Relazione periodica del curatore relativa all'esercizio provvisorio ex art. 104, comma 4, l.fall. trimestre da...... a ......

Giuseppina Ivone

Inquadramento

L'istituto dell'esercizio provvisorio era disciplinato nel vigore della legge del 1942 all'interno del capitolo dedicato alla custodia e alla amministrazione delle attività fallimentari.

Si trattava quindi di istituto che rispondeva esclusivamente ad una esigenza liquidatoria finalizzata alla distribuzione del ricavato tra i creditori; peraltro scarsamente utilizzato nella pratica rispetto all'affitto dell'azienda preferibile per l'accollo da parte del terzo dei rischi di gestione, diversamente ricadenti sulla procedura.

Per comprendere la realtà del sistema superato, bisogna tuttavia considerare due dati: il primo relativo all'esercizio provvisorio e il secondo relativo all'affitto di azienda.

L'esercizio provvisorio era disciplinato nell'ottica di una misura-tampone intesa a favorire, in pratica, la liquidazione del magazzino; era dunque concepito nella prospettiva della vendita dei beni aziendali (piuttosto che dell'azienda). Ciò corrispondeva alla tradizionale visione del patrimonio dell'impresa come sostanzialmente assimilabile al patrimonio del debitore tout court; prescindendo, pertanto, dalla fondamentale caratteristica che invece qualifica il patrimonio dell'impresa data dalla destinazione all'attività. Proprio la sottovalutazione della destinazione del patrimonio all'impresa, e quindi della particolare conformazione di quel patrimonio alle ragioni della impresa; e dunque, in sostanza, del valore concreto di quel patrimonio, determinato dalla funzione produttiva, determinava l'insuccesso della procedura fallimentare in termini di soddisfacimento dei creditori. Infatti, fuori dalla logica organizzativa, un patrimonio produttivo perde gran parte del suo valore.

Ecco perché la prassi aveva escogitato rimedi alternativi all'esercizio provvisorio e maggiormente efficienti per la conservazione del valore della impresa. Si trattava, quindi, di prassi; cosicché parte della dottrina sollevava persino il dubbio della loro legittimità (sembrando che l'affitto contravvenisse alla funzione non gestoria ma liquidatori del fallimento). E tuttavia la stretta rispondenza dello schema dell'affitto anche all'interesse dei creditori ne consentì il successo operativo.

Il valore della vicenda dell'esercizio dell'impresa nel fallimento è storicamente apprezzabile nella maturata consapevolezza della necessità di rimeditare il rapporto tra fallimento, quale procedura concorsuale liquidatoria, e gestione della impresa.

L'apparente contraddizione tra gestione e liquidazione può, infatti, superarsi - come pure la prassi dell'affitto di azienda ha avuto modo di dimostrare - così operando la gestione al fine della liquidazione: ossia organizzando una gestione della impresa nel fallimento finalizzata alla conservazione del valore aziendale così da permettere una proficua vendita dell'azienda sul mercato.

Potremmo dunque concludere che le esperienze dell'esercizio provvisorio e dell'affitto di azienda segnalando il limite del tradizionale atteggiamento sfavorevole alla gestione della impresa nel fallimento dietro l'evidenza che una impresa mantenuta in operatività è più facile da ricollocare sul mercato, hanno aperto le porte ad una terza e conseguente innovazione: la vendita non di singoli beni ma dell'azienda nel suo complesso.

La riforma del diritto fallimentare si è realizzata sulla scorta delle esposte acquisizioni.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento di ... (n. ...\ ...)

Giudice delegato: Dott. ...

Curatore: ...

RELAZIONE PERIODICA RELATIVA ALL'ESERCIZIO PROVVISORIO AI SENSI DELL'ART. 104, COMMA 5, L.FALL. PER IL PERIODO DA ... A ...

La presente relazione è resa ai sensi dell'art. 104 l.fall. e del provvedimento con il quale il giudice delegato, su istanza del sottoscritto curatore, e previo parere del Comitato dei creditori, ha autorizzato la prosecuzione dell'attività di impresa.

Tutta l'attività finora svolta dal curatore si è raccolta quindi in questi mesi intorno all'esercizio provvisorio dell'impresa.

Nel caso di specie, in effetti, l'oggettiva difficoltà di procedere all'attività di impresa nell'ambito della procedura fallimentare è viepiù acuita dalla particolare delicatezza e difficoltà che ripete l'oggetto stesso dell'attività: l'esercizio di una attività sanitaria.

