Comunicazione del creditore alla banca con l'invito a non effettuare il versamento dopo la scadenza del termine ex art. 117, comma 5, l.fall.

Cristina Asprella

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 117 l.fall., una volta approvato il conto e liquidato il compenso del curatore, il giudice delegato, sentite le proposte del curatore, ordina il riparto finale secondo le norme relative. È questa la conclusione della procedura concorsuale che consente ai creditori di ottenere in sede di distribuzione l'attivo fallimentare al netto delle spese. Secondo la giurisprudenza di merito deve essere accolto il reclamo avverso il decreto che rende esecutivo il piano di riparto finale proposto dal creditore escluso con sentenza ex art. 99 l. fall. ed appellante, il quale vede accolto il proprio appello nelle more del procedimento di reclamo, poiché la legittimazione ad causam, come potere di ottenere dal giudice una decisione di merito, è una condizione dell'azione che, come tale, deve sussistere al momento della decisione (Trib. Lucca 19 novembre 1996).

Nel riparto finale vengono distribuiti anche gli accantonamenti precedentemente fatti. Tuttavia, se la condizione non si è ancora verificata ovvero se il provvedimento non è ancora passato in giudicato, la somma è depositata nei modi stabiliti dal giudice delegato, perché, verificatisi gli eventi indicati, possa essere versata ai creditori cui spetta o fatta oggetto di riparto supplementare fra gli altri creditori. Gli accantonamenti non impediscono la chiusura della procedura (con questa previsione si è superato il precedente dibattito che voleva una sorta di sopravvivenza degli organi del fallimento per l'eventuale pendenza di procedimenti di accertamento del passivo non ancora chiusi). La norma va coordinata con il disposto dell'art. 113 l.fall. a norma del quale nelle ripartizioni parziali, che non possono superare l'ottanta per cento delle somme da ripartire, devono essere trattenute e depositate, nei modi stabiliti dal giudice delegato, le quote assegnate: 1) ai creditori ammessi con riserva; 2) ai creditori opponenti a favore dei quali sono state disposte misure cautelari; 3) ai creditori opponenti la cui domanda è stata accolta ma la sentenza non è passata in giudicato; 4) ai creditori nei cui confronti sono stati proposti i giudizi di impugnazione e di revocazione.

Il giudice delegato, nel rispetto delle cause di prelazione, può disporre che a singoli creditori che vi consentono siano assegnati, in luogo delle somme agli stessi spettanti, crediti di imposta del fallito non ancora rimborsati.

Per i creditori che non si presentano o sono irreperibili le somme dovute sono nuovamente depositate presso l'ufficio postale o la banca depositari del conto della procedura. Decorsi cinque anni dal deposito, le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, se non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono versate a cura del depositario all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, ad apposita unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero della giustizia.

Il giudice, anche se è intervenuta l'esdebitazione del fallito, omessa ogni formalità non essenziale al contraddittorio, su ricorso dei creditori rimasti insoddisfatti che abbiano presentato la richiesta di cui al quarto comma, dispone la distribuzione delle somme non riscosse in base all'articolo 111 fra i soli richiedenti.

Formula

COMUNICAZIONE DEL CREDITORE ALLA BANCA CON INVITO A NON EFFETTUARE IL VERSAMENTO DOPO LA SCADENZA DEL TERMINE PREVISTO DALL'ART. 117, COMMA 5, L.FALL.

Spett.le Banca

Via ...

Città ... Cap ...

Oggetto: invito alla SV. a non effettuare versamento alcuno delle somme destinate ai creditori irreperibili dopo la scadenza del termine previsto dall'art. 117, comma 5, l.fall.

Spett.le Banca,

— il sottoscritto ... è creditore [1] ammesso al passivo del Fallimento n. .../ ... della Società ..., per un importo di Euro ... in via ... (all. ...);

— tuttavia tale credito non ha ricevuto soddisfazione per ... (all. ...);

— presso la S.V. sono aperti n ... libretti di deposito per i creditori irreperibili per complessivi Euro ..., così identificati: ...;

— poiché l'art. 117, comma 4, l.fall., prevede che decorsi cinque anni dal deposito, le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, se non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono versate a cura del depositario all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, ad apposita unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero della giustizia e che il giudice, anche se è intervenuta l'esdebitazione del fallito [2] , omessa ogni formalità non essenziale al contraddittorio, su ricorso dei creditori rimasti insoddisfatti che abbiano presentato la richiesta di cui al quarto comma, dispone la distribuzione delle somme non riscosse in base all'articolo 111 [3] fra i soli richiedenti.

