Istanza al giudice delegato di autorizzazione ad agire per la revoca dell'atto dispositivo exartt. 66 l.fall. e 2901 c.c. in conformità a quanto previsto dal programma di liquidazione

Giuseppina Ivone

Inquadramento

Gli articoli da 67 a 70 della legge fallimentare disciplinano l'azione revocatoria fallimentare prevedendo una serie di atti che, a certe condizioni, possono essere dichiarati inefficaci nei confronti della massa dei creditori concorrenti nel fallimento.

Tale disciplina è stata interessata da importanti modifiche a far data dal d.l. 14 marzo 2005, n. 35 che possono così riassumersi: (i) è stato dimezzato il periodo sospetto - cioè il periodo anteriore alla dichiarazione di fallimento nel quale deve essere intervenuto l'atto astrattamente revocabile- portandolo ad un anno e a sei mesi laddove prima era prevista una durata di due anni e di dodici mesi; (ii) è stata fissata la entità della sproporzione tra le prestazioni effettuate dal fallito e quelle ricevute o promesse allo stesso (art. 67, comma 1 n. 1); (iii) è stata estesa anche alle prelazioni costituite per debiti di terzi la previsione avente ad oggetto la revocabilità atti costitutivi di diritti di prelazione per debiti contestualmente creati (art. 67 comma 2); (iv) sono state riformulate le fattispecie di esenzione; (v) è stata introdotta una decadenza dall'azione revocatoria fallimentare e ordinaria se esercitata nel fallimento; (vi) è stato introdotto il principio per cui in caso di consecuzione di procedure concorsuali i termini per l'esercizio delle azioni revocatorie decorrono dalla data di pubblicazione della domanda di concordato nel registro delle imprese.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento di ... (n. ...... \ ......)

Giudice delegato: Dott. ...

Curatore: ...

ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE EX ART. 25 L.FALL. AD AVVIARE GIUDIZIO DI REVOCATORIA EX ART. 66 L.FALL. E 2901 C.C. DI ATTO DISPOSITIVO IN ESECUZIONE ANCHE IN ESECUZIONE AL PROGRAMMA DI LIQUIDAZIONE

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

Il sottoscritto Curatore del fallimento in epigrafe, rappresenta quanto segue.

La Società ... è stata dichiarata fallita in data ......(all. 1).

Dall'analisi della documentazione sociale acquisita è emerso che in data ... (ovvero tre anni prima la dichiarazione di fallimento) la fallita con contratto stipulato in data ...... per atto Notaio ...... (Rep. ... all), trascritto in data ..., ha ceduto alla Società ......, rappresentata in atti dal medesimo Sig. ......, nella qualità di amministratore unico anche della società cessionaria, un immobile di proprietà sito in ......meglio descritto nell'atto di vendita.

[descrivere la operazione astrattamente revocabile] 1

Nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori in data ... (all.) ho quindi previsto di avviare azione giudiziaria per ottenere la dichiarazione d'inefficacia del citato atto dispositivo in quanto compiuto in pregiudizio dei creditori, ritenendo sussistenti i presupposti di fattispecie descritti nell'articolo 2901 c.c. per l'accoglimento della domanda e che qui di seguito si sintetizzano onde consentire al giudice di poter valutare, ovviamente in prospettiva, sia la possibile fondatezza dell'azione che la convenienza della stessa per il fallimento, nonché la conformità della istanza alla previsione de programma di liquidazione ex art. 104 ter ultimo comma.

In primo luogo, sussiste il presupposto soggettivo relativo alla natura di creditore del fallimento, in quanto il Curatore fallimentare quale rappresentante della massa dei creditori insinuati allo stato passivo, allegato al presente atto (all.), fa valere nella presente azione tutti i crediti al momento ammessi allo stato passivo del fallimento. Crediti che ammontano alla complessiva somma di Euro ...

Quanto poi al presupposto dell'incapienza del patrimonio del debitore alla data dell'atto dispositivo impugnato, si evidenzia che a fronte del passivo accertato, l'attivo inventariato è composto esclusivamente da crediti, rimanenze di magazzino, mobili e attrezzature come risulta dal programma di liquidazione che si allega nella parte di interesse (all.).

Dalla relazione ex art. 33 l.fall. qui allegata in stralcio (all.) risulta che lo stato di insolvenza della società risale al ... (cfr. p. 5-7 all.), e dunque a data precedente alla realizzazione dell'atto, come pure emerge dall'analisi dei bilanci disponibili (all.) 2 .

Infine, quanto all' anteriorità di taluni crediti insinuati rispetto alla data dell'atto di vendita impugnato, sempre dall'esame dello stato passivo emerge che, al momento del compimento dell'atto di compravendita, la società venditrice, già in palese stato di insolvenza, era gravata da molteplici debiti sorti in data anteriore all'atto revocando.

Risulta anche provato l'elemento della scientia fraudis, atteso che al momento della stipula dell'atto la società debitrice versava in conclamato stato di insolvenza (all.)

Quanto al profilo di pregiudizio derivante dalla conversione di immobile in denaro, l'evidenza dello stesso e dunque la consapevolezza nutrita dal debitore del danno arrecato alle ragioni dei creditori è nel fatto che detto immobile costituiva l'unico asset patrimoniale della società debitrice.