1. I PRIMI ADEMPIMENTI DEL CURATORE

Con sentenza depositata in data ... il Tribunale di ..., su istanza presentata dal sottoscritto curatore ha dichiarato il fallimento della “ ...”.

A seguito dell'accettazione dell'incarico il sottoscritto curatore ha acquisito le prime informazioni ed eseguito un primo accesso presso la struttura nel corso del quale si è costatata [illustrare la situazione riscontrata in azienda] .

All'esito di tali riscontri, ho ritenuto doveroso soprassedere all'immediata formale cessazione dell'attività e procedere, invece, alla presentazione di un'istanza al giudice delegato per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio dell'attività ai sensi dell'art. 104, comma 2, l.fall., previa costituzione del comitato dei creditori e acquisizione del loro parere favorevole.

Finalità oggettiva dell'esercizio provvisorio è di conservare l'impresa in funzione di una proficua riallocazione sul mercato attraverso la vendita dell'azienda in attività a terzi. Nel caso di specie, l'esercizio provvisorio è stato quindi disposto primariamente nell'interesse dei creditori a conservare intatta la garanzia patrimoniale rappresentata dalla esistenza di una azienda [illustrare le motivazioni che possono essere diverse in relazione all'attività svolta in concreto dalla impresa].

Se la tutela dell'interesse dei creditori ha rappresentato la ragione determinante per la prosecuzione dell'attività, nondimeno sono stati tenuti in considerazione ulteriori interessi di chiara natura collettiva e valenza sociale quali: la tutela dei livelli occupazionali e interesse della collettività alla prosecuzione delle prestazioni [es. sanitarie nel caso di azienda sanitaria].

2. NOMINA DEL COMITATO DEI CREDITORI

In ottemperanza alla previsione dell'art. 40, comma 1 l.fall. e anche al fine di poter acquisire il parere sulla istanza di autorizzazione all'esercizio provvisorio, sulla base dell'elenco dei creditori depositato dalla Società in data ... ho presentato istanza al Giudice delegato per la nomina del comitato dei creditori. In considerazione dell'esigenza di garantire la massima rappresentatività dell'organo e quindi la varietà giuridico formale dei crediti, avendo riguardo altresì alla entità del credito e alle disponibilità manifestate dai creditori contattati, su istanza del sottoscritto, il giudice delegato ha nominato membri del comitato dei creditori i seguenti creditori [indicare nome dei creditori].

In pari data, il comitato dei creditori, convocato avanti al Giudice delegato, si è formalmente costituito, alla presenza dei sottoscritti curatori, nominando quale Presidente il...

In occasione della costituzione del comitato dei creditori, sono state illustrate le ragioni alla base della istanza di autorizzazione all'esercizio provvisorio dell'attività; all'esito, il comitato ha espresso parere favorevole all'unanimità e il giudice delegato ha autorizzato l'esercizio provvisorio.

3. LE OPERAZIONI DI INVENTARIO

In considerazione della complessità delle operazioni di inventario che interessano la complessa struttura, e quindi le attrezzature, macchinari e in generale tutti i beni mobili ivi presenti, ho ritenuto opportuno procedere ad una prima importante ricognizione ed inventariazione delle attrezzature presenti nella struttura con l'assistenza di personale specialistico della impresa; onde ripetere alla presenza del cancelliere indicato nella sentenza dichiarativa di fallimento sulla base dell'inventario dei beni redatto dall'azienda, di cui si è verificata la effettiva esistenza fisica [1] .

4. I RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO

Alla data di dichiarazione di fallimento, la Società era titolare di rapporti di conto corrente bancario accesi presso diverse banche, nello specifico [indicare i rapporti in essere]

La procedura non intrattiene allo stato rapporti creditizi di natura diversa; è da rilevare tuttavia che le esigenze finanziarie dipendenti dal riavvio dell'attività aziendale hanno imposto un'attenta considerazione del fabbisogno generato dalla gestione, in considerazione dei tempi di pagamento necessari per ottenere il pagamento, da parte di ..., della produzione di periodo. Una ricognizione dei dati consuntivi dell'ultimo periodo annuale fornisce, infatti, evidenza di periodi di incasso prudentemente stimabili in circa 180 giorni dall'emissione della fattura.

