Rendiconto di gestione ex art. 116 l.fall.

Cristina Asprella
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Compiuta la liquidazione dell'attivo, prima di procedere al riparto finale il curatore presenta al Giudice delegato il conto della gestione. Il giudice ordina il deposito del conto in cancelleria e fissa l'udienza nella quale ogni interessato può presentare osservazioni. Di queste attività il curatore avvisa il fallito e i creditori. Se all'udienza non vengono presentate osservazioni, o si raggiunge l'accordo sulle osservazioni presentate, il giudice approva il conto, altrimenti procede all'istruzione del giudizio. Il curatore avvisa il fallito e i creditori fissando la data dell'udienza davanti al collegio. Questo lo schema predisposto dall'art. 116 l.fall. Una prassi adottata da molti uffici prevede che il giudice, ricevuto il conto della gestione, lo esamini per verificarne la regolarità formale e sostanziale, invitando il curatore ad apportare le necessarie correzioni, modifiche o integrazioni. In tal modo, si allontana per quanto possibile l'evenienza di contestazioni e si favorisce una spedita approvazione del conto .

In alcuni uffici vige la prassi di esonerare il curatore dalla presentazione del conto in caso di fallimenti negativi. Il rendiconto è però attività necessaria: risponde, infatti, al principio generale (che “trova applicazione in ogni settore del diritto privato e pubblico”) per cui chi gestisce un patrimonio altrui deve comunque presentare il conto.

L'oggetto del giudizio sul conto attiene non solo agli errori materiali, alle omissioni e ai criteri di conteggio adottati, ma anche al controllo da parte del giudice delegato, dei creditori ammessi al passivo e del fallito della gestione operata dal curatore, fonte di eventuale responsabilità personale (art. 38 l.fall.). Tale pratica di esonero appare pertanto criticabile (e contraria alla legge).

Significativamente, la giurisprudenza ha ritenuto che nel caso in cui siano insorte questioni sulla ritualità dell'udienza di discussione del conto o sulla necessità dell'instaurazione della fase contenziosa del relativo giudizio e tale fase non sia instaurata, legittimato passivo anche in sede di ricorso straordinario per cassazione è sempre il curatore in proprio, e non la procedura .

Per quanto detto, l'oggetto del giudizio sul conto non si esaurisce in un semplice controllo formale di cassa, ma concerne l'intera amministrazione svolta dal curatore. Al fine di consentire una compiuta rappresentazione e una consapevole verifica da parte dei creditori e da parte del fallito dell'operato svolto dal curatore, la prassi seguita da molti tribunali - è nel senso della compiuta rappresentazione di queste attività nel rendiconto.

La legge non prevede particolari formalità per la redazione del conto. Esso, pertanto, è a forma libera. Tuttavia, deve essere composto in modo da consentire la compiuta rappresentazione dell'amministrazione svolta dal curatore. La formula è stata predisposta tenendo conto delle circolari predisposte da importanti Tribunali, quali Roma e Milano, sulle modalità di redazione. Di solito valgono le seguenti modalità di redazione. Il conto è strutturato in due parti. Una tabellare, in cui vengono evidenziati i flussi finanziari (che devono corrispondere alle risultanze del libretto di deposito intestato all'ufficio fallimentare), e una descrittiva, nella quale sono riferiti gli aspetti salienti dell'amministrazione. In particolare, il curatore deve relazionare: i) sulle azioni legali intraprese, ii) sulle rinunce ad azionare i crediti; iii) sulle vendite effettuate e sulle modalità prescelte; iv) sulle rinunce a procedere o proseguire nelle vendite mobiliari o immobiliari (attesa l'antieconomicità della procedura o l'inappetibilità comprovata del bene); v) sui contratti in cui è subentrati e su quelli da cui si è sciolto; vi) sulle transazioni effettuate. Deve infine aggiornare gli interessati sull'avvenuto accoglimento di insinuazioni tardive e di opposizioni allo stato passivo rispetto alla comunicazione effettuata nell'ultimo piano di riparto parziale.

Non è previsto un termine per la presentazione del rendiconto. Nell'inerzia del curatore, il giudice delegato può tuttavia sollecitarlo all'adempimento entro un congruo arco di tempo. L'inosservanza dell'obbligo costituisce motivo di revoca dall'incarico ai sensi dell'art. 37 l.fall., e può esporre il curatore - ai sensi del combinato disposto degli art. 38 l.fall., 1710 e 2236 c.c. - a responsabilità civile per i danni cagionati.

Circa le osservazioni e le contestazioni che possono essere presentate dal fallito e dai creditori, la giurisprudenza ha in primo luogo ristretto il campo dei legittimati: se ogni interessato può presentare osservazioni, soltanto il fallito e i creditori ammessi possono muovere le “contestazioni” di cui parla l'art. 116, comma 4, l.fall. Inoltre, ha precisato che le contestazioni non possono essere generiche, ma devono essere specificamente articolate e puntualmente comprovate. In particolare, se non si raggiunge l'accordo, il giudice delegato, disponendo l'istruzione della causa, acquisisce i relativi poteri previsti dal c.p.c.

