Ricorso per la dichiarazione del fallimento su richiesta del creditore

Maria Grazia Sirna
Gianfranco Di Marzio

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 5, comma 1, l.fall., “L'imprenditore che si trova in stato d'insolvenza è dichiarato fallito”.

Presupposto della pronuncia dichiarativa di fallimento - e così della procedura concorsuale che con essa si apre - è pertanto la verifica, da parte del Tribunale, dello “stato d'insolvenza” in capo all'imprenditore ovvero dell'incapacità di quest'ultimo di adempiere con regolarità alle proprie obbligazioni.

L'atto introduttivo del procedimento prefallimentare è prerogativa del debitore, di uno o più creditori o del pubblico ministero ed è finalizzato all'accertamento dei presupposti per la dichiarazione di fallimento. Il procedimento ha carattere contenzioso, si svolge secondo le modalità dei procedimenti in camera di consiglio, nel contraddittorio tra le parti, ed è regolato dal disposto di cui all'art. 15 l.fall.

L'imprenditore, partecipando al contraddittorio, può evitare la dichiarazione di fallimento dando prova della sussistenza di una delle esimenti che attengono a marcati limiti dimensionali dell'impresa esercitata: cioè quella relativa ad attivo patrimoniale, ricavi lordi e debiti anche non scaduti, di cui all'art. 1, comma 2, l.fall. oppure quella inerente ai soli debiti scaduti prevista dall'ultimo comma dell'art. 15 l.fall.; può altresì sottrarsi alla procedura concorsuale rilevando la mancata prova del credito vantato nei suoi confronti.

Il procedimento è ispirato al criterio di celerità, come comprovato dalla esclusione dalla applicazione della sospensione feriale dei termini processuali (cfr. art. 92, comma 1, r.d. n. 12/1941); l'esigenza di speditezza non preclude, però, la possibilità che, ove necessario, venga espletata una fase istruttoria piuttosto complessa ed articolata, anche attraverso l'assunzione di prove da parte del giudicante nonché la nomina di consulenti tecnici di parte (cfr. art. 15, comma 7, l.fall.), dovendosi garantire pieno accertamento della condizione di insolvenza.

L'accoglimento dell'istanza di dichiarazione di fallimento avviene con sentenza, la cui efficacia comincia a prodursi dal momento del deposito della stessa in cancelleria; la reiezione della istanza è invece pronunciata con decreto.

Formula

TRIBUNALE DI ...SEZ. FALL.

RICORSO PER DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO EX ART. 6 L.FALL.

***

La Società ... P.I. e C.F. n. ..., con sede in ..., via ..., n. ..., iscritta nel Registro delle Imprese di ... con n. REA ..., in persona del legale rapp.te p.t ..., elettivamente domiciliata in ..., via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) ...@ ..., fax n ..., che la rappresenta e difende come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto)

ESPONE

I. SUL CREDITO DELLA ISTANTE

Alla data odierna l'istante [1] è creditrice nei confronti della Società ... per la complessiva somma di Euro ... Si tratta di creditocerto, liquido ed esigibile relativo a [descrivere la natura del credito] di importo superiore a Euro 30.000 e documentalmente provato da ... (all. _____) [2] .

Pur trattandosi di credito certo, liquido ed esigibile, esso non è stato ancora soddisfatto. In particolare, inutile è risultata la costituzione in mora della debitrice mediante ... (all. _____).

II. SUI PRESUPPOSTI DI FALLIBILITÀ DELLA IMPRESA DEBITRICE

La debitrice è impresa commerciale non piccola che svolge attività di ..., come risulta dalla visura della Camera di Commercio che si produce (all.______).

La stessa, inoltre, è fallibile per essere sopra i limiti di soglia stabiliti dall'art. 1 comma 2 l.fall. Benchè non sia onere del creditore istante il fallimento fornire prova del superamento di detti limiti, si rappresenta che, nel caso, dall'esame dei bilanci relativi agli ultimi tre esercizi sociali risulta che la società nell'ultimo esercizio ha superato il limite dei cinquecentomila euro di debiti complessivi non scaduti previsto dall'art. 1, comma 2 lett. c. l.fall. (all....).

III. SUL PRESUPPOSTO OGGETTIVO DELLO STATO DI INSOLVENZA

La società debitrice è altresì in una situazione oggettiva di insolvenza, ossia di incapacità di far fronte regolarmente al pagamento dei propri debiti. Ciò emerge documentalmente da una serie di indici presuntivi quali: (i) la iscrizionedi ben n ... protesti di titoli di credito levati nella Provincia entro cui ha sede legale la Società per complessivi euro ...; (ii) la esistenza di n. ... pignoramenti immobiliari promossi su immobili di proprietà della debitrice (cfr. all _____); (iii) infine, lo stato di liquidazione volontaria in cui si trova la società sin dal _____deliberato in data _____a causa della perdita del capitale sociale (all. ___).

In ragione delle circostanze esposte, appare chiara, nel caso di specie, la sussistenza della incapacità della debitrice di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

Tutto ciò premesso, la Società ... in persona del legale rapp.te p.t., come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata

CHIEDE

che l'Ill.mo Tribunale adito, previa convocazione delle parti in designanda udienza accertata la sussistenza dei presupposti di fattispecie, dichiari il fallimento della Società ... (C.F.. ...; P.I. ...) con sede in alla via n. ...