Necessita, in buona sostanza, ricostituire una strumentazione finanziaria idonea a realizzare il finanziamento dell'impresa in esercizio; allo scopo sono stati intrattenuti proficui colloqui con ..., banca munita di cospicua esperienza nel finanziamento di imprese gestite da procedure fallimentari. In particolare, è stata rappresentata alla predetta Banca, in via preliminare, la necessità di assicurare al fallimento in esercizio provvisorio due distinte linee di fido, e precisamente:

— una linea di fido utilizzabile nella forma tecnica dello scoperto di conto corrente, dell'importo di ... destinata alla copertura di esigenze di elasticità di cassa;

— una linea di fido utilizzabile nella forma tecnica dell'anticipazione su fatture (con o senza accordi di cessione del relativo credito), dell'importo di euro ..., destinata a mobilizzare i crediti derivanti dalla produzione corrente [2] .

Le consequenziali attività istruttorie da parte dell'istituto sono tuttora in corso. È stato acquisito formale parere autorizzatorio da parte del comitato dei creditori, ai sensi e per gli effetti dell'art. 35 l. fall.

Sempre nell'ambito dell'attività di gestione dei primi tre mesi, anche sulla base delle preliminari verifiche effettuate dal [figura dirigenziale della impresa], ho proceduto alla stipulazione dei contratti necessari per il riavvio di tutte le attività.

Inoltre, al fine di rendere efficiente l'organizzazione dell'azienda, ho proceduto ad una revisione del personale dipendenti sulla base delle esigenze attuali della impresa, nel rispetto della normativa di settore, al fine di valorizzare l'azienda in vista della sua migliore collocazione a terzi sul mercato.

5. I RAPPORTI CON IL PERSONALE DIPENDENTE

Il personale in forza alla società fallita, assumendo quale data di riferimento la data del ...ammontava a n. ... lavoratori subordinati.

Il numero dei dipendenti, le date di assunzione, la descrizione dell'unità operativa, le qualifiche professionali individuali sono meglio precisati nella scheda riassuntiva che si allega alla presente relazione, per formarne parte integrante e sostanziale () omessi per privacy, i relativi nominativi.

I contratti con i lavoratori dipendenti sono proseguiti con il fallimento in esercizio provvisorio.

6. LA VERIFICA SUI RAPPORTI CONTRATTUALI IN CORSO

Il numero di rapporti contrattuali in corso alla data della dichiarazione di fallimento ha reso la verifica degli stessi, necessaria ai fini di una corretta scelta gestoria in ordine alla loro prosecuzione, riguardando in molti casi beni e attrezzature [indicare tipologia] per le quali si è resa necessaria la collaborazione con la Società.

In molti casi, ho ritenuto necessaria e funzionale all'esercizio provvisorio dell'impresa, la continuazione dei contratti o, nei casi di contratti scaduti, il loro rinnovo, in alcuni casi attraverso una rimodulazione delle condizioni economiche.

Sono di seguito elencati i contratti in corso con il Fallimento in esercizio provvisorio. [3]

Contratti attivi

[elencare contratti e tipologia di ciascuno]

Per altri contratti, la maggior parte dei quali risultano sospesi nell'esecuzione già antecedentemente alla dichiarazione di fallimento a causa delle inadempienze nei pagamenti da parte della società, sono ancora in corso verifiche e contatti con i fornitori per l'individuazione di quelli necessari all'esercizio dell'attività aziendale e per la definizione delle relative condizioni contrattuali.

7. RENDICONTO ECONOMICO RIFERITO AL PERIODO ...

I dati di rendiconto, riferiti al periodo intercorrente tra il provvedimento di apertura dell'esercizio provvisorio e ... relativi al primo trimestre sono compendiabili come segue:

[riportare il rendiconto economico-finanziario- patrimoniale]

Appare di qualche rilievo il dato di sintesi rappresentato dal risultato di periodo: sia la sospensione dell'attività sanitaria determinata dalle note esigenze di carattere tecnico, edilizio ed impiantistico, sia le evidenti necessità di riordino ed efficientamento dell'organizzazione aziendale palesatesi al sottoscritto, hanno determinato un significativo differimento della ripresa dell'attività produttiva e quindi lo sviluppo di un fatturato di periodo ben inferiore alle potenzialità aziendali; tale circostanza, tuttavia, non ha compromesso le esigenze di equilibrio economico della gestione.

