Relazione motivata del curatore sulla proposta di concordato fallimentare da depositarsi in sostituzione del comitato dei creditori inadempiente

Vito Amendolagine
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Se la proposta di concordato fallimentare è stata approvata, il giudice delegato dispone che il curatore ne dia immediata comunicazione a mezzo posta elettronica certificata al proponente, affinchè richieda l'omologazione del concordato e ai creditori dissenzienti. Al fallito, se non è possibile procedere alla comunicazione con modalità telematica, la notizia dell'approvazione è comunicata mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Con decreto da pubblicarsi a norma dell'art. 17 l.fall., viene fissato un termine non inferiore a quindici giorni e non superiore a trenta giorni per la proposizione di eventuali opposizioni, anche da parte di qualsiasi altro interessato, e per il deposito da parte del comitato dei creditori di una relazione motivata col suo parere definitivo. Se il comitato dei creditori non provvede nel termine, la relazione è redatta e depositata dal curatore nei sette giorni successivi.

Formula

TRIBUNALE DI ....

SEZ. FALL.

 

Fallimento di ....

Giudice delegato: Dott. ....

Curatore: Dott. ....

 

RELAZIONE MOTIVATA DEL CURATORE

CON IL SUO PARERE SULLA PROPOSTA DI CONCORDATO FALLIMENTARE

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

il Dott./Avv. ....con studio in ...., alla via ...., n...., PEC ...., in qualità di curatore del fallimento sopra indicato, nominato da codesto Tribunale con sentenza n. .... del ....,

PREMESSO

- che la società .... fallita, con domanda presentata in data .... ha proposto ai creditori un concordato fallimentare alle condizioni sotto indicate:

a) pagamento integrale dei creditori privilegiati;

b) pagamento integrale delle spese di procedura e delle altre spese in prededuzione ivi compreso il compenso al curatore del fallimento;

c) pagamento della percentuale del....% ai creditori chirografari;

d) tutti i pagamenti saranno effettuati entro .... mesi dal passaggio in giudicato del decreto di omologazione del predetto concordato;

e) garante dell'esecuzione del concordato sarà ....nato a .... il...., residente in ...., alla via ...., n. ...., che contro cessione delle attività fallimentari si assume l'obbligo di adempiere a tutti gli obblighi del concordato sino alla concorrenza della somma di Euro .... che viene messa a disposizione come segue: la somma di Euro .... verrà versata al Curatore mediante assegni circolari, almeno venti giorni prima della data dell'udienza di omologa; la somma di Euro ...., mediante garanzia fideiussoria rilasciata dalla Banca di ...., alla via ...., n. ....;

- che la proposta appare conveniente per la massa dei creditori chirografari, considerato che permette agli stessi di conseguire in tempi rapidi una percentuale dei loro crediti notevolmente superiore a quella che potrebbe scaturire dalla vendita delle attività fallimentari, il cui valore di realizzo si aggira intorno a Euro ...., come risulta dalla seguente documentazione ....;

che il Comitato dei Creditori ha già espresso, su tale proposta, parere favorevole con atto in data ....;

- che le dichiarazioni di dissenso pervenute in Cancelleria sono state le seguenti.... e le stesse si riferiscono a crediti ammontanti ad € ....;

- che l'esponente con relazione in data.... ha dato atto dell'approvazione della predetta proposta di concordato fallimentare da parte dei creditori;

- che non è stata proposta alcuna opposizione ai sensi dell'art. 129 comma 3 R.D. 16 marzo 1942, n. 267;

- che sulla predetta proposta di concordato il Comitato dei Creditori, nel termine assegnato del...., non ha provveduto a redigere e depositare la relazione motivata con il suo parere definitivo.

Tutto ciò premesso

CONSIDERATO

che quanto offerto da.... nato a .... il ...., residente in ...., alla via ...., n...., consistente in.... dà adeguata garanzia per l'adempimento degli obblighi concordatari in quanto ...., il sottoscritto Curatore

ESPRIME

ai sensi dell'art. 129 R.D. 16 marzo 1942, n. 267, il suo definitivo parere favorevole all'omologazione del predetto concordato fallimentare.

Luogo e data....

