Istanza per la liquidazione delle spese in caso di revoca della dichiarazione di fallimento

Cristina Asprella

Inquadramento

Ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 18 l.fall., le spese della procedura e il compenso al curatore sono liquidati dal Tribunale su relazione del Giudice Delegato, con decreto reclamabile ex art. 26 l.fall. La previsione è diretta a disciplinare la sola attribuzione delle spese relative alla procedura fallimentare con esclusione delle spese relative all'impugnazione che saranno regolate in base alle norme del codice di rito.

Per quanto riguarda in particolare l'individuazione del soggetto onerato delle spese in parola, rimane il dubbio relativo al fatto che è stata abrogata la previgente norma dell'art. 21 l.fall. che poneva a carico del creditore le spese ed il compenso del curatore nel caso avesse richiesto il fallimento con colpa e conseguente condanna al risarcimento dei danni. L'abrogazione della norma sembrerebbe pertanto escludere l'attribuzione allo stesso della condanna alle spese. Ma l'art. 147 del d.P.R. n. 115/2002 invece stabilisce che nell'ipotesi di revoca della dichiarazione di fallimento, le spese della procedura fallimentare e il compenso del curatore sono a carico del creditore istante laddove esso sia stato condannato al risarcimento dei danni per la richiesta di fallimento con colpa, mentre sono poste a carico del fallito che sia persona fisica se egli ha provocato la dichiarazione di fallimento.

Comunque si voglia risolvere il contrasto pare evidente che la norma del d.P.R. sulle spese di giustizia prevede l'attribuzione a carico del creditore istante solo se egli abbia chiesto il fallimento con colpa e sia condannato al risarcimento dei danni; se, quindi, questi presupposti non sono integrati resta il dubbio sul soggetto onerato che, stando anche all'interpretazione giurisprudenziale dominante, potrebbe essere individuato nell'Erario.

Formula

TRIBUNALE DI....

SEZ. FALL.

Giudice delegato: Dott.

Curatore.... Avv., Dott....

ISTANZA PER LA LIQUIDAZIONE DELLE SPESE IN CASO DI REVOCA

DELLA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

il sottoscritto, nella qualità di curatore del fallimento in epigrafe indicato, nominato da codesto Tribunale con sentenza n. .... del ....

PREMESSO

- che l'intestato Tribunale, con sentenza del.... ha dichiarato il fallimento della soc.... in persona del legale rappresentante Sig...., e ha nominato il sottoscritto quale Curatore dello stesso;

- che, proposto reclamo da parte della società in questione, la Corte d'Appello di.... con sentenza del.... non ulteriormente impugnata e ad oggi passata in giudicato, ha revocato la dichiarazione di fallimento;

- che il fallimento era stato dichiarato su iniziativa del Pubblico Ministero Dott.... né a carico della società fallita sono stati ravvisati profili di responsabilità nella dichiarazione di fallimento (qualora, invece, vi sia stata la dichiarazione di fallimento con colpa del creditore e condanna al risarcimento dei danni allora la fattispecie deve essere indicata in questo punto);

- che, tuttavia, occorre liquidare le spese della procedura come indicate nella nota allegata e il compenso al curatore, ponendoli a carico del predetto creditore istante.

Tutto ciò premesso

CHIEDE

che la S.V. Ill.ma Voglia, ai sensi dell'art. 18, ultimo comma, l.fall., liquidare le spese della procedura e del compenso al curatore con apposito decreto ponendole a carico dell'Erario e, segnatamente, del Ministero della Giustizia (laddove vi sia stata dichiarazione di fallimento con colpa del creditore e condanna dello stesso al risarcimento dei danni la richiesta di liquidazione delle spese va posta a suo carico).

Allega: ....

Data e luogo....

Il Curatore....

Commento

In relazione al soggetto cui vanno imputate le spese in caso di revoca della sentenza dichiarativa del fallimento, la giurisprudenza si è espressa nel senso che in assenza di estremi di responsabilità a carico del creditore istante per aver chiesto la dichiarazione di fallimento con colpa, il compenso dovuto al curatore - dato il carattere di officiosità della procedura fallimentare - deve essere posto a carico dell'Amministrazione dello Stato (Cass. I, n. 12349/1999; Trib. Sulmona 12 maggio 2011). In ipotesi invece di dichiarazione di fallimento con colpa del creditore istante le spese della procedura e il compenso del curatore possono essere poste a suo carico e, a tal fine, non è necessario che il creditore sia condannato al risarcimento dei danni derivanti dalla sua condotta abusiva ma è sufficiente che sia accertata la sua responsabilità (Cass. I, n. 4096/2007).

Tuttavia, di recente, nella giurisprudenza di merito si è affermato il principio secondo cui la disposizione dell'art. 147 d.P.R. 30 maggio 2002 n. 115 deve essere interpretata - al fine del regolamento delle spese della procedura fallimentare - non nel senso puramente letterale bensì in modo costituzionalmente orientato, potendo ricomprendere nel suo ambito applicativo anche le società, senza alcuna distinzione con le persone fisiche (Trib. Como I, 3 novembre 2016; Trib. Udine I, 22 maggio 2009).

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