Elenco dei creditori con l'indicazione dei rispettivi crediti e diritti di prelazione

Vito Amendolagine

Inquadramento

Il curatore fallimentare, ai sensi dell'art. 89 l.fall. nel testo vigente con le modifiche apportate dall'art. 75 del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 e, successivamente, dall'art. 5, comma 2, del d.lgs. 12 settembre 2007 n. 169 in base alle scritture contabili del fallito e alle altre notizie che può raccogliere, deve compilare l'elenco dei creditori, con l'indicazione dei rispettivi crediti e diritti di prelazione, nonché l'elenco di tutti coloro che vantano diritti reali e personali, mobiliari e immobiliari, su cose in possesso o nella disponibilità del fallito, con l'indicazione dei titoli relativi. Gli elenchi sono depositati in cancelleria. Il medesimo curatore fallimentare deve inoltre redigere il bilancio dell'ultimo esercizio, se non è stato presentato dal fallito nel termine stabilito, ed apportare le rettifiche necessarie e le eventuali aggiunte ai bilanci e agli elenchi presentati dal fallito a norma dell'art. 14 l.fall.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Fallimento:....

Giudice delegato: Dott. ....

Curatore: ....

ELENCO DEI CREDITORI

Il Dott./Avv. .... con studio in ...., alla via ...., n. ...., PEC ...., in qualità di curatore del fallimento sopra indicato, nominato da codesto Tribunale con sentenza n. .... del ....,

DEPOSITA

in Cancelleria, ai sensi dell'art. 89 r.d. 16 marzo 1942, n. 267 il seguente elenco, formato in base alle scritture contabili del fallito e delle altre notizie raccolte.

NUMERO, GENERALITA' CREDITORE, INDICAZIONE DIRITTO DI PRELAZIONE, INDIRIZZO, DATA DI DEPOSITO DOMANDA, MOTIVAZIONE D'ORDINE DELLA DOMANDA E LE CONCLUSIONI IN CANCELLERIA DEL CURATORE FALLIMENTARE

1 ....

2 ....

3....

4....

5....

6....

7....

Luogo e data....

Il Curatore....

Depositato in Cancelleria

Oggi ....

Il Cancelliere....

Commento

Il sistema dei privilegi rappresenta una deroga molto incisiva al principio della par condicio creditorum, che viene accordata a determinati creditori in considerazione della causa propria del credito, definibile quale "giustificazione economica" del credito stesso, ragione per cui, ancorare il privilegio alla causa del credito è indice di una natura sostanziale della causa di prelazione, in quanto l'effetto derogatorio, ossia l'essere preferiti rispetto ad altri creditori, sorge soltanto al momento della costituzione del rapporto.

Va però considerato che il sistema della legge fallimentare - in ragione del principio generale che riconosce il carattere giurisdizionale e decisorio del procedimento di verificazione del passivo - esclude la possibilità di una duplice insinuazione, ordinaria e tardiva, di uno stesso credito. Pertanto, atteso che il petitum della domanda di ammissione al passivo è costituito dal riconoscimento del diritto del creditore di partecipare al concorso per un credito di un determinato importo e secondo il rango competente, è preclusa - una volta che sia stata proposta ed accolta la domanda di ammissione al passivo di un credito in via chirografaria e non impugnato lo stato passivo - la successiva domanda di ammissione tardiva, ai sensi dell'art. 101 l. fall., del medesimo credito con riconoscimento del rango privilegiato (Cass. n. 14936/2016; Cass. n. 15702/2011).

Già prima della Riforma della legge fallimentare, peraltro, la giurisprudenza di legittimità aveva puntualizzato che ai sensi dell'art. 93 l.fall., la domanda di insinuazione al passivo deve indicare non solo il titolo da cui il credito deriva, ma anche le ragioni delle prelazioni, di guisa che, anche questa seconda indicazione - cui equivale, per identità di "ratio", l'enunciazione di una qualità del credito, tale da consentirne il pagamento con prededuzione - assurge ad elemento costitutivo della causa petendi fatta valere con la suddetta domanda, configurato dal legislatore per fini di tutela della "par condicio" dei creditori concorrenti.

Infatti non esiste nel nostro ordinamento una generale qualificazione dei crediti privilegiati fondata su un unico presupposto, ma esistono tanti privilegi quante sono le situazioni dalla legge qualificate come tali, ciascuna delle quali ancorate ad un determinato presupposto di fatto, costituente il campo di indagine necessario per il riconoscimento del singolo titolo di prelazione richiesto. La qualifica privilegiata può essere assunta concettualmente nella sua unitarietà come categoria logica, solo in quanto si tratti di contrapporla a quella chirografaria di altri crediti concorrenti.

Il riconoscere un privilegio significa essenzialmente accertare la causa del credito da cui la prelazione assume collocazione in una situazione di concorso. Ed invero, secondo il dettato dall'art. 2745 c.c., il privilegio è accordato dalla legge in considerazione della causa del credito e l'allegazione, nonchè l'accertamento, della singola causa di credito costituisce la causa petendi ed il campo di indagine singolare e relativo di ciascuna domanda volta al riconoscimento di un privilegio.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario