Atto di impugnazione dei crediti ammessi nello stato passivo di una società in liquidazione coatta amministrativa

Vito Amendolagine

Inquadramento

La norma modificata per effetto del d.lgs. n.169/2007, prevede che il commissario liquidatore forma l'elenco dei crediti ammessi o respinti e delle domande indicate nel secondo comma dell'art. 207 l.fall. accolte o respinte e lo deposita nella cancelleria del luogo dove l'impresa ha la sede principale. Il commissario trasmette l'elenco dei crediti ammessi o respinti a coloro la cui pretesa non sia in tutto o in parte ammessa a mezzo posta elettronica certificata ai sensi dell'art. 207, quarto comma, l.fall. Le impugnazioni, le domande tardive di crediti e le domande di rivendica e di restituzione sono disciplinate dagli artt. 98, 99, 101 e 103 l.fall., sostituiti al giudice delegato il giudice istruttore ed al curatore il commissario liquidatore.

Formula

TRIBUNALE DI ...

ATTO DI IMPUGNAZIONE DEI CREDITI AMMESSI

EX ARTT. 209, COMMA 2 E 99 L.FALL.

Il Sig. ..., C.F. ..., nato a ..., residente in ..., alla via ..., n. ... , elettivamente domiciliato in ... alla via ..., n. ..., presso e nello studio dell'Avv ..., C.F. ...PEC ..., fax n. ..., che lo rappresenta e difende in virtù di procura ad litem stesa in calce al presente atto

PREMESSO

— che l'impresa ..., con sede in ..., alla via ... ha insinuato al passivo della liquidazione coatta amministrativa della Società ..., P.I. ..., con sede in ..., alla via ..., n. ... un credito chirografario di Euro ...;

— che il Commissario liquidatore ha ammesso tale credito al passivo della liquidazione con la seguente modalità ...;

— che la deducente impresa ...intende proporre impugnazione avverso il credito di ... ammesso al passivo in via privilegiata/chirografaria dal predetto commissario liquidatore per i seguenti motivi: ...

Tutto ciò premesso

CHIEDE

che l'Ill.mo Tribunale di, disattesa ogni contraria eccezione, deduzione e conclusione, Voglia, ai sensi del r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 209 comma 2, escludere dallo stato passivo il predetto credito.

Chiede, inoltre, che il Tribunale di ... Voglia, ai sensi dell'art. 99 r.d. 16 marzo 1942, n. 267, fissare l'udienza di comparizione delle parti e del Commissario liquidatore in Camera di Consiglio e concedere il termine per la notifica del ricorso e pedissequo decreto al creditore nei confronti del quale l'impugnazione è proposta ed al commissario liquidatore.

Il sottoscritto difensore ... dichiara di voler ricevere le comunicazioni al numero di fax ...o all'indirizzo PEC ...

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA ALLE LITI

 

I ... sottoscritt ..., ricevuta la informativa ai sensi dell'art. 4 comma 30, del d.lgs. n. 28/2010 e successive modifiche, circa la possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17, comma 2, 20 del medesimo decreto, autorizzo l'Avv. ... a rappresentarmi e difendermi in proprio e nella qualità nella presente procedura nonché in ogni fase e grado successivi ad essa connessi. Vi conferisco ampia facoltà di spiccare citazioni, presentare ricorsi, proporre impugnazioni, di intraprendere procedure esecutive mobiliari ed immobiliari, di resistere nelle opposizioni ad esecuzione oltre che ad ingiunzione e sfratto, di nominare sostituti e procuratori, di citare terzi.

Vi conferisco, altresì, espressamente, la facoltà di conciliare e transigere qualsiasi controversia, riconoscendoVi ampi poteri anche ex art. 183 c.p.c. e comunque, in ogni caso in cui sia richiesta la comparizione personale, sottoscrivendo anche verbali di conciliazione e di rinunciare agli atti, di incassare e quietanzare per mio/nostro conto, nonché ai sensi dell'art. 13 del d.lgs. n. 196/2003 (informativa e consenso ai fini del trattamento dei dati personali).

Eleggo domicilio presso il Vostro studio in ..., alla via ... n. ...

È autentica

Firma Avv. ...

Depositato in Cancelleria

Il Cancelliere ...

IL PRESIDENTE,

letta l'istanza che precede, visti gli atti, visto l'art. 99 del r.d. 16 marzo 1942, n. 267,

FISSA

per la comparizione delle parti e del Commissario Liquidatore innanzi al Tribunale di ... riunito in Camera di Consiglio, all'udienza del ... alle ore ...

.

Manda al ricorrente per la notifica del ricorso e del presente decreto al creditore nei confronti del quale l'impugnazione è proposta e al Commissario liquidatore entro giorni dalla comunicazione del presente decreto.

Luogo e data ...

Il Cancelliere ...