Tanto dovevamo

Luogo e data ...

Il Curatore ...

In relazione alla complessità e quantità dei beni e attrezzature che compongono l'azienda, il curatore potrà valutare l'opportunità di procedere con l‘assistenza dei responsabili dell'azienda alla inventariazione dei beni sulla base dei cespiti indicati in contabilità; per poi effettuare una ricognizione successiva con il cancelliere.

Buona parte della dottrina ritiene preclusa al curatore la possibilità di fare ricorso al credito bancario in quanto finirebbe per aggravare in senso peggiorativo il grado di soddisfazione dei creditori concorsuali. Invero, nella prassi il ricorso all'anticipazione finanziaria su fatture, o talora allo strumento del factoring, può apparire necessario ai fini della prosecuzione dell'attività. Vero è che nel caso il curatore dovrebbe munirsi della autorizzazione del comitato dei creditori - trattandosi di atto di straordinaria amministrazione - e rendere doverosa informativa al giudice delegato.

Una importante novità attuata dalla riforma del 2006 attiene alla previsione di una specifica disciplina dei rapporti pendenti nel corso dell'esercizio provvisorio. Il comma 7 dell'art. 104, in deroga alla disciplina contenuta negli artt. 72 e ss. l.fall. prevede che i contratti pendenti proseguono salvo che il curatore non intenda scioglierli. La finalità di detta regola è evidentemente quella di garantire la prosecuzione dell'attività di impresa che potrebbe essere ostacolata da una eventuale interruzione dei contratti in corso. In relazione ai crediti maturati per contratti pendenti proseguiti dal curatore nell'ambito dell'esercizio provvisorio, la giurisprudenza ha affermato il principio per cui in caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica (nella specie somministrazione) pendenti al momento della dichiarazione di fallimento ed in presenza di esercizio provvisorio dell'impresa fallita, disposto ex art. 104 l.fall., i relativi crediti maturati ante fallimento, sono o meno prededucibili, a seconda che, al termine dell'esercizio provvisorio, il curatore abbia scelto di subentrare o sciogliersi dal contratto, mentre solo quelli maturati in pendenza di esercizio provvisorio sono sempre prededucibili, al pari di quelli, successivi al termine dell'esercizio provvisorio, in caso di subentro nel contratto da parte del curatore; infatti, l'eccezionalità delle disposizioni dettate dalla l.fall. per i contratti di durata, ex artt. 74 e 82 l.fall., in ragione dell'indivisibilità delle prestazioni, con il diritto alla prededuzione dei crediti anche preesistenti va contemperata con la ratio della disciplina dell'esercizio provvisorio, che limita la stessa prededucibilità quando la prosecuzione del rapporto è l'effetto diretto del provvedimento giudiziale, non della scelta del curatore: Cass. n. 4303/2012.

Commento

L'art. 104 l.fall. disciplina in dettaglio: a) gli obblighi informativi del curatore relativi alla gestione dell'impresa nei confronti del comitato dei creditori al quale organo è attribuito un potere di instare in ogni momento per la cessazione dell'esercizio provvisorio; nonché la sorte dei rapporti pendenti alla data di dichiarazione di fallimento e dei crediti sorti in occasione della gestione provvisoria.

Quanto agli obblighi informativi, questi si inquadrano nella esigenza di un rigoroso controllo da parte degli organi di procedura sull'andamento della gestione provvisoria dell'attività e di mantenimento dei presupposti per la prosecuzione dell'attività. Per conseguenza la norma, a seguito della riforma del 2006, prevede oggi l'obbligo del curatore di convocare ogni tre mesi il comitato dei creditori per informali “sull'andamento dell'esercizio provvisorio” e sulla opportunità di continuare o meno l'attività. Inoltre, il comma 5 della norma citata prevede altresì l'obbligo per il curatore di depositare ogni sei mesi un rendiconto di gestione che contenga oltre ad una relazione sulle operazioni principali poste in essere dal curatore inerenti all'attività di impresa, anche un rendiconto di natura economico-finanziario e patrimoniale.

Nella prassi la previsione legislativa viene integrata dal provvedimento del giudice delegato il quale può, in applicazione dei principi generali in materia di integrazione di poteri e potestà a mezzo di provvedimenti discrezionali di natura autorizzatoria, prevedere obblighi informativi ulteriori e un termine finale per la prosecuzione dell'attività di impresa.

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