Istanza per la nomina del rappresentante degli eredi del fallitoInquadramentoAi sensi dell'art. 12 l.fall., qualora l'imprenditore muoia dopo la dichiarazione di fallimento, la procedura prosegue nei confronti degli eredi, anche se hanno accettato con beneficio d'inventario. Se ci sono più eredi, la procedura prosegue in confronto di quello che è designato come rappresentante. In mancanza di accordo nella designazione del rappresentante entro quindici giorni dalla morte del fallito, la designazione è fatta dal giudice delegato. La finalità perseguita dall'art. 12, comma 2, l.fall. è quella di garantire che la procedura fallimentare si svolga nei confronti di tutti gli eredi del fallito, e non solo di alcuni di essi, e che sia comunque assicurata la loro partecipazione; secondo la giurisprudenza di legittimità poiché tale finalità risulta soddisfatta anche qualora essi siano sempre stati informati sullo stato della procedura e vi abbiano in concreto partecipato attivamente con numerose istanze, pur non essendo stato nominato un loro rappresentante, deve escludersi che in tal caso siffatta omissione assuma decisivo rilievo (Cass. I, n. 16115/2011). Peraltro in giurisprudenza si era evidenziato come la norma sia espressione di un principio generale secondo cui la morte del fallito dopo la dichiarazione di fallimento non provoca l'interruzione della procedura fallimentare. Gli eredi hanno l'onere, come visto, di procedere alla nomina del rappresentante entro quindici giorni dalla morte dell'imprenditore fallito e, secondo l'interpretazione dominante, devono provvedere a tale nomina all'unanimità. Qualora essi non vi provvedano autonomamente, alla stessa designazione procede il giudice delegato. Si è affermato nell'esperienza casistica che nell'ipotesi di morte dell'imprenditore fallito, l'art. 12 l.fall. prevede che la procedura prosegua nei confronti dell'erede o, se vi sono più eredi, nei confronti di quello designato come loro rappresentante; ma ove gli eredi abbiano nominato un estraneo affinché li rappresenti nella procedura fallimentare, in loro vece deve provvedere alla designazione il giudice delegato, ai sensi dell'ultima parte dell'art. 12, secondo comma, l.fall., perché il rappresentante deve essere uno degli eredi e in mancanza di unanime designazione da parte loro a tanto deve procedere il giudice delegato, nell'esercizio dei poteri conferitigli dall'art. 25 l.fall. (Trib. Roma 3 maggio 1996). Nel caso previsto dall'art. 528 del c.c., la procedura prosegue in confronto del curatore dell'eredità giacente e nel caso previsto dall'art. 641 del c.c. nei confronti dell'amministratore nominato a norma dell'art. 642 dello stesso codice. In sostanza il patrimonio facente capo all'imprenditore defunto e quello dell'erede rimangono comunque separati indipendentemente dalle modalità di accettazione dello stesso. FormulaTRIBUNALE DI.... Fallimento di.... (n. ....\ ....) Giudice delegato: Dott.... Curatore:.... ISTANZA PER LA NOMINA DEL RAPPRESENTANTE DEGLI EREDI DEL FALLITO EX ART. 12, COMMA 1, L. FALL. * * * Ill.mo Sig. Giudice delegato, il sottoscritto Curatore del Fallimento supra indicato, PREMESSO CHE - con sentenza del Tribunale di...., n.... R.G.... è stato dichiarato il fallimento dell'imprenditore sig. ...., ed è stato designato il sottoscritto in qualità di Curatore (all.); - successivamente, e precisamente in data.... l'imprenditore fallito sig.... è deceduto (all.); - i suoi eredi sono i Sigg.ri.... cui è stato rivolto, con lettera del...., l'invito a designare un rappresentante ex art. 12, secondo comma, l.fall. ma essi, ad oggi, non hanno ancora provveduto a tale designazione. TANTO PREMESSO CHIEDE all'Ill.mo Giudice delegato di designare tra gli eredi dell'imprenditore deceduto, supra indicati, un rappresentante. Con osservanza Data e luogo.... Il Curatore .... CommentoCon riferimento alla legittimazione degli eredi a proseguire la procedura, nella giurisprudenza di merito si è posto il problema della possibilità per essi di proseguire il giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento. Si è pertanto affermato che la legittimazione degli eredi del fallito a proseguire il giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento, proposto dal loro dante causa, successivamente deceduto, non può ritenersi esclusa dalla circostanza che essi non abbiano inteso avvalersi del potere, loro concesso dalla legge fallimentare, di proporre, in via immediata ed autonoma, opposizione avverso la sentenza dichiarativa di fallimento (Trib. Milano 16 luglio 1998). |