsuali, invero, possono sorgere nei casi previsti dalla legge durante tutto l'arco della procedura fallimentare, anche in fasi assai avanzate della stessa, come nel caso dell'art. 70 comma 2 l.fall., riguardante le conseguenze dei giudizi di revoca degli atti pregiudizievoli per i creditori, che normalmente durano diversi anni, sicché il termine di cui trattasi ben potrebbe essere già scaduto alla data del sorgere del credito. Né potrebbe sostenersi che, costituendo il carattere sopravvenuto del credito stesso ragione di non imputabilità del ritardo dell'insinuazione, quest'ultima sarebbe comunque ammissibile. Non necessariamente, infatti, il credito sorge in epoca successiva alla dichiarazione del fallimento per cause indipendenti da colpa del creditore, e la giurisprudenza di legittimità ha già avuto occasione di chiarire, ad esempio, che ciò non avviene per il credito del convenuto in revocatoria che abbia restituito quanto aveva ricevuto ai sensi dell'art. 70, comma 2 l.fall. (cfr. Cass. n. 10578/2004, in fattispecie in cui la questione dell'incolpevolezza del ritardo si poneva in sede di riparto, ai fini di cui all'art. 112 l.fall.). Nel caso, poi, che il termine non sia scaduto, al creditore sopravvenuto residuerebbe, per provvedere all'insinuazione, un tempo comunque più breve - tendente al limite ad annullarsi - di quello a disposizione dei creditori preesistenti. Non deve del resto sorprendere che il legislatore, nel dettare l'art. 101 l.fall., abbia tenuto presenti gli ordinari crediti concorsuali - quelli cioè anteriori alla dichiarazione di fallimento, che produce l'effetto tipico del consolidamento della massa passiva - piuttosto che i casi eccezionali di partecipazione al concorso di crediti successivi. Le controindicazioni della soluzione qui accolta, sotto il profilo della rapidità delle operazioni di verifica del passivo, non vanno drammatizzate, perchè il creditore sopravvenuto che tardi ad insinuarsi pur dopo il sorgere del proprio credito va comunque incontro ad inconvenienti di non scarso rilievo. Egli, infatti, concorrerà soltanto ai riparti dell'attivo successivi all'insinuazione. Potrà anche, in base all'art. 112 l.fall., avere diritto a prelevare, in quei riparti, le quote che gli sarebbero spettate nelle precedenti ripartizioni, ove si valuti che il ritardo dovuto all'inesistenza del credito dipenda da causa non imputabile (il che peraltro non avviene in tutti i casi), ma sarà comunque esposto al rischio dell'impraticabilità di un tale prelievo mano a mano che, con il susseguirsi dei riparti dell'attivo, si assottigliano le risorse da cui prelevare; senza considerare che, se pure non sia imputabile il ritardo dell'insinuazione dovuto alla insussistenza del credito, il ritardo successivo alla venuta ad esistenza di questo deve comunque avere una specifica giustificazione per far sorgere il diritto di cui all'art. 112 l.fall., cit. |