Comunicazione ex art.31-bis l.fall. ai creditori e al fallito dell'avvenuto deposito nella Cancelleria del Tribunale del progetto di stato passivo relativo ai crediti insinuati tardivamenteInquadramentoAi sensi dell'art. 101 l.fall. nel testo vigente sostituito dall'art. 86 del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 il cui comma 2 è stato successivamente modificato dall'art. 6, comma 5, del d.lgs. 12 settembre 2007 n.169, le domande di ammissione al passivo di un credito, di restituzione o rivendicazione di beni mobili e immobili, trasmesse al curatore oltre il termine di trenta giorni prima dell'udienza fissata per la verifica del passivo e non oltre quello di dodici mesi dal deposito del decreto di esecutività dello stato passivo sono considerate tardive; in caso di particolare complessità della procedura, il tribunale, con la sentenza che dichiara il fallimento, può prorogare quest'ultimo termine fino a diciotto mesi. Il procedimento di accertamento delle domande tardive si svolge nelle stesse forme di cui all'art. 95 l.fall. Il giudice delegato fissa per l'esame delle domande tardive un'udienza ogni quattro mesi, salvo che sussistano motivi d'urgenza. .Il curatore fallimentare dà avviso a coloro che hanno presentato la domanda, della data dell'udienza. Si applicano le disposizioni di cui agli artt. da 93 a 99 l. fall.. Il creditore ha diritto di concorrere sulle somme già distribuite nei limiti di quanto stabilito nell'art. 112 l. fall. Il titolare di diritti su beni mobili o immobili, se prova che il ritardo è dipeso da causa non imputabile, può chiedere che siano sospese le attività di liquidazione del bene sino all'accertamento del diritto. Decorso il termine di cui al comma 1 dell'art. 101 l.fall., e comunque fino a quando non siano esaurite tutte le ripartizioni dell'attivo fallimentare, le domande tardive sono ammissibili se l'istante prova che il ritardo è dipeso da causa a lui non imputabile. FormulaFallimento:.... Giudice delegato: Dott.... Curatore: .... Oggetto: Fallimento .... n. ....dichiarato in data .... dal Tribunale di .... Comunicazione di deposito in Cancelleria del Tribunale del progetto di stato passivo relativo a crediti insinuati tardivamente. Ai Sigg. Creditori: indicare i nominativi del singolo creditore e relativo indirizzo a cui destinare la presente comunicazione Si comunica che in data .... odierna è stato depositato nella Cancelleria del Tribunale di.... il progetto di stato passivo del fallimento di cui in oggetto, relativo alle domande di insinuazione tardiva. Pertanto, i creditori, i titolari di diritti sui beni e il fallito hanno la facoltà di esaminare il progetto nella predetta Cancelleria e di presentare eventuali osservazioni scritte sino a due giorni prima dell'udienza, fissata per l'esame dello stato passivo, per il ...., alle ore ....innanzi al Giudice delegato Dott.... Luogo e data.... Il Curatore fallimentare.... CommentoA norma dell'art. 101 l.fall., sono considerate tardive le domande di ammissione al passivo trasmesse al curatore oltre il termine di trenta giorni prima dell'udienza fissata per la verifica del passivo e non oltre quello di dodici mesi dal deposito del decreto di esecutività dello stato passivo (Cass. n. 14099/2016). Ai fini dell'ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell'art. 101 l.fall., (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall'art. 92 l.fall., integra una causa non imputabile del ritardo da parte del creditore. Il curatore ha però facoltà di provare, ai fini dell'inammissibilità della domanda, che il creditore abbia avuto notizia del fallimento, indipendentemente dalla ricezione dell'avviso predetto (Cass. n. 23302/2015). L'Amministrazione finanziaria o l'esattore per fare valere il credito tributario nei confronti del fallimento come tutti gli altri creditori debbono presentare l'istanza di insinuazione tardiva nel termine annuale previsto dall'art. 101 l.fall., senza che i diversi e più lunghi termini per la formazione dei ruoli e per l'emissione delle cartelle, ai sensi dell'art. 25 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, possano di per sè costituire ragioni di scusabilità del ritardo la quale va, invece, valutata - in caso di presentazione ultra annuale dell'istanza rispetto alla data di esecutività dello stato passivo - in relazione ai tempi strettamente necessari all'Amministrazione finanziaria per predisporre i titoli per la tempestiva insinuazione dei propri crediti al passivo. In altri termini, una volta che l'amministrazione finanziaria abbia avuto conoscenza della dichiarazione di fallimento, la stessa deve immediatamente attivarsi per predisporre i titoli per la tempestiva insinuazione dei propri crediti al passivo in termini inferiori a quelli massimi attribuiti dalla legge per l'espletamento di tali incombenze (Cass. n. 17787/2015). Ciò premesso, alla luce della nuova disciplina del subprocedimento di riparto dell'attivo prevista dall'art. 110 l. fall., (come modificato dal d.lgs. n. 169 del 2007), il curatore, ogni quattro mesi a partire dalla data del decreto previsto dall'art. 97 l.fall. o nel diverso termine stabilito dal giudice delegato, presenta un prospetto delle somme disponibili ed un progetto di ripartizione delle medesime, riservate quelle occorrenti per la procedura (e nel progetto sono collocati anche i crediti per i quali non si applica il divieto di azioni esecutive e cautelari di cui all'art. 51 l. fall.). Il giudice ordina il deposito del progetto di ripartizione in cancelleria, disponendo che a tutti i creditori, compresi quelli per i quali è in corso uno dei giudizi di cui all'art. 98 l.fall., ne sia data comunicazione (ora mediante l'invio di copia a mezzo posta elettronica certificata). I creditori, entro il termine perentorio di quindici giorni dalla ricezione della comunicazione di cui al comma 2, possono proporre reclamo al giudice delegato contro il progetto di riparto ai sensi dell'art. 36 l.fall. Decorso tale termine, il giudice delegato, su richiesta del curatore, dichiara esecutivo il progetto di ripartizione. Se sono proposti reclami, il progetto di ripartizione è dichiarato esecutivo con accantonamento delle somme corrispondenti ai crediti oggetto di contestazione. Il provvedimento che decide sul reclamo dispone in ordine alla destinazione delle somme accantonate. Il richiamo all'art. 36 l.fall., (sostituito dal decreto correttivo con l'art. 26 l.fall.) si giustifica con la circostanza che oggetto del reclamo è un atto del curatore (progetto) e non giurisdizionale. Talchè appare coerente applicare ad esso il regime delle impugnazioni contro gli atti di amministrazione del curatore. Per converso, il decreto del giudice delegato che dichiara esecutivo il progetto di riparto, in quanto atto del giudice delegato che incide sul diritto al riparto dei creditori, come spiega anche la Relazione ministeriale al d.lgs. n.169/2007, è reclamabile al tribunale ai sensi dell'art. 26 l.fall., il quale decide con decreto ricorribile per cassazione ex art. 111 Cost. Invero, se il giudice che ordina il deposito del progetto di ripartizione in cancelleria, deve disporre che a "tutti" i creditori, compresi quelli per i quali è in corso uno dei giudizi di cui all'art. 98, sia data comunicazione del deposito stesso, appare evidente che l'avviso debba essere comunicato a coloro che "in quel momento" sono creditori. E se la comunicazione (e, quindi, la legittimazione al reclamo) spetta ai creditori "esclusi" che abbiano proposto opposizione, a maggior ragione essa va inviata ai creditori già ammessi, sebbene tardivamente, nel momento del deposito del decreto. Invero, come è stato evidenziato in dottrina, l'art. 101 l.fall. richiama per il procedimento relativo alle impugnazioni la disciplina di cui all'art. 98 l.fall Pertanto, alla luce della nuova disciplina del subprocedimento di riparto dell'attivo fallimentare prevista dall'art. 110 l.fall. (come modificato dal d.lgs. n. 169 del 2007), il giudice delegato deve ordinare il deposito in cancelleria del progetto di riparto delle somme disponibili predisposto dal curatore ed inoltre, al fine di un eventuale reclamo, la sua comunicazione non solo ai creditori ammessi al passivo fallimentare e a quelli che abbiano proposto impugnazione allo stato passivo, ma anche ai creditori ammessi tardivamente prima del decreto di esecutività del progetto di riparto (Cass. n. 16633/2015). |