Decreto legislativo - 8/07/1999 - n. 270 art. 43 - Revoca del commissario straordinario.1Revoca del commissario straordinario.1 1. Il Ministro dell'industria può in ogni tempo, su proposta del comitato di sorveglianza o d'ufficio, revocare il commissario straordinario. Il Ministro provvede previa comunicazione dei motivi di revoca o contestazione degli eventuali addebiti e dopo aver invitato il commissario ad esporre le proprie deduzioni. 1-bis. Il debitore e i creditori ammessi possono chiedere la sostituzione del commissario straordinario per conflitto di interessi, indicandone nella richiesta le specifiche ragioni. Il Ministro dello sviluppo economico, sentito il comitato di sorveglianza, se ritiene fondata la richiesta, provvede alla nomina del nuovo commissario straordinario2. 1-ter. Il debitore e i creditori ammessi possono altresì chiedere al comitato di sorveglianza la revoca dell'autorizzazione concessa al commissario straordinario ai sensi dell'articolo 41, comma 2, alla nomina per la designazione di coadiutori in presenza di conflitto di interessi, indicandone nella richiesta le specifiche ragioni. Il comitato di sorveglianza provvede sentito il commissario straordinario3. [1] Rubrica sostituita dall'articolo 49, comma 1, lettera d), numero 2), del D.Lgs. 17 giugno 2022, n. 83. [2] Comma aggiunto dall'articolo 49, comma 1, lettera d), numero 1), del D.Lgs. 17 giugno 2022, n. 83. [3] Comma aggiunto dall'articolo 49, comma 1, lettera d), numero 1), del D.Lgs. 17 giugno 2022, n. 83. InquadramentoIl Ministero delle attività produttive può procedere alla revoca del commissario straordinario sia d'ufficio, sia su proposta del comitato di sorveglianza. Proprio la rilevanza della figura del commissario straordinario legittima l'assunzione del provvedimento di revoca nell'ipotesi di gravi inadempienze. Ma la revoca può essere adottata anche per la sostituzione motivata dalla necessità di particolari qualificazioni per la gestione dell'impresa che il commissario nominato non possiede e che in seguito si rendano necessario. La revoca, quindi, non viene ricollegata necessariamente ad inadempienze od a violazioni dei doveri inerenti all'ufficio di amministratore straordinario. Il potere di revoca dell'autorità amministrativa è discrezionale e non vi è un diritto alla conservazione dell'incarico. Tuttavia si ritiene che il provvedimento del Ministro, pur non essendo contemplato dalla legge, possa formare oggetto d'impugnazione davanti al giudice amministrativo. Revoca del commissario straordinarioIl commissario straordinario può essere revocato dal Ministro che lo ha nominato. La revoca può essere disposta anche per gravi inadempienze poste in essere dal commissario straordinario e in ogni caso in tutti i casi di ritardo negli adempimenti che lo stesso deve eseguire. Così sono state individuate ipotesi di revoca nel ritardo nel deposito del programma di cui all'art. 54, qualora non sia stata concessa la proroga o questa sia inutilmente decorsa, nel ritardo della trasmissione di chiarimenti richiesti ai sensi dell'art. 57, comma 3, d.lgs. n. 270/1999; nel ritardo nella presentazione di un nuovo programma come previsto dall'art. 58, commi 2 e 3, d.lgs. n. 270/1999. Nelle ipotesi in cui la revoca sia dovuta a inadempienze e non a semplice sostituzione perché necessiti altro tipo di professionalità è prevista la contestazione degli addebiti e il contraddittorio con il commissario straordinario che potrà presentare deduzioni scritte (Abate, 977). Il contrappeso al potere discrezionale dell'autorità amministrativa è il potere di impugnare il provvedimento di revoca davanti l'autorità giurisdizionale. La diligenza richiesta è quella del buon padre di famiglia. Il commissario straordinario è stato ritenuto responsabile anche per colpa lieve. Si tratta di responsabilità di natura contrattuale; la legittimazione attiva spetta al nuovo commissario straordinario e l'azione si prescrive nel termine di dieci anni decorrente dalla data di cessazione dell'incarico, così come previsto per il curatore fallimentare (Cass. n. 8716/1996). Discussa è, invece, l'applicabilità o meno dell'art. 2236 (Responsabilità del prestatore d'opera) c.c. nei confronti dei prestatori d'opera intellettuale, laddove la prestazione implichi la risoluzione di problemi di particolare difficoltà tecnica. Ciò perché, è stato detto, la disciplina civilistica ha una portata limitata, ossia si riferisce alla responsabilità del prestatore d'opera intellettuale nei confronti del committente, sicché essa non sembra applicabile in una materia in cui è richiesta la salvaguardia dei diritti dei terzi rispetto a determinate norme di comportamento, anche se inerenti a problemi tecnici. Una parte della dottrina ritiene applicabile al commissario straordinario sia la norma di cui all'art. 36 del d.lgs. n. 270 del 1999, con i relativi riferimenti alla legge fallimentare, sia le disposizioni di cui agli artt. 1176 (Diligenza nell'adempimento), 1710 (Diligenza del mandatario) e 2236 (Responsabilità del prestatore d'opera) c.c. (Abate, 975 e ss.) È stata anche configurata una responsabilità del commissario straordinario di natura fiscale nell'ipotesi di omessa, infedele o incompleta dichiarazione a norma degli artt. 46 e 56 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600. Si è, di contro, esclusa ogni responsabilità in capo al commissario straordinario nel caso di atti debitamente autorizzati, così richiamandosi la normativa dettata in sede fallimentare (Lo Cascio, 1219). È stato detto anche che la responsabilità del commissario straordinario investe l'intera attività spiegata, mentre per qualsiasi atto ingiusto e di tipo personale possono valere le responsabilità civili, penali ed amministrative e in relazione a tali atti la responsabilità del commissario straordinario è configurabile indipendentemente dall'intervenuta autorizzazione dell'autorità di vigilanza. Bibliografiav. sub art. 37. |