Comunicazione al Giudice delegato dell'opportunita' di transigere la liteInquadramentoL'art. 35 l.fall. prevede che il curatore, nell'acquisire l'autorizzazione del comitato dei creditori ed esposto il suo parere sulla convenienza della proposta transattiva, ne informi previamente il giudice delegato, anche se la transazione risulti essere di importo non eccedente i cinquantamila euro, salvo che lo stesso atto sia già stato autorizzato dal medesimo giudice delegato ai sensi dell'art. 104-ter comma 8 l. fall. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. FALL.
Fallimento: .... Giudice delegato: Dott. .... Curatore: ....
Ill.mo Sig. Giudice delegato, il Dott./Avv. .... con studio in ...., alla via ...., n. ...., PEC ...., in qualità di curatore del fallimento sopra indicato, nominato da codesto Tribunale con sentenza n.... del ...., PREMESSO che è pendente avanti il Tribunale di.... la causa civile n. .... R.G., promossa dal fallimento contro Ditta/Società ...., tendente ad ottenere revocatoria/risarcimento dei danni derivanti da ...., quantificati in Euro ....; che la medesima Ditta/Società.... ha proposto la transazione della lite alle seguenti condizioni: ....; che tale transazione appare conveniente per l'interesse della massa fallimentare in quanto ....; che l'Avv. ...., difensore del fallimento, ha espresso parere favorevole, come risulta dalla nota che si allega alla presente istanza. che il Comitato dei Creditori ha dato la propria autorizzazione al compimento della predetta transazione, con atto in data...., che si allega. Tutto ciò premesso INFORMA la S.V. Ill.ma, ai sensi dell'art. 35, comma 3, r.d. 16 marzo 1942, n. 267 di quanto sopra. Allega: Proposta di transazione, lettera dell'Avv. .... e autorizzazione del Comitato dei Creditori. Luogo e data.... Il Curatore.... Depositato in Cancelleria Luogo e data.... Il Cancelliere.... Visto Luogo e data.... Il Giudice delegato.... CommentoIn merito all'informativa ex art. 35 l.fall. nell'attuale testo sostituito dall'art. 31 del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, i cui commi 2 e 3 successivamente, sono stati rispettivamente inserito e modificato dall'art. 3, comma 8, del d.lgs. 12 settembre 2007 n.169, concernente l'integrazione dei poteri del curatore fallimentare, avente ad oggetto il perfezionamento da parte del medesimo Curatore fallimentare, a ciò autorizzato dal Comitato dei Creditori, di un atto di transazione e vendita a trattativa privata della quota di un quarto della proprietà dei terreni caduti nel fallimento del socio accomandatario per un prezzo corrispondente al valore di stima, in un precedente giurisprudenziale di merito, si è affermato che il Giudice delegato può prospettare ragioni di legittimità e merito di fatto ostative al perfezionamento dell'atto nei modi e nei termini indicati nella informativa stessa, e se tali ragioni appaiono ad un sommario esame non prive di fondatezza, sia in riferimento alla norma di cui all'art. 107 comma 1 l.fall., sia, di conseguenza, al principio generale di finalizzazione dell'atto liquidatorio alla realizzazione del massimo interesse per la generalità dei creditori, il Tribunale può disporre temporaneamente che il curatore fallimentare non dia corso al perfezionamento degli atti di transazione e vendita a trattativa privata nei modi e nei termini di cui alla stessa informativa ex art. 35, comma 2, l.fall. (Trib. Firenze, 6 dicembre 2007). La transazione tra procedura concorsuale e terzo creditore è consentita dall'art. 35 l.fall., e deve essere autorizzata a richiesta della curatela, tenendo presente però che il curatore non è titolare della prerogativa di disporre dei diritti della massa su cui cade la transazione se non attraverso l'integrazione dei suoi poteri ex art. 35 l.fall. In tal senso del resto, è orientata la più recente giurisprudenza di legittimità la quale ha precisato che i provvedimenti autorizzatori di cui all'art. 35 l.fall. si collocano nell'ambito dell'esercizio delle funzioni, definite tutorie, del giudice delegato o del tribunale fallimentare, le quali, valgono ad integrare i poteri negoziali del curatore fallimentare abilitandolo a compiere un determinato atto e consistono nella rimozione del limite posto all'esercizio della facoltà o del potere, di cui il curatore fallimentare è investito (Cass. n.16645/2008). Ciò trova spiegazione nella ratio legis sottostante all'attuale testo riformato dell'art. 35 l.fall. ai sensi del quale, il giudice delegato deve avere sempre la possibilità di espletare le sue funzioni di sorveglianza e controllo sugli atti più importanti della procedura, come quelli che abbiano un valore economico rilevante e le transazioni, che presentano sempre un margine di rischio, visto che - solitamente - con esse si rinuncia ad una parte del proprio diritto per ottenere un beneficio immediato. In tale modo, il curatore fallimentare trova dei chiari limiti alla propria libertà di amministrazione del patrimonio fallimentare nel provvedimento occorrente ex lege per l'integrazione dei poteri negoziali dello stesso curatore ai sensi dell'art. 35 l. fall. posto che per detta norma, il giudice delegato, sentito il comitato dei creditori, autorizza con decreto motivato il curatore a fare transazioni (Cass., n.13242/2015). |