Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 9 ter - Conflitto positivo di competenza 1

Roberto Amatore

Conflitto positivo di competenza 1

 

Quando il fallimento è stato dichiarato da più tribunali, il procedimento prosegue avanti al tribunale competente che si è pronunciato per primo.

Il tribunale che si è pronunciato successivamente, se non richiede d'ufficio il regolamento di competenza ai sensi dell'articolo 45 del codice di procedura civile, dispone la trasmissione degli atti al tribunale che si è pronunziato per primo. Si applica l'articolo 9-bis, in quanto compatibile.

[1] Articolo inserito dall'articolo 8 del D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5.

Inquadramento

Il conflitto positivo di competenza tra due tribunali che abbiano dichiarato il fallimento dello stesso soggetto è denunciabile anche d'ufficio e non trova ostacolo nel giudicato, implicito o esplicito, formatosi su una delle due decisioni (Cass. I, n. 20283/2014).

L'art. 9-ter ed i conflitti positivi tra tribunali effettivamente competenti

Da ultimo il legislatore si è occupato dell'ipotesi che a dichiarare il fallimento del medesimo soggetto persona fisica siano più tribunali tra loro tutti competenti, situazione la cui ricorrenza è determinata dalla circostanza in cui un medesimo imprenditore abbia diverse imprese, che possono assumere sia la forma di ditta individuale sia quella della partecipazione societaria in un ente collettivo nel quale sussista la responsabilità illimitata dei soci. Ne discende che i creditori di soggetti diversi, ma nei quali è sempre coinvolto personalmente il medesimo imprenditore, come socio ovvero come titolare, potrebbero chiedere il fallimento nei luoghi diversi ove avessero sede le diverse imprese (prima della riforma, si leggano Cass. n. 3461/2002; Cass. n. 15105/2001).

Tuttavia, va osservato che, poiché il medesimo soggetto nello stesso momento o tempo può essere sottoposto solo ad un unico processo di fallimento, è evidente che non possono essere contemporaneamente e legittimamente gestiti due fallimenti riguardanti il medesimo imprenditore. Ne consegue che il legislatore ha scelto il criterio logico della prevenzione per decidere quale sia il tribunale che debba gestire concretamente il fallimento, superando l'altro criterio, che talvolta aveva individuato la giurisprudenza, e cioè quello del fallimento più rilevante (Cass. n. 7208/1997; Cass. n. 8795/1997).

In realtà, quella in esame non una vera e propria questione di competenza, quanto piuttosto e più propriamente una questione di litispendenza (Ferro, 209).

Bibliografia

Amatore, Le dichiarazioni di Fallimento, Milano, 2014; Ferro, L'istruttoria prefallimentare, Torino, 2001, 209.

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