L'udienza di rendiconto è irripetibile occasione di confronto tra i creditori, il fallito e gli organi della procedura. Proprio questa funzione assolvono le “osservazioni” degli interessati: esse costituiscono lo strumento dialogico (e dialettico) per mezzo del quale è possibile confrontarsi non solo con il curatore ma più in generale, e attraverso la discussione sull'operato del curatore, con tutti gli organi della procedura (che tale attività hanno vigilato, autorizzato e diretto). Attraverso le osservazioni gli interessati potranno sottoporre all'ufficio nuove questioni e aggiornarlo su fatti rilevati: come, nell'esempio tipico, sull'esistenza (anche sopravvenuta) nel patrimonio del fallito di un bene sfuggito all'ufficio.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento ... n. ___________

Giudice delegato Dott. ...

Curatore Dott./Avv. ...

RENDICONTO DELLA GESTIONE AI SENSI DELL' ART. 116 L. FALL.

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

nell'ultima relazione al ... [1] depositata al fine di aggiornare gli organi di procedura e i creditori in ordine allo stato del fallimento, ho reso compiuta informativa circa la gestione della procedura e l'andamento dell'attività di liquidazione relativa al semestre da ... a __________

.

Con il presente atto si intende, dunque, illustrare il conto relativo alla gestione della procedura dalla data di accettazione dell'incarico ad oggi, avendo cura di rappresentare agli organi della procedura e ai creditori non un mero rendiconto finanziario, ma una compiuta illustrazione della gestione della procedura con un breve richiamo all'attività svolta dal precedente curatore.

Nel presente atto saranno descritte in distinti paragrafi le attività attinenti alla verifica del passivo e quelle invece attinenti alla liquidazione.

I. Le attività di verifica del passivo

[Descrivere il passivo accertato sia in via tempestiva sia in via tardiva, nonché le opposizioni decise e che hanno determinato una modifica del passivo, nonché le opposizioni ancora pendenti precisando lo stato dei giudizi].

II. Le attività di liquidazione

II.1. Il programma di liquidazione e le attività di vendita dei cespiti in esecuzione

[Descrivere sinteticamente il contenuto del programma le attività di vendita dei cespiti mobiliari/immobiliari in esecuzione al programma e i relativi esiti]

II.2. Le azioni risarcitorie avviate in esecuzione al programma

Descrivere le azioni risarcitorie e/o revocatorie promosse e gli esiti delle stesse; indicando altresì i professionisti nominati dalla procedura e i vantaggi conseguiti dalla procedura

III. Rendiconto di cassa

Alla data di dichiarazione di fallimento la società non aveva liquidità in cassa [ovvero aveva ... di liquidità].

La procedura, previa informativa al Giudice delegato, ha aperto conto corrente presso la Banca ... in ragione di [Indicare le condizioni applicate dalla banca che è risultata essere al confronto con altre la più conveniente per la procedura].

L'attivo realizzato nel corso della gestione ammonta a Euro ...

ENTRATE

Ricavi vendite di immobili

Ricavi vendite beni mobili

Realizzo crediti

Interessi attivi s c/c al giorno

IVA su realizzo vendite

Totale

USCITE

Compensi e spese legali

Compensi e spese periti

Compensi e spese curatore

Spese varie

Riparti parziali

— privilegio quota %

Accantonamenti ex art. 113 l.fall.

Ritenute fiscali su interessi

Totale

Riepilogo

Entrate

Uscite

Totale

L'attivo realizzato, al netto dei pagamenti delle spese finali di chiusura e del saldo del compenso del curatore, sarà da riconoscersi in favore dei creditori nelle percentuali previste nel paino di riparto finale.

Tutto quanto sopra premesso ed esposto, il sottoscritto curatore

PRESENTA

all'Ill.mo Giudice delegato il rendiconto di gestione a norma dell'art.116 legge fallimentare e

CHIEDE

che Voglia ordinarne il deposito in cancelleria fissando l'udienza nella quale ogni interessato potrà presentare le proprie osservazioni autorizzando la comunicazione ai creditori.

Si allegano:

— Estratti di conto corrente aggiornato.

A seguito dell'obbligo del curatore di predisporre e inviare a tutti i creditori il rapporto riepilogativo semestrale ex art. 33, comma 5, l.fall., il rendiconto costituisce oggi la relazione finale sulla procedura.

Commento

Il giudizio di approvazione del rendiconto del curatore ha ad oggetto, ai sensi dell'art. 116 l.fall., la correttezza e la corrispondenza dell'operato di quest'ultimo ai precetti legali ed ai canoni della diligenza professionale richiesta per l'esercizio della carica, nonché gli esiti conseguiti, la cui contestazione esige la deduzione e la prova di un pregiudizio almeno potenziale recato al patrimonio del fallito o alle ragioni dei creditori, difettando altrimenti un interesse all'impugnazione del conto, mentre non occorre in tale giudizio anche la dimostrazione del danno in concreto derivato dalla dedotta mala gestio; le contestazioni rivolte al conto debbono, altresì, essere concrete e specifiche, non potendo consistere in astratte enunciazioni, ma dovendo puntualizzare le vicende ed i comportamenti imputati al curatore, nonché le conseguenze, anche solo potenzialmente dannose, che ne siano derivate, così da individuare la materia del contendere e consentirgli un'efficace esplicazione del suo diritto di difesa (così Cass. I, n. 7320/2016).

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