Parimenti provata è in atti la consapevolezza nutrita dal terzo acquirente atteso all'epoca della conclusione del contratto, la società era essa amministrata dalla stessa persona che rivestiva la carica di amministratore nella società venditrice.

Per le esposte ragioni,

SI CHIEDE

all'Ill.mo Giudice delegato di autorizzare, in esecuzione a quanto previsto nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori, e ai sensi dell'art. 25 l.fall., la curatela ad avviare azione giudiziaria nei confronti della Società ... per la revoca, ai sensi degli artt. 2901 c.c. e 66 l.fall., dell'atto del ...

Si nomina l'Avv. ... per l'assistenza e la difesa in giudizio del Fallimento.

[1] Quanto all'atto dispositivo astrattamente revocabile, recentemente la Cassazione ha ritenuto sussistenti i presupposti per l'esercizio dell'azione revocatoria ordinaria quando una banca, consapevole dello stato di dissesto in cui si trova una società - desumibile dalla grave esposizione debitoria, dai protesti e dalla segnalazione alla centrale rischi della Banca d'Italia - stipuli un contratto di mutuo garantito da ipoteca col fine di assicurarsi la piena possibilità di soddisfare i propri crediti tramite l'esclusione degli altri creditori dal concorso sul ricavato della vendita dell'immobile su cui è stata iscritta ipoteca. In tal caso sussistono, infatti, tutti gli elementi costitutivi dell'azione revocatoria poiché non può mettersi in discussione né la scientia decoctionis, né il consilium fraudis da parte della banca, né il danno inferto agli altri creditori.

[2] Il soggetto che, versando in stato di insolvenza, compie atti dispositivi del patrimonio realizzando vendite con cui converte in denaro asset immobiliari, determina una modificazione qualitativa del proprio patrimonio in pregiudizio dei creditori che si vedranno privati della possibilità di realizzare l'esecuzione forzata sul bene immobile; né potranno, in alternativa, soddisfarsi coattivamente sul denaro entrato nelle casse della società, attesa la facile e usuale sottraibilità dello stesso alle ragioni creditorie. In questo senso vi è giurisprudenza di legittimità consolidata (cfr. ex multis Cass. n. 1902/2015 per la quale “non è necessaria la totale compromissione del patrimonio del debitore essendo sufficiente un atto che renda più incerto o difficile la soddisfazione del credito”; Cass. n. 9134/2007 per la quale “il pregiudizio del creditore si realizza anche nel caso di trasferimento dei beni del debitore al giusto prezzo; in quanto sostituisce beni facilmente aggredibili con attività finanziarie suscettibili di essere sottratte alla esecuzione”).

Commento

Come in tutte le istanze ad esperire una azione in giudizio è importante che il curatore metta in condizione il giudice (come già il comitato dei creditori per quanto concerne l'azione nel programma di liquidazione) di poter valutare, ovviamente in prospettiva, sia la possibile fondatezza dell'azione che la convenienza della stessa per il fallimento.

Occorrerà, sotto il primo profilo, indicare in maniera chiara il possibile convenuto nonché l'oggetto dell'azione di cui si chiede autorizzazione. Di seguito dovrà essere precisata la ricorrenza di tutti gli elementi della fattispecie che si intende azionare. Così, a seconda della azione revocatoria che si intende esperire gli elementi dell'azione ordinaria nel fallimento (artt. 2901 c.c. e 66 l.fall.) o gli elementi dell'azione revocatoria fallimentare per atti anomali o per atti normali di cui all'art. 67 l.fall.

Alla precisa allegazione di tutti gli elementi di fattispecie, deve accompagnarsi l'indicazione degli elementi di prova circa la esistenza di ciascuno di essi.

Evidentemente, non sarà necessario sviluppare il contenuto argomentativo di un atto introduttivo di un giudizio, essendo invece sufficientemente indicare in maniera sintetica, la ricorrenza nel caso concreto di tutti gli elementi della fattispecie astratta e delle prove che si intende presentare.

Sotto il profilo della convenienza dell'azione, non dovrebbe trascurarsi che la decisione di avviare una azione non implica soltanto l'assunzione di costi ma anche l'accettazione dei tempi del processo che sarà intrapreso con tutte le conseguenze circa la durata della procedura fallimentare che ne conseguono.

Circa il profilo dei costi è dunque essenziale verificare le condizioni di solvibilità del convenuto, onde evitare che l'azione sia inutilmente esperita dal punto di vista del risultato pratico finale.

Quanto ai tempi dell'azione, bisogna considerare lo stato di pendenza della procedura onde verificare la ragionevolezza della decisione di avviare un processo considerato il tempo già trascorso dalla apertura del fallimento e il tempo che ulteriormente occorrerà per giungere alla conclusione all'esito del processo instaurando.

Tutto ciò vale in generale per ogni istanza di autorizzazione ad esperire una azione. Tali accorgimenti redazionali vanno dunque seguiti sia nel programma di liquidazione sia nell'istanza specificatamente rivolta al giudice delegato.

Per quanto poi concerne la specifica azione, nel caso in oggetto l'azione revocatoria ordinaria in sede fallimentare, nella formula sono richiamati tutti gli elementi di fattispecie secondo i criteri appena indicati e con la sintesi imposta dalla tipologia.

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