Precisazione del credito in seguito alla comunicazione del commissario liquidatoreInquadramentoNella liquidazione coatta amministrativa la formazione dello stato passivo subisce rilevanti modificazioni rispetto alla procedura del fallimento, data la diversa struttura degli organi della liquidazione. Infatti il commissario liquidatore deve comunicare l'ammontare dei crediti riconosciuti ad ogni singolo creditore a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento (PEC). La comunicazione è effettuata con riserva di verifica delle eventuali contestazioni. FormulaEgregio.... nella qualità di Commissario liquidatore della Società....in liquidazione coatta amministrativa Via .... n. .... cap .... città .... (indirizzo di posta elettronica certificata della procedura) .... Oggetto: osservazioni in ordine alla comunicazione del credito da parte del Commissario liquidatore Il sottoscritto...., in riscontro alla comunicazione ex art. 207, comma 1, l.fall., pervenuta in data .... da parte del Commissario Liquidatore, rappresenta quanto segue....(precisare il credito e fornirne prova, anche in relazione ad eventuali ragioni di prelazione non riconosciute dal Commissario liquidatore nella comunicazione inviata ex art. 207 comma 1 l. fall.) Invita, quindi, il Commissario liquidatore a considerare nello stato passivo il credito come sopra precisato. Al fine delle comunicazioni di legge, dichiara il seguente indirizzo di posta elettronica certificata .... Sottoscrizione.... (allegare eventuale documentazione indicata a supporto delle osservazioni) Commentonella procedura di liquidazione coatta amministrativa la presentazione, da parte del preteso creditore, di domande ai sensi dell'art. 208 l.fall., o di osservazioni o istanze, ai sensi dell'art. 207 l.fall. , comporta l'obbligo del commissario liquidatore di provvedere su di esse, ragione per cui, ne consegue che, nel caso in cui il credito non sia contemplato, in tutto o in parte, nell'elenco dei crediti ammessi o respinti, il silenzio assume il valore di implicito rigetto, contro il quale, per evitare il formarsi di una preclusione, il creditore deve proporre opposizione allo stato passivo. Il silenzio del commissario sul credito non assume significato di rigetto soltanto nel caso in cui la relativa pretesa non sia stata avanzata dal creditore con una richiesta di riconoscimento del credito, ai sensi dell'art. 208 l. fall., o con osservazioni o istanze, ai sensi dell'art. 207 l.fall. In questo senso, del resto si è espressa la giurisprudenza di legittimità, secondo cui al fine di stabilire in concreto quale sia il rimedio di cui dispone il creditore, il cui credito non venga ammesso per intero, come nel caso di mancata ammissione degli interessi, occorre verificare se il creditore stesso abbia proposto domanda di ammissione o anche soltanto formulato le sue osservazioni ai sensi dell'art. 207 l.fall. In tal caso, egli non ha altro rimedio che l'opposizione ai sensi dell'art. 98 l.fall., perchè il provvedimento di esclusione, assunto anche implicitamente dal commissario, ha valore di rigetto, contro cui, per evitare la preclusione endofallimentare, occorre reagire ai sensi della norma da ultima richiamata (Cass. n. 2476/2003; Cass. n. 3397/2004; Cass. n. 21241/2010; Cass. n. 25301/2013). |