Ricorso per risoluzione del concordato preventivo

Giuseppina Ivone
Vito Amendolagine

Inquadramento

L'art. 186 l.fall. in tema di risoluzione ed annullamento del concordato prevede che ciascuno dei creditori può richiedere la risoluzione del concordato preventivo per inadempimento. Il concordato non si può risolvere se l'inadempimento ha scarsa importanza. Il ricorso per la risoluzione deve proporsi entro un anno dalla scadenza del termine fissato per l'ultimo adempimento previsto dal concordato. Le disposizioni dell'art. 186 l.fall. non si applicano quando gli obblighi derivanti dal concordato sono stati assunti da un terzo con liberazione immediata del debitore.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZ. FALL.

Giudice delegato ...

Commissario giudiziale ...

RICORSO PER LA RISOLUZIONE DEL CONCORDATO PREVENTIVO

N. .../ ....DELLA SOCIETÀ ....

* * *

Il sottoscritto ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., residente in ..., alla via ..., n ..., nella qualità di creditore della Società ... in concordato preventivo, rappresentato e difeso dall'Avv. ... come da procura rilasciata in calce al presente ricorso, il quale dichiara la disponibilità a ricevere avvisi e comunicazioni relative al presente procedimento anche mediante fax al numero ... e posta elettronica certificata all'indirizzo ...

PREMESSO CHE

con provvedimento in data ... il Tribunale di .... ha omologato il concordato preventivo della Società ....;

il piano concordatario è fondato sui seguenti adempimenti, da svolgersi nel rispetto dei termini indicati nel decreto di omologa: ...(descrivere, di seguito, le modalità ed i termini di esecuzione del piano concordatario)

alla data odierna risulta l'inadempimento di non scarsa importanza della debitrice rispetto agli obblighi concordatari, atteso che ...(indicare l'inadempimento ed il suo rilievo)

il ricorrente ha interesse alla conseguente pronuncia di risoluzione in quanto ...(descrivere la propria posizione e l'interesse sotteso alla istanza)

Tutto ciò premesso, l'istante

CHIEDE

che l'Ill.mo Tribunale, disposta la convocazione delle parti in designanda udienza, dichiari la risoluzione della procedura di concordato preventivo n. ..../.... della Società ..., con vittoria di spese e competenze di lite.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

Si allega la seguente documentazione: ...

Commento

L'art. 186 l.fall., nel prevedere la risoluzione e l'annullamento del concordato preventivo, all'ultimo comma dispone che si applicano le disposizioni degli artt. 137 e 138 l.fall., in quanto compatibili, intendendosi sostituito al curatore il commissario giudiziale. L'art. 138 l.fall., che disciplina l'annullamento del concordato fallimentare, al comma 1 dispone che il concordato omologato può essere annullato dal tribunale, su istanza del curatore o di qualunque creditore, in contraddittorio con il debitore, quando si scopre che è stato dolosamente esagerato il passivo, ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell'attivo. Non è ammessa alcuna altra azione di nullità. Si procede a norma dell'art. 137 l.fall.

L'art. 173 l.fall., nel prevedere le fattispecie la cui ricorrenza comporta la revoca dell'ammissione al concordato, fa riferimento all'occultamento o dissimulazione di parte dell'attivo, alla dolosa omissione di denuncia di uno o più crediti, all'esposizione di passività insussistenti o "altri atti di frode". La predetta norma è stata interpretata nel senso che gli atti di frode vanno intesi, sul piano oggettivo, come le condotte volte ad occultare situazioni di fatto idonee ad influire sul giudizio dei creditori, aventi valenza potenzialmente decettiva per l'idoneità a pregiudicare il consenso informato degli stessi sulle reali prospettive di soddisfacimento in caso di liquidazione, inizialmente ignorate dagli organi della procedura e dai creditori e successivamente accertate nella loro sussistenza o anche solo nella loro completezza ed integrale rilevanza, a fronte di una precedente rappresentazione del tutto inadeguata, purchè siano caratterizzati, sul piano soggettivo, dalla consapevole volontarietà della condotta, di cui, invece, non è necessaria la dolosa preordinazione (così Cass. n. 17191/2014; Cass. n. 9050/2014). Ora, è di chiara evidenza come sussista l'eadem ratio tra le fattispecie legittimanti la revoca dell'ammissione al concordato preventivo e quelle che determinano l'annullamento dell'omologazione dello stesso concordato e, sul piano dei fatti, sarebbe davvero di difficile comprensione come determinate condotte, unificate dall'essere atti di frode aventi valenza decettiva, possano assumere una diversa rilevanza, a seconda del momento in cui vengano ad emersione. Proprio nell'ottica unificatrice della disciplina del concordato preventivo nella ricorrenza degli atti di frode di portata decettiva, la giurisprudenza di legittimità si è espressa nel senso di ritenere che, nel giudizio di omologazione del concordato preventivo, il controllo della regolarità della procedura impone al tribunale la verifica della persistenza sino a quel momento delle stesse condizioni di ammissibilità della procedura già scrutinate nella fase iniziale, dell'assenza di atti o fatti di frode ed, infine, in caso di riscontro positivo di tali condizioni, del rispetto delle regole che impongono che la formazione del consenso dei creditori sulla proposta concordataria sia stata improntata alla più consapevole ed adeguata informazione, da ciò conseguendo che, a fronte di atti o di fatti rilevanti ai fini previsti dall'art. 173 l.fall., il tribunale deve respingere la domanda di omologazione nonostante la mancata apertura del relativo procedimento (così Cass. n. 10778/2014). A tale visione unificatrice si allinea pertanto l'esegesi qui proposta della normativa ex art. 186 l. fall., proprio nell'individuazione della identità della ratio, dall'iniziale revoca dell'ammissione al concordato, alla reiezione della omologazione sino all'annullamento del concordato omologato. Ciò premesso, appare allora evidente come l'annullamento del concordato preventivo omologato, ex art. 186 l.fall., nel testo novellato dal d.lgs. n. 169 del 2007, è un rimedio concesso ai creditori nei casi in cui la rappresentazione dell'effettiva situazione patrimoniale della società proponente, in base alla quale il concordato è stato approvato dai creditori ed omologato dal tribunale, sia risultata falsata per effetto della dolosa esagerazione del passivo, dell'omessa denuncia di uno o più crediti, ovvero della sottrazione o della dissimulazione di tale orientamento, o di altri atti di frode, idonei ad indurre in errore i creditori sulla fattibilità e sulla convenienza del concordato proposto.

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