Istanza di autorizzazione alla costituzione in giudizio ex art. 25 l.fall.

Gianfranco Di Marzio
Maria Grazia Sirna

Inquadramento

Il curatore è l'organo gestorio della procedura. Per la regola dell'art. 31 l.fall., il curatore ha l'amministrazione del patrimonio fallimentare e compie tutte le operazioni della procedura sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori, nell'ambito delle funzioni ad esso attribuite.

Per alcune delicate attività di natura straordinaria il curatore deve munirsi della preventiva autorizzazione degli organi di vigilanza del suo operato. In particolare, egli non può stare in giudizio senza l'autorizzazione del giudice delegato, salvo che in materia di contestazioni e di tardive dichiarazioni di crediti e di diritti di terzi sui beni acquisiti al fallimento, e salvo che nei procedimenti promossi per impugnare atti del giudice delegato o del tribunale e in ogni altro caso in cui non occorra ministero di difensore.

Inoltre, l'art. 35 l.fall. stabilisce che le riduzioni di crediti, le transazioni, i compromessi, le rinunzie alle liti, le ricognizioni di diritti di terzi, la cancellazione di ipoteche, la restituzione di pegni, lo svincolo delle cauzioni, l'accettazione di eredità e donazioni e gli atti di straordinaria amministrazione sono effettuate dal curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori. Nel richiedere l'autorizzazione del comitato dei creditori, il curatore formula le proprie conclusioni anche sulla convenienza della proposta.

Il curatore esercita personalmente le funzioni del proprio ufficio; tuttavia, può delegare ad altri determinate e specifiche operazioni (e non già l'interezza dell'attività gestoria o specifici settori della stessa), previa autorizzazione del comitato dei creditori, con esclusione di alcuni adempimenti non delegabili per legge (come quelli relativi all'accertamento dei crediti).

Lo stesso, inoltre, può essere autorizzato dal comitato dei creditori, a farsi coadiuvare da tecnici o da altre persone retribuite, compreso il fallito, sotto la sua responsabilità.

La differenza tra delegato e coadiutore è nel fatto che mentre il primo svolge funzioni spettanti al curatore, invece il secondo svolge funzioni diverse, e di supporto alle prime.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento di ... (n. ____\ ______)

Giudice delegato: Dott. ...

Curatore: ...

ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO

***

Ill.mo Giudice delegato,

il sottoscritto curatore del fallimento in oggetto, rappresenta quanto segue.

Alla data di dichiarazione di fallimento era pendente giudizio promosso da... nei confronti della società poi fallita ed avente ad oggetto ______[descrivere il giudizio sinteticamente]

Il giudizio anzidetto ha dapprima subito interruzione ai sensi dell'art. 43, comma 3, l. fall., e di seguito è stato riassunto dalla controparte; l'udienza di comparizione nel giudizio riassunto è fissata per il giorno [...].

Il legale della Società in bonis ha comunicato che il giudizio si trova nella fase istruttoria; in particolare...[descrivere lo stato del giudizio].

La curatela ritiene opportuna la costituzione nel giudizio riassunto; ciò in considerazione delle seguenti circostanze: . . . [indicare puntualmente le ragioni di fatto e di diritto per le quali appare opportuna la costituzione].

Tutto quanto sopra premesso,

SI CHIEDE

all'Ill.mo Giudice delegato di autorizzare la curatela alla costituzione nel giudizio ...riassunto dalla____ e pendente davanti al Tribunale di ______, la cui udienza è fissata per il _____.

Circa la nomina del legale, si designa l'Avv. ...in quanto già a conoscenza del giudizio per essere stato legale della società in bonis [1]

OPPURE

Quanto al legale, si ritiene opportuna la nomina dell'Avv...., quale professionista di fiducia della curatela con specifica esperienza professionale nella materia oggetto del giudizio, già resosi disponibile allo svolgimento della prestazione secondo i minimi di tariffa.