Si dichiara che il valore del presente procedimento è indeterminabile e che, trattandosi di procedura prefallimentare, il contributo unificato è dovuto nella misura fissa di Euro ...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

(Allegare i documenti richiamati nel ricorso)

PROCURA ALLE LITI (se non apposta a margine)

Il creditore proponente istanza di fallimento é onerato - secondo il combinato disposto degli artt. 5 e 6 comma 1, l. fall. - della prova sia dello stato di insolvenza del debitore, sia del credito rimasto insoddisfatto in quanto titolo abilitante all'avvio del procedimento prefallimentare; tuttavia l'onere probatorio riguardante il credito non si estende - secondo consolidato orientamento giurisprudenziale - alla certezza, liquidità ed esigibilità del credito medesimo.

Nell'ampia casistica degli indici sintomatici dell'insolvenza, insieme a quelli più frequentemente considerati in giurisprudenza - come l'inutile tentativo di incasso di assegni consegnati dal debitore nonché il complesso dei debiti, anche tributari e non scaduti - ve ne sono altri meno indagati ma parimenti utili alla prova, quali le ammissioni del debitore e le ripetute perdite di esercizio nell'ultimo biennio di attività d'impresa (per tutto quanto precede, cfr. Cass. VI, n. 2566/2015).

Commento

L'art. 6 l.fall. individua i soggetti a cui spetta il potere di iniziativa volto all'accertamento della situazione di insolvenza ed alla conseguente dichiarazione di fallimento dell'impresa; si tratta del debitore, di uno o più creditori o del pubblico ministero.

L'atto processuale con il quale si attiva il procedimento di accertamento dello stato di insolvenza deve contenere tutti i requisiti, di tipo oggettivo e soggettivo, idonei a consentire, da un lato, al tribunale la valutazione circa la effettiva sussistenza dello stato di decozione, dall'altro, al debitore il compiuto esercizio del suo diritto di difesa.

Il ricorrente deve, dunque, allegare e provare: in rito, la competenza del tribunale adito; nel merito: a) l'assoggettabilità del debitore al fallimento secondo l'art. 1 l.fall.; b) la qualità di creditore e la sussistenza nonché entità del credito non soddisfatto; c) lo stato di insolvenza ovvero l'incapacità non transitoria del soggetto debitore di adempiere le proprie obbligazioni.

Il Tribunale competente è, fino a prova contraria, quello del luogo in cui ha sede l'impresa; ne discende che, nell'ipotesi in cui non vi è coincidenza tra sede legale dell'impresa e centro effettivo dei relativi interessi, il ricorrente che ha adito un Tribunale diverso da quello in cui si trova la sede legale dovrà fornire prova idonea a superare la presunzione di coincidenza.

La qualità di soggetto fallibile si desume dalla visura camerale; poiché è fallibile esclusivamente l'imprenditore commerciale, basterà depositare la visura da cui emerge o la dirimente natura del soggetto (se si tratta di società commerciale la fallibilità è, quindi, già acquisita) oppure in caso di ditta individuale evidenziare l'oggetto della attività svolta (la quale deve, appunto, essere di tipo commerciale).

Sempre dalla visura camerale potranno cogliersi anche gli indici presuntivi relativi alla qualità di imprenditore non piccolo, che solo può fallire; il criterio distintivo tra “imprenditore” e “piccolo imprenditore” è quello di cui all'art. 2083 c.c.,che qualifica "piccoli imprenditori" i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

Con riguardo al credito vantato dall'istante, costante giurisprudenza ha precisato che la norma non richiede che sia accertato in sede giudiziale e nemmeno che si fondi su titolo esecutivo, dovendo il tribunale fallimentare svolgere, comunque, un accertamento incidentale avente ad oggetto il credito medesimo. Buon criterio è, comunque, quello di presentare ricorso ex art. 6 l.fall. solo in presenza di una prova documentale del credito idonea ad ottenerne l'ammissione al passivo e quindi tale da provare sia la fonte del credito (in genere del contratto) sia l' esecuzione della prestazione da parte del creditore; sono assolutamente irrilevanti documenti confezionati direttamente dall'interessato (come le fatture).

L'insolvenza, quale elemento costitutivo al fine della dichiarazione di fallimento, deve essere provata nel corso del procedimento prefallimentare; essa si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori.

Gli inadempimenti, invero, non sono significativi in modo univoco di uno stato di insolvenza, rappresentando piuttosto, e diversamente, uno degli indici sintomatici di essa;ciò in quanto l'imprenditore può volutamente non onorare i propri debiti, perché ad esempio li contesta o eccepisce la relativa compensazione.

Maggior rilievo assumono, dunque, i fatti esteriori, quali la pluralità di protesti in capo al debitore, la pendenza di procedure esecutive, la revoca dei fidi bancari; possono considerarsi“fatti esteriori”idonei a manifestare l'insolvenza anche quelli elencati nell'art. 7 l.fall. (fuga, irreperibilità, chiusura dei locali, diminuzione fraudolenta dell'attivo, etc.) e che il Pubblico Ministero pone a fondamento della sua richiesta di dichiarazione di fallimento.

In definitiva, la documentazione rilevante al fine della prova dello stato di insolvenza può essere interna al rapporto e riguardare, ad esempio, la corrispondenza intercorsa tra le parti e le azioni avviate dal creditore per il recupero del credito ma con esito infruttuoso; ovvero esterna al rapporto e consistere negli ultimi tre bilanci depositati in Camera di Commercio e nelle risultanze di cui alla visura protesti; ulteriori documenti acquisibili sono anche le visure in Conservatoria e le visure del PRA.

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