Riparto parziale del curatore ex art. 113 l.fall.

Cristina Asprella
Giuseppina Ivone

Inquadramento

L'art. 110, comma 1, l.fall. prevede che, a partire dalla data di deposito dello stato passivo, il curatore presenti a cadenza quadrimestrale un prospetto delle somme disponibili e un progetto di ripartizione. La stessa norma precisa che il giudice delegato può stabilire un termine diverso. E che vanno escluse dalla ripartizione le somme occorrenti per la procedura .

La speditezza nella esecuzione dei riparti assicura un maggior rispetto degli interessi dei creditori: sia perché li preserva dagli effetti dell'inflazione, sia perché riduce la fruttuosità di quei crediti su cui continuano a maturare interessi anche dopo la dichiarazione di fallimento.

Presupposto logico, prima ancora che giuridico per procedere al riparto è ovviamente la disponibilità liquida. Tale necessario presupposto non è tuttavia anche sufficiente. Pur in presenza di attivo in cassa, la prassi affermatasi nella quasi totalità degli uffici è stata nel senso di tollerare termini (molto) più lunghi dei quattro mesi previsti dalla legge tra un progetto di riparto e l'altro. In genere, non si rinviene un provvedimento esplicito del giudice delegato volto a fissare periodicità diverse e più ampie. Tuttavia, la tolleranza costantemente dimostrata dagli uffici (che potrebbero contestare l'inerzia e sottoporre il curatore al giudizio di revoca) testimonia la sostanziale condivisione dell'operato. Del resto, una simile stretta periodicità presupponeva una velocità nelle operazioni di apprensione e liquidazione dell'attivo obbiettivamente lontane dalla realtà. Si aggiunga la necessità, richiamata dalla legge, di riservare dalla ripartizione le somme occorrenti per l'amministrazione della procedura e apparirà chiara la inopportunità di riparti così frequenti di un attivo a quel punto necessariamente modesto.

La prassi dei tribunali è di ritenere necessario il riparto quantomeno allorquando le somme disponibili siano sufficienti a soddisfare una categoria di creditori.

Il giudice delegato, sentito il comitato dei creditori, apporta al progetto le modifiche che ritiene e ne ordina il deposito in cancelleria, disponendo che il curatore avvisi tutti i creditori ammessi (art. 110, comma 2, l.fall.).

La prassi seguita in molti uffici è di annotare in calce al progetto le variazioni, invitando il curatore a presentare un nuovo progetto che, corretto secondo le indicazioni del giudice, sarà depositato in cancelleria senza variazioni.

Per l'opinione comune il giudice delegato deve limitarsi a una verifica sostanziale e formale sull'ordine e sull'ammontare della distribuzione, senza in alcun modo intaccare le risultanze dello stato passivo.

I creditori possono proporre reclamo avverso il progetto di riparto al giudice delegato entro quindici giorni dalla ricezione della comunicazione.

Una volta reso esecutivo, il piano di riparto non può più essere modificato. Se tuttavia sono stati commessi errori materiali, essi possono essere emendati con il successivo piano di riparto.

Un limite all'immodificabilità del riparto approvato è dato dal riconoscimento del credito di chi si è insinuato tardivamente, ma senza colpa per il ritardo (art. 112 l.fall.). Il ritardo dovuto a colpa del creditore è dunque sanzionato con la perdita della percentuale già distribuita agli altri creditori. Sono poi fatti salvi i diritti di prelazione (sempre art. 112 l.fall.).

La giurisprudenza ha precisato che “il creditore incolpevole ammesso tardivamente partecipa al riparto solo nei limiti delle disponibilità residue”: va dunque esclusa qualsiasi restituzione di somme (invece prevista nel caso di revoca di credito ammesso: art. 114 l.fall.). La stessa conclusione deve valere, ovviamente, per i crediti colpevolmente tardivi ma privilegiati.

Il curatore provvede al pagamento dei creditori nei modi stabiliti dal giudice delegato (art. 115 l.fall.).

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento ...n ____

Giudice delegato Dott. ...

Curatore Dott./Avv. ...