— il termine quinquennale scadrà il ... e nelle more il sottoscritto ha depositato presso il Tribunale di ... ricorso ex art. 117, comma 5 l.fall. in ossequio al disposto dell'art. 117, comma 5, l.fall. (all ...);

Tanto premesso,

il sottoscritto invita la SV a non eseguire, dopo la data di scadenza del termine quinquennale in parola, il versamento delle somme di cui sopra.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione, ai sensi dell'art. 111 Cost., avverso il decreto ex art. 26 l.fall., con il quale il tribunale respinge il reclamo del creditore ammesso al passivo avverso il decreto con cui il giudice delegato rende esecutivo il piano di riparto parziale, nella parte in cui prevede accantonamenti ai sensi dell'art. 113, n. 4, l.fall., in quanto trattasi di provvedimento privo, in tale parte, dei caratteri della decisorietà e definitività, perché le somme accantonate non vengono attribuite ad alcun creditore, ma soltanto trattenute in attesa della definitiva decisione sulla loro effettiva destinazione; è ammissibile, invece, il ricorso ex art. 111 Cost. del creditore ammesso, avverso lo stesso decreto, nella parte relativa alle spese da pagare in prededuzione a norma dell'art. 111, n. 1, l.fall., trattandosi, per tal verso, di provvedimento a carattere decisorio, in quanto, riconoscendo la prededucibilità delle spese, incide sulla pretesa dei creditori ammessi riducendo l'entità delle somme ad essi attribuibili (Cass. I, n. 19715/2015; Cass. I, n. 9490/2002).

A norma dell'art. 142 l.fall., primo e secondo comma, il fallito persona fisica è ammesso al beneficio della liberazione dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti a condizione che: 1) abbia cooperato con gli organi della procedura, fornendo tutte le informazioni e la documentazione utile all'accertamento del passivo e adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni; 2) non abbia in alcun modo ritardato o contribuito a ritardare lo svolgimento della procedura; 3) non abbia violato le disposizioni di cui all'articolo 48; 4) non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei dieci anni precedenti la richiesta; 5) non abbia distratto l'attivo o esposto passività insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito; 6) non sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, e altri delitti compiuti in connessione con l'esercizio dell'attività d'impresa, salvo che per tali reati sia intervenuta la riabilitazione. Se è in corso il procedimento penale per uno di tali reati, il tribunale sospende il procedimento fino all'esito di quello penale. L'esdebitazione non può essere concessa qualora non siano stati soddisfatti, neppure in parte, i creditori concorsuali.

Ai sensi dell'art. 111 l.fall. le somme ricavate dalla liquidazione dell'attivo sono erogate nel seguente ordine: 1) per il pagamento dei crediti prededucibili; 2) per il pagamento dei crediti ammessi con prelazione sulle cose vendute secondo l'ordine assegnato dalla legge; 3) per il pagamento dei creditori chirografari, in proporzione dell'ammontare del credito per cui ciascuno di essi fu ammesso, compresi i creditori indicati al n. 2, qualora non sia stata ancora realizzata la garanzia, ovvero per la parte per cui rimasero non soddisfatti da questa. Sono considerati crediti prededucibili quelli così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali di cui alla presente legge; tali crediti sono soddisfatti con preferenza ai sensi del primo comma n. 1).

Commento

Qualche considerazione è necessaria con riferimento al fatto che l'art. 117 l.fall. non detta alcuna previsione relativa all'effettivo pagamento dei creditori che siano tornati reperibili, dopo l'accantonamento. Se da un lato è possibile l'uso delle stesse norme che disciplinano gli accantonamenti e, quindi, una istanza diretta o al giudice delegato ovvero al Curatore, è anche possibile ritenere che sia la stessa Banca o Ufficio Postale a provvedere direttamente al pagamento in favore di chi dimostri di averne diritto, senza intermediazione degli organi della procedura.

Qualora, tuttavia, i creditori irreperibili rimangano tali, le somme accantonate possono essere distribuite in favore dei creditori che non siano stati soddisfatti per insufficienza dell'attivo, i quali devono però proporre un apposito ricorso per l'autorizzazione ad incassare le somme accantonate e non distribuite agli aventi diritto per scadenza del termine quinquennale senza richiesta. Si può ritenere che il ricorso dei creditori insoddisfatti che intendano ottenere la distribuzione delle somme accantonate sia un requisito indispensabile per la distribuzione stessa, atteso che diversamente opera la previsione dell'art. 117, comma quinto l.fall. secondo cui la le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, se non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono versate a cura del depositario all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, ad apposita unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero della giustizia.

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