Istanza al giudice dell'esecuzione per la dichiarazione di improcedibilità della procedura esecutiva nella quale il curatore non intende effettuare il subentro

Cristina Asprella
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Se alla data di dichiarazione di fallimento sono pendenti procedure esecutive, il curatore può subentrarvi; in tale caso si applicano le disposizioni del c.p.c.; altrimenti su istanza del curatore il giudice dell'esecuzione dichiara l'improcedibilità dell'esecuzione, salvi i casi di deroga di cui all'articolo 51 l.fall. La norma, nella stesura vigente, a differenza della precedente, prevede che il curatore possa subentrare nell'esecuzione ma che questo subentro non sia automatico. Secondo la giurisprudenza di legittimità nell'ipotesi in cui, prima della dichiarazione di fallimento, sia stata iniziata da un creditore l'espropriazione di uno o più immobili del fallito, a norma dell'art. 107 l.fall., il curatore si sostituisce al creditore istante, e tale sostituzione opera di diritto, senza che sia necessario un intervento da parte del curatore o un provvedimento di sostituzione da parte del giudice dell'esecuzione; ove il curatore ritenga di attuare altre forme di esecuzione, la procedura individuale, non proseguita, per sua scelta, dal curatore, né proseguibile, ai sensi dell'art. 51 l.fall., dal creditore istante, diventa improcedibile, ma tale improcedibilità non determina la caducazione degli effetti sostanziali del pignoramento (tra cui quello, stabilito dall'art. 2916 c.c., in base al quale nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione non si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento), purché però, nel frattempo, non sia sopravvenuta una causa di inefficacia del pignoramento stesso, la quale, benché non dichiarata dal giudice dell'esecuzione all'epoca della dichiarazione di fallimento, opera ex tunc ed automaticamente (si veda in tal senso Cass. VI, n. 24442/2010,). Proprio il fatto che si tratti di una libera scelta del curatore rende necessaria una sua formale costituzione in giudizio. Qualora invece il curatore non intenda subentrare nella procedura esecutiva, il giudice dell'esecuzione deve dichiarare l'improcedibilità dell'esecuzione stessa salvo nelle ipotesi di legge di deroga previsti dall'art. 51 l.fall., di cui il più importante è senz'altro quello del credito fondiario.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Ill.mo Giudice dell'esecuzione,

il sottoscritto (Dott. .... Avv. ....) con studio in ...., via ...., n. ...., PEC ...., Curatore del fallimento in epigrafe indicato, nominato da codesto Tribunale con sentenza n. .... del ....,

ESPONE QUANTO SEGUE

- con sentenza n. .... emessa in data .... il Tribunale di .... ha dichiarato il fallimento della Società....;

- rispetto a tale Società sono tuttora pendenti alcune procedure esecutive, iscritte ai seguenti numeri di Ruolo.... (specificare i Ruoli) e i beni oggetto delle stesse sono stati acquisiti all'attivo del Fallimento in epigrafe specificato;

- Il Curatore istante non ha interesse al subentro nelle procedure esecutive indicate al precedente punto....

PERTANTO CHIEDE

All'Ill.mo Giudice dell'esecuzione, in applicazione dell'art. 107 comma 6, di dichiarare l'improcedibilità delle procedure esecutive supra specificate.

Luogo e data....

Il Curatore....

Data e Visto della Cancelleria

Commento

Nell'ambito delle disposizioni relative alla vendita fallimentare dobbiamo distinguere tra le vendite endofallimentari e quelle extrafallimentari che si compendiano, tutte, nella previsione del subentro del curatore nelle procedure esecutive correnti, prevista e disciplinata dall'art. 107, comma 6, l.fall. Le due alternative previste dalla norma, già ricordate, sono quella del subentro del curatore con applicazione delle disposizioni del codice di rito; quella della dichiarazione di improcedibilità dell'esecuzione in caso di mancato subentro, salve le deroghe previste dall'art. 51 l.fall.

Solo nel caso di subentro avremo una procedura di vendita extrafallimentare; pertanto, laddove non subentri nell'esecuzione in corso, il curatore dovrà richiedere la dichiarazione di improcedibilità della procedura esecutiva pendente e si avrà la conseguente vendita endofallimentare. La scelta del curatore è una scelta di tipo pratico, derivante soprattutto dallo stato della procedura esecutiva corrente, atteso che se essa è già pervenuta al suo termine fisiologico, ad esempio all'udienza per la vendita o l'assegnazione, allora la scelta dovrà propendere per il subentro piuttosto che per l'improcedibilità.

Vi è un'ipotesi in cui il creditore può in proprio proseguire l'azione esecutiva ed è quella specificamente disciplinata dall'art. 41, comma 2, del d.lgs. n. 385/1993 (Testo Unico Bancario); il creditore, tuttavia, è comunque obbligato ad insinuarsi nel passivo fallimentare.

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