Istanza di annullamento del concordato fallimentare

Vito Amendolagine
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Il concordato omologato può essere annullato dal tribunale, su istanza del curatore o di qualunque creditore, in contraddittorio con il debitore, quando si scopre che è stato dolosamente esagerato il passivo, ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell'attivo. Non è ammessa alcuna altra azione di nullità. Si procede a norma dell'art. 137 l.fall. La sentenza che annulla il concordato riapre la procedura di fallimento ed è provvisoriamente esecutiva. Essa è reclamabile ai sensi dell'art. 18 l.fall. Il ricorso per l'annullamento deve proporsi nel termine di sei mesi dalla scoperta del dolo e, in ogni caso, non oltre due anni dalla scadenza del termine fissato per l'ultimo adempimento previsto nel concordato.

Formula

TRIBUNALE DI

ISTANZA DI ANNULLAMENTO DEL CONCORDATO FALLIMENTARE

Fallimento: ...

Giudice delegato: Dott. ...

Curatore: ...

..., C.F. n. ..., creditore della Società ... fallita con sentenza n. ... del ..., elettivamente domiciliato in ..., via ..., n ..., presso e nello studio dell'Avv. ..., C.F. n.... ..., PEC ..., fax n. ___, che lo rappresenta e difende in virtù di procura stesa in calce al presente atto

PREMESSO

— che il Tribunale di ... con sentenza n ___________ del ______ ha dichiarato il fallimento della Società/Ditta ____;

— che con ricorso depositato in data ... è stato proposto da ... ai creditori una proposta di concordato fallimentare;

— che tale concordato è stato omologato dal Tribunale di ... con decreto emesso in data ____;

— che l'istante è venuto a conoscenza che il passivo è stato dolosamente esagerato dal fallito/è stata sottratta/dissimulata una parte rilevante dell'attivo [esporre la fattispecie concreta]

— che intende, pertanto, chiedere l'annullamento del concordato ai sensi dell'art. 138 r.d. 16 marzo 1942, n. 267;

— che non è ancora trascorso il termine di sei mesi dalla scoperta del dolo avvenuta in data ..., in occasione di ... come risulta da _______;

che non sono ancora trascorsi due anni dalla scadenza del termine fissato per l'ultimo adempimento previsto nel concordato.

Tutto ciò premesso

CHIEDE

che il Tribunale di ... Voglia, ai sensi dell'art.138 comma 1 r.d. 16 marzo 1942, n. 267, in contraddittorio col debitore pronunciare con sentenza l'annullamento del predetto concordato e conseguentemente disporre l'apertura della procedura fallimentare.

Luogo e data ...

Il Creditore ...

Commento

L'omologazione del concordato fallimentare, ancorché comporti l'assunzione dei relativi obblighi da parte di un terzo, fino a quando non sia interamente eseguito, e salvo il caso in cui preveda l'immediata liberazione del debitore, non determina la decadenza degli organi fallimentari, i quali rimangono in carica, in relazione al perdurante interesse dei creditori alla conservazione del patrimonio del fallito, per il buon fine del concordato medesimo, o l'eventualità della sua risoluzione od annullamento.

Il fenomeno era descritto, nella dottrina classica e con riferimento alla disciplina previgente, nel senso che, con l'omologazione del concordato, al fallimento, chiuso come procedura, succede una fase sostitutiva della liquidazione fallimentare, caratterizzata dalla esigenza di realizzare gli impegni che sono stati assunti col concordato stesso, con la conseguenza che i beni restano assoggettati al vincolo che già gravava su di essi. Pertanto, anche il divieto di azioni esecutive per i creditori anteriori al fallimento disposto dall'art. 51 l.fall., permane, anche per i creditori rimasti estranei al fallimento, sino all'esecuzione o risoluzione o annullamento del concordato fallimentare il cui provvedimento di omologazione sia stato regolarmente trascritto.

La situazione è analoga a quella che si verifica nel concordato fallimentare con assuntore allorquando il trasferimento a favore di quest'ultimo dei beni che sino a quel momento erano assoggettati al vincolo di indisponibilità a favore dei creditori dalla data di apertura del fallimento, per effetto di valida clausola del concordato risulti differito sino alla esecuzione da parte dell'assuntore delle prestazioni cui si è obbligato. In tale ipotesi deve escludersi un reingresso medio tempore del fallito nella titolarità e disponibilità dei beni caduti nel fallimento, con la conseguenza della persistenza del detto vincolo di indisponibilità di essi e del correlativo divieto di azioni esecutive individuali sugli stessi, rimanendo detti beni, medio tempore, nella massa fallimentare.

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