Decreto legislativo - 8/07/1999 - n. 270 art. 34 - Giudizi in corso nei confronti del commissario giudiziale.

Rosaria Giordano

Giudizi in corso nei confronti del commissario giudiziale.

1. Se i decreti previsti dall'articolo 30, comma 1, sono emessi mentre è in corso il giudizio di opposizione alla sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, il commissario straordinario o il curatore, secondo che sia stata aperta la procedura di amministrazione straordinaria o dichiarato il fallimento, intervengono nel giudizio in sostituzione del commissario giudiziale.

2. In mancanza dell'intervento, il giudizio prosegue nei confronti del commissario giudiziale, salva la facoltà delle parti di chiamare nel processo il commissario straordinario o il curatore.

3. Se alla data dei decreti previsti dall'articolo 30, comma 1, non è ancora scaduto il termine per proporre opposizione alla sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, l'atto di opposizione è notificato al commissario straordinario, ove nominato, o al curatore, in luogo del commissario giudiziale.

4. Le disposizioni dei commi 1 e 2 si applicano anche agli altri giudizi in corso nei quali è parte il commissario giudiziale.

Inquadramento

A seguito dell'emanazione della sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, poiché l'art. 18 non richiama l'art. 43 ma soltanto gli artt. 168 e 169, il commissario giudiziale non acquisisce la generale legittimazione processuale, con riguardo ai giudizi in corso ed a quelli da incardinare, in luogo dell'imprenditore.

Per evitare che, intervenuta tale legittimazione con l'apertura della procedura, i giudizi in corso debbano essere interrotti, si prevede un intervento in sostituzione del commissario straordinario.

Disciplina dell'opposizione avverso la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza

A seguito dell'emanazione della sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, poiché l'art. 18 d.lgs. n. 270/1999 non richiama l'art. 43 ma soltanto gli artt. 168 e 169, il commissario giudiziale non acquisisce la generale legittimazione processuale, con riguardo ai giudizi in corso ed a quelli da incardinare, in luogo dell'imprenditore, ma partecipa, secondo quanto espressamente disposto dall'art. 9 del decreto in esame, al giudizio di opposizione alla sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza in rappresentanza degli interessi generali e di quelli della massa dei creditori (La Malfa, 117).

Peraltro, stante la struttura bi-fasica del procedimento di amministrazione straordinaria, alla fase della dichiarazione d'insolvenza può subentrare quella dell'amministrazione straordinaria o del fallimento e che in conseguenza di tale consecuzione o conversione vengono nominati i rispettivi organi. Il procedimento d'insolvenza, benché limitato nel tempo, non soltanto può aver determinato, a seguito della gestione commissariale, il subentro in numerosi rapporti giuridici sostanziali e processuali, ma può averne creato di nuovi. In particolare, avverso la sentenza dichiarativa dello stato d'insolvenza, potrebbe essere stata proposta opposizione o potrebbe risultare ancora non scaduto il termine per proporla. In questi casi il legislatore si è posto il problema delle eventuali interruzioni dei giudizi che avrebbero potuto essere dichiarate e degli inutili appesantimenti giudiziari che inevitabilmente avrebbero pregiudicato la speditezza e l'operatività dell'iter concorsuale. Invero, ai sensi dell'art. 300 c.p.c. la perdita della capacità processuale della parte determina l'interruzione del procedimento in corso.

Ad evitare tali inconvenienti è stata introdotta la disciplina specifica di cui alla disposizione in esame (cfr. Paluchowski, 2415) che, mediante il c.d. intervento in sostituzione, persegue finalità di economia processuale (Di Marzio, 11). In questo senso si è stabilito che, nel procedimento di opposizione a sentenza dichiarativa di fallimento, interviene il curatore o il commissario straordinario in sostituzione del commissario giudiziale e che, anche in mancanza di tale intervento, il giudizio prosegue nei confronti di quest'ultimo, salva la facoltà delle parti di chiamare nel processo gli organi delle nuove procedure (Fabiani, 1074). Si realizza, pertanto, una forma di sostituzione processuale analoga a quella prevista per l'ipotesi di successione in corso di causa del diritto controverso dall'art. 111 c.p.c.

Ove, poi, il termine per proporre opposizione alla sentenza dichiarativa di fallimento non sia ancora scaduto, ma sia nel frattempo intervenuto il provvedimento di apertura del fallimento o dell'amministrazione straordinaria, l'impugnazione deve essere notificata rispettivamente al curatore od al commissario straordinario.

Questione problematica è, inoltre, quella dell'estensione degli effetti del giudicato al curatore o al commissario straordinario laddove gli stessi non siano volontariamente intervenuti nel procedimento né siano stati chiamati in causa nello stesso. Secondo una parte della dottrina, per evitare ogni sospetto di illegittimità costituzionale della norma, la pronuncia dovrebbe ritenersi inefficace nei confronti della procedura di fallimento o di amministrazione straordinaria (La Malfa, 119).

Disciplina degli altri giudizi in corso

I richiamati principi normativi sono stati estesi anche agli altri giudizi in corso, per regolare i casi in cui nel procedimento d'insolvenza sia stata disposta la gestione commissariale ed il commissario giudiziale abbia assunto la veste di attore o di convenuto nelle controversie in corso (cfr. La Malfa, 119).

La legge non si occupa, invece, dei giudizi promossi o subiti dall'imprenditore dichiarato insolvente e sotto tale profilo si potrebbe porre l'interrogativo se la disposizione in esame si possa estendere anche ad essi oppure se debba trovare applicazione quella dettata per il fallimento, in materia d'incapacità processuale del fallito e di subentro del curatore. Secondo parte della dottrina, invece, dal disposto dell'art. 36 del decreto in esame, che richiama la disciplina della liquidazione coatta amministrativa per gli aspetti non specificamente regolati dallo stesso, potrebbe argomentarsi che già a seguito della dichiarazione d'insolvenza il commissario straordinario assumerebbe la posizione processuale della quale era titolare l'imprenditore insolvente nei giudizi già in corso, atteso quanto stabilito a riguardo dall'art. 200, comma secondo, in forza del quale al momento dell'apertura della procedura di liquidazione coatta amministrativa nelle controversie, anche in corso, relative a rapporti di diritto patrimoniale sta in giudizio il commissario liquidatore (cfr. Fabiani, 1075).

Bibliografia

Cannone, L'apertura della procedura di amministrazione straordinaria: i profili processuali, in Costa (a cura di), L'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza dopo il d.lgs. 12.9.2007, n. 169, Torino, 2008; Di Marzio, Appunti sull'ammissione dell'impresa alla procedura di amministrazione straordinaria, in ilfallimentarista.it, 22 maggio 2012; Fabiani, Profili processuali della nuova amministrazione straordinaria, in Fall. 2000, 10; Guglielmucci, Una procedura concorsuale amministrativa sotto il controllo giudiziario, in Fall. 2000, 2; La Malfa, L'apertura della procedura, in Bonfatti-Falcone (a cura di), La riforma dell'amministrazione straordinaria, Roma 2000; Pajardi, Manuale di diritto fallimentare, Milano, 2008; Paluchowski, Nuova disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza (d.lgs. 8 luglio 1999, n. 270), in Pajardi (a cura di), Codice del fallimento, Milano, 2013.

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