Istanza proposta dal liquidatore giudiziale per chiedere la liquidazione del compenso del commissario giudizialeInquadramentoAi sensi dell'art. 39 l.fall. nel testo vigente modificato dall'art. 37, comma 1, lett. b) del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, dall'art. 37, primo comma, lett. c) del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, e successivamente modificato dall'art. 7, primo comma, lett. a), del d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla l. 6 agosto 2015, n. 132, il compenso e le spese dovuti al commissario giudiziale, sono liquidati ad istanza del liquidatore giudiziale con decreto del tribunale non soggetto a reclamo, su relazione del giudice delegato, secondo le norme stabilite con decreto del Ministro della giustizia. La liquidazione del compenso è fatta dopo l'approvazione del rendiconto e, se del caso, dopo l'esecuzione del concordato. È in facoltà del tribunale di accordare al commissario acconti sul compenso per giustificati motivi. Se nell'incarico si sono succeduti più commissari, il compenso è stabilito secondo criteri di proporzionalità ed è liquidato, in ogni caso, al termine della procedura, salvi eventuali acconti. Salvo che non ricorrano giustificati motivi, ogni acconto liquidato dal tribunale deve essere preceduto dalla presentazione di un progetto di ripartizione parziale. Nessun compenso, oltre quello liquidato dal tribunale, può essere preteso dal commissario giudiziale, nemmeno per rimborso di spese. Le promesse e i pagamenti fatti contro questo divieto sono nulli, ed è sempre ammessa la ripetizione di ciò che è stato pagato, indipendentemente dall'esercizio dell'azione penale. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. FALL.
Giudice delegato: Dott. .... Commissario giudiziale: Dott./Avv. .... Il liquidatore giudiziale ....
ISTANZA PER CHIEDERE LA LIQUIDAZIONE DEL COMPENSO AL COMMISSARIO GIUDIZIALE Ill.mo Sig. Giudice delegato, il sottoscritto dr. ...., con studio in ...., alla via ...., n...., in qualità di Liquidatore Giudiziale, nominato dal Tribunale di .... con decreto emesso in data .... nella procedura di concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori proposto da ...., in data ...., omologato in data .... PREMESSO - che le operazioni relative all'attività di liquidazione sono terminate; - che sono state realizzate, complessivamente, entrate per Euro .... e verificate passività per complessive Euro ...., come da prospetto allegato; - che è possibile la chiusura della procedura, attraverso il pagamento dei creditori e previa determinazione delle spese della procedura, compreso il compenso dovuto al commissario giudiziale; - che è stato già corrisposto al Commissario Giudiziale un acconto sul compenso di Euro ...., oltre IVA e cassa previdenza come per legge. Tutto ciò premesso CHIEDE che la S.V. Ill.ma Voglia, ai sensi del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 artt. 182 e 39 e del D.M. 28 luglio 1992, n. 570, fare liquidare dall'intestato Tribunale di ...., le competenze spettanti al suddetto Commissario Giudiziale. Allega: nota delle spese. Luogo e data.... Il Liquidatore.... Depositato in Cancelleria Oggi .... Il Cancelliere.... TRIBUNALE DI .... Sezione Fallimenti DECRETO Il Tribunale di .... riunito in camera di consiglio nelle persone dei Sigg. Magistrati: - Dr. Presidente.... - Dr. Giudice Relatore.... - Dr. Giudice.... Letto il ricorso che precede. Esaminati gli atti. Tenuto conto dell'ammontare delle attività realizzate in Euro .... e dell'importo del passivo accertato in Euro .... Tenuto conto dell'ammontare complessivo da distribuire per effetto del concordato preventivo in Euro .... Considerata l'opera prestata dal Commissario Giudiziale, avuto riguardo anche ai risultati ottenuti. P.Q.M. Visto il R.D. 16 marzo 1942, n. 267 artt. 182 e 39 ed il D.M. 28 luglio 1992, n. 570. Liquida in € .... il compenso dovuto al Commissario Giudiziale, in Euro .... le spese sostenute e documentate e in € .... le spese forfetariamente determinate, oltre I.V.A. e c.p. sugli importi imponibili. Il prelievo, dedotti gli acconti sarà effettuato all'atto della presentazione dell'istanza di chiusura della procedura. Luogo e data.... Il Cancelliere.... Il Presidente.... CommentoLa nomina del commissario giudiziale