Ricorso del proponente per l'omologazione del concordato fallimentareInquadramentoLa fase di omologazione si apre con il provvedimento con cui il giudice delegato, preso atto attraverso la relazione del curatore, del raggiungimento delle maggioranze, dispone che il curatore ne dia comunicazione al proponente affinché richieda la omologazione del concordato fallimentare. Nello stesso decreto fissa quindi un termine non inferiore a 15 giorni e non superiore a trenta per la proposizione di eventuali opposizioni e per il deposito del parere del comitato dei creditori. In caso di mancata presentazione di opposizioni, alla omologazione si perviene mediante procedura semplificata all'esito della quale viene pronunciato decreto non suscettibile di reclamo. Secondo il consolidato orientamento della Suprema Corte nel giudizio di omologazione del concordato fallimentare il controllo del tribunale è limitato alla verifica della regolarità formale della procedura e dell'esito della votazione (salvo che non sia prevista la suddivisione dei orditori in classi ed alcune di esse risultino dissenzienti), restando escluso ogni controllo sul merito, giacché la valutazione del contenuto della proposta concordataria, riguardando il profilo della convenienza, è devoluta ai creditori, sulla base del parere inerente ai presumibili risultati della liquidazione formulato dal curatore e dal comitato dei creditori (così Cass. n. 24359/2013). Nella diversa ipotesi di presentazione di opposizioni, il procedimento di omologazione si presenta come procedimento contenzioso nella forma di rito camerale. Fatta salva la fattispecie di opposizione di creditore dissenziente, appartenente a classe dissenziente (e quindi nella limitata ipotesi di concordato strutturato in classi), i motivi di opposizione che possono essere sollevati sono quelli attinenti alla regolarità della procedura e all'esito della votazione e che sono già oggetto di verifica da parte del tribunale nel giudizio di omologazione privo di opposizioni. Parti del procedimento di omologa sono il proponente e l'opponente, il curatore e il fallito. L'omologazione del concordato comporta l'obbligo per il proponente di dare esecuzione agli impegni concordatari e determina inoltre la cessazione della procedura fallimentare. FormulaTRIBUNALE DI ... RICORSO EX ARTT. 129, COMMA 3, E 26 L.FALL. PER La Società/Ditta ... P.I. ..., C.F. n ..., con sede in ..., alla via ..., n. ..., in persona del legale rappresentante p.t. ..., elettivamente domiciliato in ..., alla via ..., n. ..., presso lo studio dell'Avv. ..., C.F. ..., P.E.C. ..., fax n. ..., che la rappresenta e difende come da procura in calce al presente atto ESPONE Con sentenza n. ... del ... il Tribunale di ... ha dichiarato il fallimento della Società ..., nominando Giudice delegato il dr. ... e curatore il Dott./Avv. _____ (all. _____) Nella pendenza della procedura concorsuale, l'istante, in data ..., ha presentato domanda di concordato fallimentare così strutturata ... (all _____) (illustrare, in sintesi, la domanda di concordato fallimentare) Risulta dalla relazione depositata dal curatore ex art. 129, comma 1, l.fall. (all. ...), che la domanda predetta è stata approvata dai creditori rappresentanti la maggioranza dei crediti ammessi al voto. In particolare ...(esporre nel dettaglio l'esito della votazione) Con provvedimento del ... il Giudice delegato ha disposto la comunicazione -da parte del curatore al proponente ed odierno istante - ex art. 129, comma 2, l.fall., al fine della richiesta di omologazione del concordato fallimentare. Detta comunicazione è stata ritualmente ricevuta dall'istante via PEC in data ... (all. _____) È interesse dell'istante medesimo procedere alla richiesta di omologazione. Risulta depositata la relazione motivata, con parere definitivo, del comitato dei creditori. Non risultano, allo stato, proposte opposizioni. Tutto ciò premesso, il ricorrente, come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato, CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale di ..., svolti gli adempimenti di rito, omologhi il concordato fallimentare proposto da ... nella procedura di fallimento n. .../ ____ della società __________ Con vittoria di spese e competenze di giudizio. Si dichiara che il valore del presente procedimento è ..., mentre il contributo unificato dovuto è di Euro ____ Luogo e data ... Firma Avv. ... ...