Il Presidente ...

Relazione di notifica

Istante ..., ed a richiesta dell'Avv. ..., nella qualità in atti, Io sottoscritto Ufficiale Giudiziario dell'U.N.E.P presso la Corte di Appello di ... ho notificato copia dell'antescritto atto a:

...residente in ... alla via ..., n. ..., ivi recandomi e consegnandone copia a mani di/mediante spedizione a mezzo del servizio postale come per legge.

Altra copia dell'antescritto atto ho notificato a:

...residente in ... alla via ..., n. ..., ivi recandomi e consegnandone copia a mani di/mediante spedizione a mezzo del servizio postale come per legge.

Commento

In sede di opposizione al piano di riparto sono consentite solo le contestazioni riguardanti l'ordine di distribuzione delle somme, ma non anche quelle relative all'esistenza, alla qualità ed all'entità dei crediti ammessi, proponibili solo con l'impugnazione dello stato passivo ai sensi dell'art. 100 l.fall. richiamato dall'art. 209 l.fall. (Cass. n. 5769/2001; App. Milano, 6 luglio 2011).

In particolare, è stato ritenuto che l'assoggettamento dell'impresa assicurativa a liquidazione coatta amministrativa, determinando la risoluzione di diritto del rapporto di agenzia con il riconoscimento a carico della liquidazione della sola indennità di fine rapporto, ai sensi dell' art. 6, d.l. 26 settembre 1978, comma 1, conv. in l. 24 novembre 1978, n. 738 (risoluzione cui di regola si associa, peraltro, la ricostituzione del rapporto stesso con l'impresa cessionaria del portafoglio, ai sensi del comma 2 del medesimo articolo), esclude il diritto dell'agente a tutte le indennità che la disciplina collettiva ricollega all'ipotesi di scioglimento del rapporto per volontà delle parti, quale il recesso ad opera di una di esse (Cass. n. 22766/2014, Cass. n. 16653/2014, Cass. n. 10447/2014, Cass. n. 23654/2012, quest'ultima contenente una ricostruzione completa della giurisprudenza di legittimità sino alla prima affermazione del principio sopra enunciato in Cass. n.1592/1996).

Inoltre, in tema di opposizione allo stato passivo, la giurisprudenza di legittimità ha ripetutamente affermato che la riduzione a metà del termine per la proposizione del ricorso per cassazione, prevista dalla l.fall., art. 99, comma 5 (nel testo anteriore alle modificazioni introdotte dal d.lgs.. 9 gennaio 2006, n. 5), trova applicazione anche alla procedura di amministrazione straordinaria, in tal senso deponendo sia il rinvio dell'art. 1, comma 6, l. 3 aprile 1979, n. 95, alla disciplina della liquidazione coatta amministrativa dettata dall'art. 195 e ss. l.fall.,., riguardante anche l'art. 209, che a sua volta richiama le disposizioni dettate dagli artt. da 98 a 103 l.fall., sia la considerazione che le esigenze di accelerazione della procedura, poste a fondamento dell'abbreviazione del termine, non risultano estranee ai principi strutturali ed alle linee direttive della liquidazione coatta amministrativa e dell'amministrazione straordinaria (Cfr. Cass. n. 6244/1996; Cass. n. 3902/1996).

È stato altresì precisato che l'applicabilità del termine dimidiato non è venuta meno neppure a seguito della sentenza della Corte cost. n. 152/1980, con cui fu dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 99, comma 5, cit., nella parte in cui faceva decorrere i termini per la proposizione dell'appello e del ricorso per cassazione dall'affissione della sentenza resa sull'opposizione allo stato passivo (Cass. n. 20291/2014; Cass. n. 4795/1984). La tesi contraria è stata costantemente disattesa dalla giurisprudenza di legittimità, la quale ha affermato che l'intervento ablativo del Giudice delle leggi ha inciso esclusivamente sulla decorrenza del termine, affrancandola dalla formalità dell'affissione, e non anche sul termine in quanto tale, che continua ad essere quello abbreviato previsto dall'art. 99 cit. l. fall., la cui decorrenza dev'essere pertanto ancorata alla notificazione della sentenza. Tale conclusione trova giustificazione da un lato nella disciplina dettata dall'art. 326 c.p.c., che, nell'individuare la decorrenza dei termini per le impugnazioni, si configura come lex generalis, applicabile in tutte le ipotesi in cui non sussista o venga a mancare una disciplina particolare, e dall'altro nella specialità della legge fallimentare, ricollegabile al carattere settoriale dell'ordinamento della concorsualità sistematizzata, la quale induce a ritenere inderogabile la previsione del termine abbreviato, giustificata dalle insopprimibili esigenze di celerità connesse allo svolgimento delle procedure concorsuali (cfr. tra le più recenti, Cass. n. 12767/2013; Cass. n. 16217/2007).

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