Istanza al giudice delegato per impedire il perfezionamento della vendita quando il prezzo è di gran lunga inferiore a quello giusto alle condizioni di mercatoInquadramentoL'art. 108 l.fall. prevede che il giudice delegato, su istanza del fallito, del comitato dei creditori o di altri interessati, previo parere dello stesso comitato dei creditori, possa sospendere, con decreto motivato, le operazioni di vendita, qualora ricorrano gravi e giustificati motivi ovvero, su istanza presentata dagli stessi soggetti entro dieci giorni dal deposito di cui al quarto comma dell'articolo 107, impedire il perfezionamento della vendita quando il prezzo offerto risulti notevolmente inferiore a quello giusto, tenuto conto delle condizioni di mercato. Per i beni immobili e gli altri beni iscritti in pubblici registri, una volta eseguita la vendita e riscosso interamente il prezzo, il giudice delegato ordina, con decreto, la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, nonché delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi e di ogni altro vincolo. La disposizione istituisce due diverse fattispecie di sospensione; la prima, ossia quando ricorrano gravi e giustificati motivi, con adozione delle cautele previste dalla stessa, ossia il parere del Comitato dei creditori; la seconda, invece, quando il prezzo sia notevolmente inferiore a quello giusto. Sia nell'uno che nell'altro caso l'istanza va proposta dai soggetti sopra ricordati; quanto agli “altri interessati” menzionati nella norma essi sono, per esempio, gli offerenti nella procedura di vendita fallimentare, ovvero coloro che siano titolari di un diritto reale sul bene. La norma si divide sostanzialmente in due previsioni. Al primo comma sono inseriti i poteri di vigilanza che spettano al giudice delegato e che si concretizzano nella possibilità di sospendere le operazioni di vendita o impedirne il perfezionamento nella ricorrenza dei presupposti di legge. Al secondo comma, invece, sono inserite le previsioni relative ai poteri purgativi, corrispondenti alla cancellazione delle iscrizioni relative ad eventuali diritti di prelazione oltreché delle trascrizioni degli eventuali pignoramenti, sequestri conservativi e vincoli vari eseguiti sul bene compravenduto. Risulta evidente dalla lettura del primo comma che i poteri di controllo ivi elencati non sono poteri esercitabili ex officio ma soltanto su istanza del fallito, del comitato dei creditori o di altri interessati. In particolare il potere di sospendere la vendita può essere esercitato se ricorrono gravi e giustificati motivi; si tratta di un potere limitato che si esercita soltanto con riferimento alle operazioni di vendita e non anche con riferimento al “se” della liquidazione dell'attivo che, viceversa, è soggetto alla norma di cui all'art. 19 l.fall. [1] Quanto alla sospensione per prezzo ritenuto di gran lunga inferiore a quello giusto, il riferimento della norma è unicamente alle condizioni di mercato. Il parametro va necessariamente integrato con quanto affermato dalla giurisprudenza con riguardo alla norma speculare del processo civile, ossia l'art. 586 c.p.c. Con riferimento a tale ultima previsione si è detto che l'attività del giudice nel sospendere deve presupporre una comparazione tra il prezzo concretamente realizzato con l'aggiudicazione e quello che, se non vi fosse stata l'interferenza di fattori devianti, sarebbe stato concretamente conseguito (ad es. si veda Cass. n. 1612/2012). Anche in questo caso si ritiene che il potere del giudice sia subordinato ad una valutazione ampiamente discrezionale e che sia rivolto ad impedire interferenze illegittime nella determinazione del prezzo di vendita. Quanto all'effetto purgativo o liberatorio previsto dal secondo comma dell'art. 108 l.fall., anch'esso è speculare alla corrispondente previsione dell'art. 586 c.p.c. a norma del quale il giudice ordina che si cancellino le trascrizioni dei pignoramenti e le iscrizioni ipotecarie, se queste non si riferiscono ad obbligazioni assunte dall'aggiudicatario ex art. 508 c.p.c. Il giudice con decreto ordina anche la cancellazione delle trascrizioni dei pignoramenti e delle iscrizioni ipotecarie successive alla trascrizione del pignoramento. [] [1] A norma dell'art. 19 l.fall., proposto il reclamo, la Corte d'Appello, su richiesta di parte o del curatore, può, ove ricorrano gravi motivi, sospendere in tutto o in parte, ovvero temporaneamente, la liquidazione dell'attivo. L'istanza in questione si propone con ricorso. Il presidente della Corte d'Appello, con decreto steso in calce al ricorso, ordina la comparizione delle parti dinanzi al collegio in camera di consiglio. Copia del ricorso e del decreto sono notificate alle altre parti e al curatore. FormulaFallimento di .... Sez. fall.... Giudice delegato: Dott. .... Tribunale di .... ISTANZA PER IMPEDIRE IL PERFEZIONAMENTO DELLA VENDITA Ill.mo Sig. Giudice delegato, il sottoscritto (Dott. ...., Avv. ....) con studio in ...., alla via ...., n. ...., PEC ...., nella qualità di curatore del fallimento in epigrafe indicato ESPONE QUANTO SEGUE - si stanno svolgendo le procedure di vendita fallimentare dei seguenti beni: .... (indicare quali); - il giorno.... è stato depositato in Cancelleria il verbale delle operazioni di vendita con l'esito delle relative procedure; il prezzo offerto è di gran lunga inferiore a quello giusto alle vigenti condizioni di mercato, come si può evincere dal seguente.... (indicare listino, ecc.); - il sottoscritto intende, pertanto, avvalersi del potere conferitogli dalla legge fallimentare di impedire il perfezionamento della vendita supra indicata; tanto premesso, CHIEDE alla S.V. Ill.ma, previo parere favorevole del Comitato dei creditori, di impedire il perfezionamento della vendita in questione Luogo e data.... Il Curatore.... Visto della Cancelleria CommentoCon riferimento alla sospensione delle operazioni di vendita per l'offerta di un prezzo di gran lunga inferiore a quello giusto, risulta un contrasto tra la disposizione dell'art. 108 l.fall. e l'art. 107 stessa legge a causa dell'erroneità del richiamo operato dall'art. 108 all'art. 107, comma 4, mentre dopo le riforme degli ultimi anni, si sarebbe dovuto rinviare al comma 5 della stessa norma. Pertanto il dies ad quem per la proposizione dell'istanza di sospensione delle operazioni di vendita in questo caso deve essere determinato nel decimo giorno successivo al deposito della documentazione prevista dall'art. 107, comma 5, l.fall. Resta da discorrere dei potenziali rimedi contro il provvedimento del giudice che disponga la sospensione ovvero che la neghi. La norma dell'art. 108 l. fall. stabilisce che il provvedimento del giudice debba essere un decreto motivato. Esso potrebbe, pertanto, essere impugnato ai sensi e per gli effetti dell'art. 26 l.fall. che, come è noto, prevede che contro i decreti del giudice delegato e del tribunale può essere proposto reclamo rispettivamente al tribunale o alla Corte di Appello che provvedono in camera di consiglio. Il reclamo deve essere proposto entro 10 giorni che decorrono dalla comunicazione o notificazione del provvedimento per il curatore, il fallito, il Comitato dei creditori e per chi ha chiesto o nei cui confronti è stato domandato il provvedimento. Per gli altri interessati, invece, il termine decorre dall'esecuzione delle formalità pubblicitarie disposte dal giudice delegato o dal Tribunale. Non sembra viceversa accoglibile la tesi secondo cui contro il detto decreto sarebbe esperibile il reclamo ex art. 36 l.fall. |