Luogo e data ...

Il Curatore ...

(Allegare documentazione richiamata nell'istanza)

È opportuno che all'istanza venga allegato il curriculum vitae del professionista a cui il curatore intende conferire incarico; ciò al fine di rendere quanto più trasparente l'operato del curatore e offrire al giudice, che comunque vigila sull'operato, uno strumento di valutazione delle scelte adottate con riguardo all'assegnazione di incarichi, da affidarsi a professionisti specializzati e di comprovata esperienza soprattutto laddove si tratti di giudizi di particolare complessità.

Commento

Tra i principali ed immediati adempimenti che spettano al curatore fallimentare in seguito all'accettazione dell'incarico vi è quello, da un lato, di censire e valutare il contenzioso nel quale era coinvolta la società in bonis, e pendente alla data di dichiarazione di fallimento, al fine della sua eventuale prosecuzione o riassunzione, dall'altro di verificare la sussistenza di nuove azioni da intraprendere nell'interesse della massa.

Il curatore non ha capacità processuale autonoma, la quale è infatti ex lege subordinata a specifica autorizzazione del giudice delegato; inoltre, il provvedimento autorizzatorio deve essere rilasciato per atti determinati 1 e per ciascun grado di giudizio, costituendo la relativa mancanza difetto di legittimazione processuale rilevabile d'ufficio.

Nondimeno, il difetto di legittimazione processuale può essere sanato, durante il giudizio, mediante il rilascio di autorizzazione - anche in ratifica - da parte del giudice delegato (recentemente, in questo senso, anche Cass. I, n. 17765/2016); in particolare, nel termine ex art. 182 c.p.c. concesso dal giudice istruttore assegnatario della causa, salvo che non siano intervenute preclusioni o decadenze, il legale del fallimento può procedere al deposito della documentazione attestante l'autorizzazione giudiziale a costituirsi e contraddire nel giudizio.

Secondo consolidata giurisprudenza, nel giudizio di primo grado, ai sensi dell'art. 182 c.p.c., comma 2, ed in quello di appello, in virtù dell'estensione della norma citata ex art. 359 c.p.c., il giudice che rileva la mancanza di provvedimento autorizzatorio può invitare la parte interessata alla relativa integrazione, la quale avrà effetto ex tunc; tale possibilità deve, invece, escludersi nel giudizio per cassazione, in mancanza di previsione di attività istruttoria e tenuto conto delle formalità di cui agli artt. 369 e 372 c.p.c. che riguardano il deposito dei documenti (sul punto, in ultimo, cfr. Cass. III, n. 26359/2014). La Suprema Corte, in definitiva, può rilevare la mancanza di legittimazione processuale ma per le caratteristiche del giudizio di legittimità - rigido sotto il profilo della produzione documentale- non vi è un momento in cui può invitare la parte ad integrare la documentazione.

Prerogativa del curatore, alla luce della riforma, è la scelta del professionista da incaricare e che pertanto verrà indicato dal curatore medesimo nella istanza di autorizzazione.

L'art. 25 l.fall. deve essere letto in combinato disposto con l'art. 31 l.fall., il quale indica le fattispecie in cui non è necessaria l'autorizzazione a stare in giudizio del giudice delegato; si tratta dei casi in cui si controverta in materia di contestazioni e di tardive dichiarazioni di crediti e diritti dei terzi sui beni acquisiti al fallimento nonché dei giudizi promossi per impugnare i provvedimenti del giudice delegato o del tribunale e, più in generale, di tutti i casi in cui non sia necessario ministero di difensore.

[1] Secondo la giurisprudenza di legittimità il provvedimento di autorizzazione rilasciato dal giudice delegato riguarda tutte le pretese ed istanze comunque “strumentalmente pertinenti” al conseguimento dell'obiettivo del giudizio oggetto di autorizzazione, senza che sia necessario specifico riferimento (Cass. n. 8591/2014).

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