ai sensi all'art. 163, secondo comma, n. 3, l.fall. risponde allo scopo di controllare costantemente la gestione economica-finanziaria dell'impresa e la serietà delle attività di esecuzione del piano concordatario o dell'accordo di ristrutturazione dei debiti, scoraggiare eventuali usi distorti dell'istituto, contenere i costi della procedura, evitando la liquidazione di un distinto compenso in tutti i casi in cui fisiologicamente alla domanda in bianco fa seguito il deposito della proposta e del piano. Sul piano pratico, dunque, il commissario giudiziale è tenuto ad analizzare, in modo critico e tempestivo, il conto economico del periodo successivo al deposito dell'istanza ex art. 161, sesto comma, l. fall. e conseguentemente a relazionare al Tribunale sulla eventuale gestione dei beni o continuazione dell'attività imprenditoriale in maniera antieconomica, deve inoltre accertare se vengano compiuti atti in frode ai creditori ai sensi dell'art. 173, primo comma, l. fall. che possano causare un depauperamento dell'attivo e, più in generale, un danno economico ai creditori; nonché verificare il rispetto della legge e degli accordi contrattuali preesistenti da parte dell'imprenditore (Trib. Napoli, 18 dicembre 2015). I decreti con cui il tribunale fallimentare concede o rifiuta gli acconti sul compenso richiesti dal commissario giudiziale, sono espressione di un potere discrezionale il cui esercizio, intervenendo in una fase processuale anteriore alla presentazione ed approvazione del rendiconto, non comporta definitivi accertamenti in fatto e in diritto in ordine alla spettanza o alla misura del compenso e non può pregiudicare la futura decisione sul compenso dovuto, sicché non sono ricorribili per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., né sono qualificabili come "sentenze" in senso sostanziale ai fini della revocazione prevista dall'art. 397 c.p.c. (Cass., n. 19711/2015). In seguito alla revoca dell'ammissione al concordato preventivo e alla successiva dichiarazione di fallimento la domanda di liquidazione del compenso del Commissario giudiziale deve essere, come è stata, riproposta, esaminata e decisa in sede di ammissione al passivo fallimentare (Cass., n.16269/2016). La giurisprudenza di legittimità ha già avuto occasione di affermare che in tema di concordato preventivo con cessione di beni, nel caso in cui il medesimo soggetto ricopra il doppio incarico, prima di commissario giudiziale del concordato e poi di liquidatore, il relativo compenso non può prescindere dal distinto ruolo assunto e dal conseguente espletamento di ulteriore e diversa attività, che merita, quindi, separata ed autonoma remunerazione. (Cass., n. 27085/2011). La specifica caratterizzazione dell'incarico di liquidatore ne rivela l'ontologica distinzione rispetto all'ufficio del commissario giudiziale, che, laddove la liquidazione sia affidata ad un diverso soggetto, sul suo espletamento è tenuto a svolgere attività di sorveglianza e controllo. La coincidenza soggettiva, per l'effetto, non incide sulla sfera delle rispettive funzioni, che restano distinte e non assimilabili e per logico corollario meritevoli di istinto compenso. (Cass., n. 15699/2011). Va peraltro osservato che la stessa giurisprudenza di legittimità ha recentemente affermato che la nomina a liquidatore della persona già in carica come commissario giudiziale collide con il requisito, di cui al combinato disposto dell'art. 182, secondo comma, e art. 28, secondo comma, l.fall. nel testo risultante dalle modifiche apportate dal d.lgs. 12 settembre 2007, n. 169), che il liquidatore sia immune da conflitto di interessi, anche potenziale, ipotesi, invece, configurabile laddove nella sua persona si cumulino la funzione gestoria con quella di sorveglianza dell'adempimento del concordato preventivo, di cui all'art. 185, primo comma, l.fall. (Cass., n. 1237/2013). Tuttavia deve ritenersi che qualora la nomina a liquidatore del commissario giudiziale non sia stata oggetto di contestazione e l'attività sia stata conseguentemente svolta non possa negarsi al liquidatore il compenso per l'attività svolta (vedi in tal senso Cass., n.2956/2014 che ha fatto anche riferimento alla attività svolta dal liquidatore prima della emanazione della citata sentenza Cass. n. 1237/2013). |