PROSPETTO DELLE ATTIVITÀ DELLA PROCEDURA FALLIMENTARE E PROGETTO DI RIPARTIZIONE PARZIALE

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

con decreto emesso in data ... è stato reso esecutivo lo stato passivo delle istanze tempestive; successivamente con decreti del ____ sono stati resi esecutivi gli stati passivi delle istanze tardive.

Lo stato passivo attuale, che si allega, ha recepito tutte le modificazioni intervenute ai sensi dell'art. 115 l.fall. sino alla data di presentazione del presente piano di riparto parziale.

Alla luce delle liquidità acquisite dalla procedura sino ad oggi, è possibile procedere agli incombenti previsti dagli artt. 110 e seguenti della l. fall. in funzione della esecuzione di un Primo piano di riparto parziale di somme ai creditori concorrenti.

In tale prosettiva, tenuto conto dei dati contabili della procedura, delle risultanze dello stato riepilogativo dei beni immobili, della necessità di operare opportuni accantonamenti per spese e oneri futuri ed altresì ulteriori accantonamenti secondo la previsione dell'art. 113 l. fall., di seguito si riporta

PROSPETTO DELLE ATTIVITÀ DELLA PROCEDURA

Entrate

— per incassi crediti

— per vendite mobiliari

— per vendite immobiliari

—  ... (altri realizzi)

A) Totale Entrate Euro

Uscite

— spese per ...

— oneri di procedura

—  ...

B) Totale Uscite Euro

Totale A- B Euro

Pagamenti eseguiti (art. 53 l.fall.)

Totale disponibilità liquide

Accantonamento generale ex art. 113 comma 1 l.fall.

Accantonamento generale ex art. 113 comma 2 l.fall.

Attivo disponibile Euro ...

Ponderando i suesposti dati mediante applicazione dei criteri di imputazione per masse di tutte le entrate e le uscite della procedura può pervenirsi alla precisazione del seguente netto da ripartire

Attivo disponibile della massa immobiliare Euro ...

Attivo disponibile della massa mobiliare Euro ...

Per conseguenza, è possibile procedere alla formazione del seguente

PIANO DI RIPARTO PARZIALE

Dell' importo sopra indicato pari a Euro ... si propone la distribuzione a tutti i creditori utilmente collocati ed in particolare

— ai creditori in prededuzione ex art. 111 l.fall. Euro ...

— ai creditori ipotecari Euro ...

— ai creditori muniti di privilegio generale sui beni mobili ex art. 2751 bis n. 1 c.c. Euro ...

I creditori sono meglio identificati nell'allegato prospetto nominativo che costituisce parte integrante del presente progetto.

Devono considerarsi accantonate ai sensi e per gli effetti dell'art. 113 comma 1 n. 1 l.fall. le quote assegnate ai creditori ammessi con riserva, per il complessivo importo di Euro ... (domanda rubricata al cronologico _____).

Tutto quanto sopra premesso ed esposto, il sottoscritto curatore

CHIEDE

che l'Il.mo Giudice voglia ordinare il deposito in cancelleria del progetto di ripartizione, disponendo che a tutti i creditori, compresi quelli per i quali è in corso uno dei giudizi ex art. 98 l.fall., sia data comunicazione mediante l'invio di copia a mezzo posta certificata.

Si allegano:

1) Prospetto delle attività della procedura per masse.

2) Primo piano di ripartizione parziale ai creditori

Commento

La riforma del 2006 ha in parte modificato la disciplina dei riparti parziali portando da due a quattro mesi il termine entro il quale deve essere effettuato il riparto sempre che vi siano risorse sufficienti per procedere al riparto. Occorre considerare che le ripartizioni parziali possono superare l'80% delle somme da ripartire. L'articolo 113 prevede sia un accantonamento generico quantificato in percentuale rispetto alle somme da distribuire sia accantonamenti specifici in cifra determinata da destinare a quattro categorie di creditori, la cui posizione sia ancora sub iudice; ai terzi che abbiano dovuto corrispondere somme alla curatela in esecuzione di provvedimenti giudiziali non ancora irrevocabili. La introduzione di ulteriori ipotesi di accantonamenti sarebbe in contrasto con il diritto dei creditori a ricevere una sollecita ripartizione. Interesse prevalente rispetto a quello degli altri creditori che non sono stati in grado di avere analoga valenza nell'insinuarsi tempestivamente al passivo (Cass. n. 5304/2009).

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