Istanza per chiudere il fallimento per pagamento integrale dei creditori ex art. 118, n. 2, l.fall.

Cristina Asprella
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 118, comma 1, l.fall., norma che testualmente e tassativamente elenca le ipotesi di chiusura della procedura concorsuale, il fallimento si chiude in quattro ipotesi: 1) se nel termine stabilito nella sentenza dichiarativa di fallimento non siano state proposte domande di ammissione al passivo; 2) quando, anche prima della ripartizione finale dell'attivo, le ripartizioni ai creditori raggiungono l'intero ammontare dei crediti ammessi o questi sono estinti e sono stati pagati tutti i debiti e le spese in prededuzione; 3) quando viene compiuta la ripartizione finale dell'attivo; 4) quando, nel corso della procedura si accerta che la sua prosecuzione non consente di soddisfare neanche parzialmente i creditori concorsuali né i crediti prededucibili e le spese della procedura. In presenza di un delle ipotesi previste dall'art. 118 l.fall., nessuna facoltà discrezionale è data agli organi fallimentari di protrarre la procedura e di differirne la chiusura. La chiusura del fallimento, pertanto, può essere dichiarata nei casi previsti dall'art. 118 citato nonostante la pendenza di giudizi di opposizione allo stato passivo o di domanda tardiva di ammissione di crediti al passivo. La cognizione, pertanto, rimessa al giudice, in sede di reclamo, ai sensi dell'art. 119, comma 2, l.fall., è limitata alla verifica della sussistenza di uno dei casi di chiusura prevista dai nn. da 1 a 4 del precedente art. 118 e il reclamo contro il decreto di chiusura è dato per porre in discussione, appunto, la ricorrenza in concreto dello specifico caso rispetto al quale deve, altresì valutarsi la ricorrenza in concreto dello specifico caso rispetto al quale deve, altresì, valutarsi la legittimazione e l'interesse alla speciale impugnazione (Cass. I, n. 395/2010).

Nella seconda ipotesi prevista dalla norma, ossia l'estinzione o il pagamento dei crediti ammessi e delle spese, si può provvedere alla chiusura quando siano stati soddisfatti tutti i crediti ammessi al passivo comprese le spese della procedura e i crediti prededucibili. Poiché il credito, a mente della disposizione, deve risultare ammesso al passivo, deve essere terminato il procedimento di accertamento del passivo fallimentare e deve essere stato emanato il relativo decreto di esecutività e non può verificarsi nel caso - letteralmente previsto dal primo comma - della mancanza di crediti ammessi (pertanto deve essere presente almeno un credito). Secondo la giurisprudenza di legittimità la domanda d'insinuazione tardiva al passivo fallimentare non impedisce al curatore di richiedere la chiusura del fallimento ai sensi del n. 2 dell'art. 118 l.fall., per estinzione dei crediti ammessi, riferendosi la norma esclusivamente a quelli sottoposti alla verifica dello stato passivo; infatti, la presentazione tardiva, sottratta al contraddittorio e al sindacato proprio dell'ammissione al passivo, non può ritardare la chiusura del fallimento (così Cass. I, n. 25624/2007) e, comunque la chiusura del fallimento, provoca la inefficacia, per improseguibilità, di tutti i giudizi pendenti per insinuazione al passivo fallimentare (così Cass. I, n. 19394/2004).

Formula

TRIBUNALE DI ...

Fallimento ...

Giudice delegato Dott....

Curatore Dott ....

ISTANZA DI CHIUSURA DEL FALLIMENTO EX ART. 118, N. 2, L.FALL.

Il sottoscritto nella qualità di Curatore del Fallimento in oggetto,

PREMESSO CHE

— con sentenza del ... il Tribunale ha dichiarato il fallimento della Società............;

— successivamente all'accettazione dell'incarico sono state espletate tutte le attività di legge volte alla migliore gestione della procedura di fallimento; in particolare è stata svolta sia l'attività di verifica del passivo con l'esame delle istanze tempestive e tardive; sia, previa approvazione del programma di liquidazione, l'attività di liquidazione e, segnatamente, di recupero crediti anche di natura risarcitoria;

— in esecuzione del piano di riparto si è provveduto al pagamento dei creditori concorsuali in data ... e all'esito essi sono stati tutti integralmente soddisfatti; non residua pertanto debito alcuno in capo al Fallimento e sono state pagate le spese prededucibili e il compenso al sottoscritto;

— in data ... si è proceduto all'approvazione del rendiconto di gestione e non residuano attività concorsuali da svolgere;

— si versa, pertanto, nell'ipotesi specificamente prevista come caso di chiusura del fallimento dall'art. 118, comma 1, n. 2, l.fall.

CHIEDE

all'Ill.mo Tribunale, presi gli opportuni provvedimenti, di dichiarare chiusa la procedura di fallimento della Società ... s.r.l. ai sensi dell' art. 118, comma 2, l.fall.

Con osservanza

Il Curatore ...

Commento

Nell'ipotesi oggetto della presente formula resta da chiedersi che strumenti abbiano i soggetti non ammessi al passivo nel caso di istanza del curatore diretta ad ottenere la chiusura per soddisfazione integrale dei creditori concorsuali. In tal caso la giurisprudenza ha affermato che va riconosciuto, in via di eccezione, ai soggetti che non siano stati ammessi al passivo ma che hanno proposto opposizione al provvedimento di rigetto della loro istanza, il diritto a proporre reclamo avverso il decreto di chiusura della procedura concorsuale a condizione che forniscano la prova dell'interesse attuale e concreto ad ottenere la propria soddisfazione in sede fallimentare piuttosto che mediante l'esercizio di un'azione individuale da proporsi in danno del fallito tornato in bonis. È, quindi, di tutta evidenza che il riconoscimento della legittimazione attiva dei creditori a proporre reclamo avverso il provvedimento recante la chiusura della procedura concorsuale, deducendo ragioni diverse da quelle previste dall'art. 118 l.fall. costituisce per i ricorrenti ex art. 98 l.fall. lo strumento di garanzia nell'ambito di un sistema in cui la chiusura del fallimento consegue l'impossibilità di decidere nel merito le domande di ammissione al passivo, che siano state, in tutto o in parte, rigettate (Trib. Roma, sez. fall., 28 marzo 2013, n. 6574).

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