Istanza del curatore al giudice delegato per l'autorizzazione alla vendita di immobili in esecuzione del programma di liquidazione

Cristina Asprella
Giuseppina Ivone

Inquadramento

A norma dell'art. 107 l.fall., le vendite e gli altri atti di liquidazione posti in essere in esecuzione del programma di liquidazione sono effettuati dal curatore tramite procedure competitive anche avvalendosi di soggetti specializzati, sulla base di stime effettuate, salvo il caso di beni di modesto valore, da parte di operatori esperti, assicurando, con adeguate forme di pubblicità, la massima informazione e partecipazione degli interessati. Questi soggetti specializzati sono gli istituti di vendite giudiziarie ovvero intermediari esperti nella vendita o soggetti ad essa delegati quali possono essere alcuni liberi professionisti quali notai, avvocati o commercialisti, analogamente a quanto prevede l'art. 532 c.p.c. per la vendita dei beni mobili.

Quanto in particolare alla vendita dei beni immobili bisogna ricordare come l'art. 591-bis c.p.c. preveda che siano effettuate di preferenza senza incanto e con la delega delle operazioni ai professionisti ivi indicati. In questa sede è opportuno ricordare come nella prassi di molti Tribunali fallimentari già si procedeva in tal modo, anche prima della previsione normativa dell'art. 591-bis, ritenendo preferibile la vendita senza incanto.

Agli Istituti di Vendite Giudiziarie può essere affidata anche la custodia degli immobili facenti parte del patrimonio fallimentare, oltreché dei beni mobili rientranti nello stesso.

Per quanto concerne una eventuale procedura di vendita telematica, pur nel silenzio della legge fallimentare al riguardo, la possibile applicazione delle norme del codice di procedura civile fa sì che la stessa possa senz'altro essere effettuata nel rispetto della disciplina posta dal Decreto del Ministero della Giustizia n. 32 del 26 febbraio 2015 che stabilisce le regole tecniche e operative per lo svolgimento delle vendite dei beni mobili e immobili mediante gara telematica nei casi previsti dal codice di procedura civile. In particolare, ai sensi del decreto in questione, la procedura di vendita telematica può svolgersi secondo la modalità della “vendita sincrona telematica” (art. 21) nel qual caso l'offerta e la domanda di partecipazione all'incanto possono essere presentate solo con modalità telematiche; la “vendita sincrona mista” (art. 22) in cui le offerte e le domande di partecipazione possono essere presentate sia con modalità telematiche che con deposito in cancelleria; e, infine, la “vendita asincrona” in cui, nell'ipotesi di vendita senza incanto, la gara ha luogo per il tramite di rilanci compiuti nell'ambito di un determinato lasso temporale e in cui l'offerta è presentata soltanto per via telematica.

Formula

TRIBUNALE DI....

Fallimento di...., n....

Giudice delegato: Dott....

Curatore:....

ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLA VENDITA IMMOBILIARE

(EX ART. 104-ter, COMMA 8, L.fall.)

***

Egr. Giudice delegato,

il sottoscritto Curatore

PREMESSO CHE

- in data .... è stato approvato dal Comitato dei creditori il programma di liquidazione;

- in data .... il programma in questione è stato depositato in cancelleria;

- in tale programma si prevede, tra le altre, la vendita dell'immobile sito in ...., via ...., n. ...., .... (segue descrizione dettagliata degli estremi identificativi dell'immobile da vendersi), vendita che si terrà con le modalità di seguito indicate

- affinché la vendita possa essere effettuata, ai sensi dell'art. 104-ter, ottavo comma, l.fall., è necessaria l'autorizzazione del Giudice delegato;

Tutto quanto sopra esposto,

CHIEDE

all'Ill.mo Giudice delegato di autorizzare la vendita dell'immobile .... (indicare estremi identificativi) con le modalità previste dal programma di liquidazione e sopra riportate, meglio specificate nel disciplinare di gara allegato alla presente istanza.

Luogo e data ....

Il Curatore ....

(allegare documentazione)

Commento

Sia prima che in esecuzione del programma di liquidazione, il curatore può procedere alla liquidazione dei beni, previa autorizzazione del giudice delegato. Se lo fa prima dell'approvazione del programma, il curatore, oltre a questa autorizzazione deve anche sentire il comitato dei creditori se già nominato e può essere autorizzato solo se dal ritardo possa derivare pregiudizio all'interesse dei creditori. Invece la liquidazione dei beni in ossequio al programma di liquidazione è la conseguenza naturale dell'approvazione dello stesso. Infatti l'art. 104-ter l.fall. stabilisce che il programma di liquidazione approvato è comunicato al giudice delegato che autorizza l'esecuzione degli atti ad esso conformi.

Al giudice delegato, in sede di autorizzazione dei singoli atti esecutivi contenuti nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori, non spetta entrare nel merito delle scelte operate dal curatore, dovendo esercitare il proprio potere di controllo con riferimento alla c.d. regolarità formale ed alla c.d. legittimità sostanziale. Il giudice delegato, nell'autorizzare i singoli atti esecutivi contenuti nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori, deve apprezzare la regolarità delle valutazioni svolte dal curatore, consistente nel rispetto dei canoni di sufficiente informazione, di non manifesta irragionevolezza e di sufficienza della motivazione. Il giudice delegato può negare l'autorizzazione all'instaurazione di azioni revocatorie indicate nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori, qualora dal piano risulti che il curatore non abbia in alcun modo valutato il rapporto tra costi, rischi e benefici delle stesse. Il curatore, nel redigere il proprio programma di liquidazione, per quanto attiene all'esperimento delle azioni revocatorie, deve valutare la loro convenienza sotto il profilo della presumibile fondatezza, della solvibilità della controparte e del loro valore in rapporti ai costi (in giur. si veda Trib. La Spezia 31 maggio 2010).

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