Istanza proposta dal liquidatore giudiziario per chiedere l'archiviazione della procedura di concordato preventivo con cessione dei beni ai creditoriInquadramentoAi sensi dell'art. 182 l. fall., al liquidatore giudiziale si applicano gli artt. 28, 29, 37, 38, 39 e 116 l. fall. in quanto compatibili. FormulaGiudice delegato: Dott. .... Il Liquidatore giudiziale.... TRIBUNALE DI .... SEZ. FALL. ISTANZA DI ARCHIVIAZIONE DELLA PROCEDURA DI CONCORDATO PREVENTIVO CON CESSIONE DEI BENI AI CREDITORI Ill.mo Sig. Giudice delegato, il dr./Avv...., con studio in ...., alla via...., n...., in qualità di Liquidatore Giudiziale, nominato dal Tribunale di ....con decreto emesso in data .... nella procedura di concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori proposto da...., in data ...., omologato in data .... PREMESSO - che le operazioni di realizzo delle attività della società in concordato sono terminate; - che rispettivamente in data .... e in data .... sono stati effettuati i pagamenti ai creditori nella misura del 100% i creditori privilegiati e del.... % i chirografari; - che è stato depositato il rendiconto della liquidazione in data....; - che non sussistono motivi per cui la procedura debba proseguire. Tutto ciò premesso CHIEDE che la S.V. Ill.ma Voglia, ai sensi degli artt. 182 e 116 R.D. 16 marzo 1942, n. 267 art. 182 e 116, disporre l'archiviazione della procedura ed ordinare le comunicazioni di rito agli Enti interessati. Con osservanza. Il Liquidatore giudiziale.... Depositato in Cancelleria Oggi.... Il Cancelliere.... Il Giudice delegato, rilevato che risultano adempiuti gli obblighi previsti dal decreto che ha omologato il concordato preventivo della Ditta/Società.... dispone l'archiviazione della procedura. Luogo e data.... Il cancelliere.... Il Giudice delegato.... CommentoNel concordato preventivo con cessione dei beni, il liquidatore giudiziario svolge funzioni equiparabili a quelle del curatore del fallimento (Cass., n. 7591/2016) e l'archiviazione della procedura rappresenta l'atto finale, atteso che l'art. 181 l.fall., nello stabilire che la procedura di concordato preventivo si chiude con il decreto di omologazione, fa riferimento alla sola fase giudiziale. Il procedimento di concordato preventivo continua a restare aperto fino all'integrale adempimento degli obblighi concordatari (Trib. Arezzo, 28 settembre 2016). Al riguardo va quindi precisato che nel caso di concordato con cessio bonorum l'adempimento cui il debitore è tenuto è quello di cedere tutti i beni ai creditori, adempimento che si onora con la stessa cessione dei beni, cosicché l'eventuale incapienza di quest'ultimi, liquidati nel corso della procedura, non può dare luogo a risoluzione del concordato preventivo, atteso che la percentuale di soddisfo costituisce non già una vera e propria obbligazione in capo al proponente, ma una previsione plausibile del probabile ricavato della vendita, ed i creditori, approvando la proposta, condividono la valutazione, accettando il rischio del diverso esito della liquidazione. Il debitore, quindi, deve essere considerato adempiente con la sola consegna dei beni agli organi della procedura, senza che possa lui imputarsi alcunché per la mancata soddisfazione dei creditori nella misura prevista nella proposta, misura indicativa e mai fonte di obbligazione (Trib. Roma, 1 giugno 2016). Pertanto, da ciò consegue che la domanda di risoluzione non trova accoglimento nei casi in cui l'entità la somma ricavata dalla vendita dei beni o dalle cessioni si discosti anche notevolmente da quella necessaria al soddisfacimento dei creditori nella misura indicata nella proposta, non potendosi in tali casi configurare l'inadempimento di un obbligazione che il debitore non si sia assunto (cfr. Cass., n. 13817/2011). Secondo la giurisprudenza di legittimità quando il concordato preventivo con cessione dei beni, salva la previsione espressa di totale ed immediata liberazione del debitore, sia venuto meno alla sua naturale funzione, e cioè quando le somme ricavate dalla vendita dei beni ceduti siano insufficienti a soddisfare anche in minima parte i creditori chirografari ed integralmente i creditori privilegiati, deve essere risolto per impossibilità sopravvenuta della prestazione, indipendentemente dalla sussistenza di colpa in capo al debitore, per cui la liberazione del debitore si ha soltanto quando i creditori conseguono le somme loro spettanti dal ricavato della liquidazione (Cass., n. 13446/2011), previa valutazione dell'inadempimento rilevante ai fini della dichiarazione di risoluzione del concordato preventivo. |