Decreto di omologazione del concordato preventivo

Vito Amendolagine
Giuseppina Ivone

Inquadramento

Se il concordato è stato approvato a norma del primo comma dell' art. 177 l.fall., il giudice delegato riferisce al tribunale il quale fissa un'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento venga pubblicato a norma dell' art. 17 l.fall. e notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori dissenzienti. Se non sono proposte opposizioni, il tribunale, verificata la regolarità della procedura e l'esito della votazione, omologa il concordato con decreto motivato non soggetto a gravame. Se sono state proposte opposizioni, il Tribunale assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti di ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio. Nell'ipotesi di cui al secondo periodo del primo comma dell'art. 177 l.fall. se un creditore appartenente ad una classe dissenziente ovvero, nell'ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il 20 per cento dei crediti ammessi al voto, contestano la convenienza della proposta, il tribunale può omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alle alternative concretamente praticabili.

Formula

TRIBUNALE DI ....

SEZ. FALL.

DECRETO DI OMOLOGAZIONE DEL CONCORDATO PREVENTIVO ex art. 180 comma 3 R.D. 16 marzo 1942, n. 267

Il Tribunale di .... riunito in camera di consiglio nelle persone dei Sigg. Magistrati:

- Dott. ....Presidente

- Dott. .... Giudice

- Dott. .... Giudice

ha pronunciato il seguente

DECRETO

nel procedimento iscritto al n. ....di ruolo generale ....

Letta la proposta .... di omologazione del concordato preventivo proposto dalla Ditta (oppure) dalla Società .... presentata in data .... alle seguenti condizioni:...., offrendo in garanzia: ....;

considerato che la Ditta/Società.... ha un attivo ammontante ad Euro ...., un passivo costituito per Euro .... da crediti privilegiati, per Euro .... da crediti chirografari e si prevedono Euro .... per spese di procedura e di liquidazione;

visto l'esito della votazione effettuata dai creditori ex art. 177 R.D. 16 marzo 1942, n. 267;

rilevato che il concordato è stato approvato dai creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto;

visto il motivato parere favorevole del Commissario Giudiziale all'omologa del concordato, risultando la stessa vantaggiosa per i creditori per i seguenti motivi: ....;

considerato che la domanda presentata dalla Ditta/Società appare fondata sia per la sussistenza delle condizioni di ammissibilità sia per l'attendibilità e fattibilità del piano proposto;

atteso che i creditori dissenzienti non si sono costituiti in giudizio e non sono state proposte opposizioni;

verificata la regolarità della procedura;

P.Q.M.

Visto l'art. art. 180 comma 3 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267

OMOLOGA

il concordato preventivo proposto ai creditori della Ditta/Società...., con ogni conseguenza di legge, demandando al Giudice Delegato di determinare con proprio decreto le modalità per il versamento delle somme dovute

ORDINA

al Commissario Giudiziale di sorvegliare l'adempimento del concordato preventivo secondo le modalità come sopra stabilite.

Luogo e data....

Il Cancelliere....

Il Presidente....

Commento

A seguito delle modifiche apportate alla disciplina delle procedure concorsuali con il d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 e il d.lgs. 12 settembre 2007, n. 169 sono state introdotte rilevanti novità, come l'eliminazione del potere del tribunale di dichiarare d'ufficio il fallimento, nonchè la identità del presupposto oggettivo - lo stato d'insolvenza - di quest'ultimo e del concordato preventivo potendo il medesimo concordato basarsi anche sul mero stato di crisi dell'impresa. Infatti oggi non è infrequente che all'esito negativo della procedura di concordato preventivo (per inammissibilità della proposta, ai sensi dell'art. 162, comma 2, l.fall. eventualmente in connessione con la mancata approvazione ai sensi l'art. 179, comma 1 l.fall.; per revoca dell'ammissione, ai sensi dell'art. 173 l.fall.; per diniego dell'omologazione, ai sensi dell'art. 180 l.fall.) non consegua altresì la dichiarazione di fallimento del debitore mancando, appunto, l'istanza di un creditore o la richiesta del pubblico ministero o il presupposto dello stato d'insolvenza.