Il Curatore....

Commento

In ordine al ruolo processuale del curatore fallimentare nell'ambito del giudizio di omologazione del concordato fallimentare, si deve innanzitutto considerare che con il d.lgs. n. 169/2007, la formulazione della norma è divenuta maggiormente precisa ed inequivoca dal momento che solo per il fallito, per il proponente e per gli opponenti dispone che non deve essere loro notificato il decreto se sono essi stessi reclamanti, implicitamente escludendo che reclamante possa essere il curatore, sempre che non sia esso stesso proponente e sempre che tale ruolo gli venga riconosciuto, e che le modifiche apportate dal c.d. decreto correttivo abbiano tendenzialmente un indubbio valore interpretativo, laddove non ne sia evidente la portata innovativa, è già stato ritenuto dalla giurisprudenza di legittimità con sentenza n. 22150/2010.

A parte l'interpretazione letterale, inducono comunque ad escludere la qualità di parte in senso sostanziale del curatore fallimentare considerazioni di carattere sistematico. L'organo in questione, infatti, se pure ha acquisito una nuova rilevanza nell'ambito della procedura fallimentare, solo parzialmente appannata dalla “promozione” del comitato dei creditori operata con il decreto correttivo, resta sempre un organo della procedura che interviene nella stessa in virtù della sua funzione pubblicistica di soggetto dotato di poteri di gestione e di ausiliario del giudice per lo svolgimento delle funzioni a questi riservate. Nell'ambito della procedura il curatore fallimentare è dunque una parte sui generis e solo in senso formale (così, per il concordato preventivo e con riferimento al commissario giudiziale, Cass. I, n. 10632/2007; conforme Cass. I, n. 2886/2007) che è dotata di specifici poteri processuali e dunque anche di quello di impugnazione solo laddove la norma espressamente glieli riconosca, come avviene nell'ambito dell'accertamento del passivo oppure abbia un proprio specifico interesse. Per quanto attiene al concordato fallimentare in particolare, il curatore interviene nel procedimento con funzioni che nulla hanno a che vedere con il ruolo di parte processuale quali il parere sulla proposta, la relazione sull'esito della votazione, la relazione definitiva in via sostitutiva del comitato dei creditori silente, l'iniziativa per la sottoposizione al voto di eventuali proposte ulteriori rispetto a quella scelta dal comitato (dopo le modifiche introdotte con la l. n. 69/2009, ex art. 61), la comunicazione del decreto del giudice delegato che fissa le modalità per l'inizio del giudizio di omologazione. Ne consegue che anche nel giudizio di omologazione il ruolo del curatore è definito ed è, ferma la funzione di ausiliario del giudice, quello di essere unicamente il necessario contraddittore processuale, in virtù del disposto dell'art. 26 l. fall. richiamato dall'art. 129 l.fall., del proponente e degli eventuali opponenti nella sua qualità di rappresentante della massa dei creditori o, se si vuole, della procedura. Ciò premesso, nulla autorizza, per contro, a ritenerlo legittimato all'opposizione neppure nel caso di parere contrario alla proposta dal momento che tale facoltà non gli viene espressamente riconosciuta e non può farsi rientrare nella generica categoria composta da “qualsiasi altro interessato” poichè se il suo interesse fosse ritenuto connaturato al ruolo il legislatore lo avrebbe menzionato tra i legittimati come ha fatto, implicitamente, per il fallito ed i creditori dissenzienti imponendo la notifica nei loro confronti del decreto del giudice delegato contenente il termine per la proposizione dell'opposizione.

La carenza di legittimazione all'opposizione comporta quale ovvia conseguenza la carenza della legittimazione al reclamo contro il decreto che decide sull'omologazione e quindi al ricorso per cassazione contro la decisione della corte d'appello posto che anche nell'ambito di tali procedimenti il curatore fallimentare è solo una delle necessarie controparti del reclamante o del ricorrente con il ruolo di rappresentante della massa ma senza che ciò comporti l'attribuzione in suo favore del potere di impugnazione dal momento che gli interessi in gioco possono essere tutelati dai titolari dei medesimi e cioè il proponente, il fallito e i singoli creditori.

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