(allegare i documenti richiamati nell'atto) CommentoIn tema di concordato fallimentare, il provvedimento col quale il giudice delegato, successivamente all'approvazione di una proposta, dispone che il curatore dia comunicazione al proponente, affinché questi richieda l'omologazione, è un atto ordinatorio ed endoprocedimentale, non decisorio, né definitivo, sicché il diverso proponente, la cui proposta, pur approvata, sia stata pretermessa, non può avanzare ricorso straordinario per cassazione avverso il decreto confermativo del provvedimento in sede di reclamo, questo non precludendogli di far valere la sua proposta con l'opposizione all'omologazione della proposta altrui. In particolare con riferimento all'art. 124 l.fall., nel testo introdotto dalla riforma, laddove prevede che la proposta di concordato fallimentare possa essere presentata - oltre che dal fallito, entro determinati limiti temporali da uno o più creditori o da un terzo, ha introdotto nella legge fallimentare un istituto del tutto nuovo che diverge notevolmente dal concordato fallimentare preesistente e nel quale la componente negoziale assume una valenza nuova rispetto alla figura tradizionale del concordato fallimentare, nella quale, la sistemazione dell'insolvenza era rimessa all'iniziativa del fallito previa acquisizione dell'accordo maggioritario dei creditori. La pluralità di proposte, nella pratica, prima dell'intervento legislativo di cui alla l. 18 giugno 2009 n. 69, ha posto numerose questioni, risolte in vario modo dalla giurisprudenza di merito e dalla dottrina. Il testo dell'art. 125 l.fall. in epoca antecedente all'intervento attuato dal d.lgs. n. 169/2007, prevedeva che, nell'ipotesi di più proposte di concordato, tutte dovevano essere portate in votazione contemporaneamente, precisazione quest'ultima elisa dal citato decreto legislativo correttivo. Prima di tali modifiche, Trib. Modena, 17 ottobre 2008 in Fall., 2009, 342 aveva ritenuto che nel regime normativo anteriore all'avvento del d.lgs. n. 169/2007, nell'eventualità in cui fossero state presentate più proposte di concordato fallimentare, tutte avrebbero dovuto essere poste in votazione, potendo essere omologata solo quella per la quale la domanda di omologazione era stata depositata. L'art. 125, comma 2, l.fall., nel testo introdotto dall'art. 61 l. n. 69/2009, dispone che in caso di presentazione di più proposte o se comunque ne sopraggiunge una nuova, prima che il giudice delegato ordini la comunicazione, il comitato dei creditori sceglie quella da sottoporre all'approvazione dei creditori; su richiesta del curatore, il giudice delegato può ordinare la comunicazione ai creditori di una o altre proposte, tra quelle non scelte, ritenute parimenti convenienti. La stessa disposizione della l. n. 69/2009 ha altresì modificato l'art. 128 l.fall., aggiungendo il comma 4 in virtù del quale quando il giudice delegato dispone il voto su più proposte di concordato ai sensi dell'art. 125, comma 2, terzo periodo, ultima parte, si considera approvata quella tra esse che ha conseguito il maggiore numero di consensi a norma dei commi precedenti e, in caso di parità, la proposta presentata per prima. Con la riforma attuata con il c.d. decreto correttivo si richiama genericamente l'art. 26 per indicare la forma del ricorso quale strumento procedurale per richiedere la omologazione del concordato ovvero per presentare opposizione. In ragione della mancata specificazione di un termine entro il quale presentare ricorso per la omologazione del concordato - diversamente dalla presentazione del ricorso per opposizione - ha portato la Cassazione a precisare che il richiamo complessivo all'art. 26 implica per il proponente di fare riferimento al termine ivi previsto di dieci giorni dalla comunicazione del curatore. Quanto alla efficacia, l'art. 130 l.fall. stabilisce che la proposta di concordato diviene efficace dal momento in cui scadono i termini per opporsi all'omologazione o dal momento in cui si esauriscono le impugnazioni previste dall'art. 129 l.fall., quindi, da tale norma si ricava che la proposta può essere revocata sino a che il decreto di omologazione non sia divenuto definitivo. Le modifiche della proposta di concordato possono avvenire solo sino a quando non siano avvenute le comunicazioni ai creditori di cui all'art. 126 l.fall. quelle intervenute successivamente vanno intese quale revoca, con la conseguenza che il procedimento deve rifarsi ex novo. |