Nel vigore della vecchia disciplina la questione dell'autonoma impugnabilità del provvedimento negativo sul concordato preventivo non si poneva se non nei casi, invero marginali, di declaratoria dell'inammissibilità della proposta di concordato per ragioni - quali il difetto del presupposto soggettivo specifica qualifica imprenditoriale del debitore, o del presupposto oggettivo dello stato d'insolvenza - implicanti l'impossibilità della dichiarazione di fallimento, che perciò non conseguiva al decreto di inammissibilità del concordato preventivo. In tali casi si sosteneva, peraltro, l'impugnabilità del decreto con il ricorso straordinario per cassazione, sull'assunto che, incidendo sul diritto soggettivo del proponente al rispetto delle condizioni e dei limiti stabiliti dalla legge per l'ammissione alla procedura, esso aveva carattere decisorio (cfr. Cass. I, n. 10808/1999, successivamente ripresa da Cass. S.U., n. 9743/2008 pronunciata su una questione di giurisdizione); in tutti gli altri casi, invece, essendo dichiarato il fallimento, l'impugnazione andava rivolta avverso la sentenza dichiarativa (e di regola consisteva nell'opposizione ai sensi dell'art. 18 l.fall., salvo il caso della dichiarazione di fallimento conseguente al diniego di omologazione del concordato preventivo, ritenuta appellabile) e con essa potevano farsi valere anche i vizi della procedura concordataria e del relativo esito negativo.

Anche secondo l'attuale disciplina delle procedure concorsuali introdotta dalle novelle del 2006 e 2007, peraltro, allorchè alla declaratoria d'inammissibilità, revoca o non omologazione del concordato preventivo si accompagni la dichiarazione di fallimento del debitore, l'impugnazione prevista - il reclamo alla corte d'appello - è unica ed ha per oggetto sia la dichiarazione del fallimento che il provvedimento negativo sul concordato, come espressamente previsto dall'art. 162, u.c., ed art. 183, u.c., l.fall., e come deve parimenti ritenersi, per evidenti ragioni sistematiche, anche con riguardo alla revoca dell'ammissione al concordato con contestuale dichiarazione del fallimento, ai sensi dell'art. 173, comma 2 l.fall. (su cui cfr. Cass. I, n. 13817/2011).

Sulla tematica sono intervenute le sezioni unite, avendo statuito che il decreto con cui il tribunale dichiara l'inammissibilità della proposta di concordato preventivo, ai sensi dell'art. 162, comma 2 l.fall., anche eventualmente a seguito della mancata approvazione della proposta, ai sensi dell'art. 179, comma 1, l.fall., ovvero revoca l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, ai sensi dell'art. 173 l.fall., senza emettere consequenziale sentenza dichiarativa del fallimento del debitore, non è soggetto a ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., comma 7, non avendo carattere decisorio, mentre viceversa, il decreto con cui il tribunale definisce in senso positivo o negativo il giudizio di omologazione del concordato preventivo, senza emettere consequenziale sentenza dichiarativa del fallimento del debitore, ha carattere decisorio, ma, essendo reclamabile ai sensi dell'art. 183, comma 1 l.fall., non è soggetto a ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., comma 7, il quale è proponibile avverso il provvedimento della corte d'appello conclusivo del giudizio sull'eventuale reclamo. Non è forse inutile aggiungere che il primo dei due principi statuiti dalla Cassazione non comporta il rischio che la funzione nomofilattica del giudice di legittimità non abbia modo di esprimersi con riguardo agli istituti della inammissibilità della proposta di concordato preventivo e della revoca dell'ammissione alla procedura, essa, invero, trova comunque spazio allorchè - come avviene normalmente - alle decisioni di inammissibilità o revoca consegua la sentenza dichiarativa del fallimento del debitore, impugnabile anche per motivi di censura relativi a quelle decisioni presupposte, con rimedi culminanti nel ricorso per cassazione, non risultando compromessa la tutela giurisdizionale dei diritti del debitore proponente, garantiti in ogni caso dall'intervento di un giudice, quello di merito, che è giudice al pari di quello di legittimità, ferma rimanendo la riproponibilità della domanda di concordato preventivo in assenza di un giudicato contrario.

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