Decreto legislativo - 8/07/1999 - n. 270 art. 28 - Relazione del commissario giudiziale.Relazione del commissario giudiziale. 1. Entro trenta giorni dalla dichiarazione dello stato di insolvenza, il commissario giudiziale deposita in cancelleria una relazione contenente la descrizione particolareggiata delle cause dello stato di insolvenza e una valutazione motivata circa l'esistenza delle condizioni previste dall'articolo 27 ai fini dell'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria. 2. Alla relazione sono allegati lo stato analitico ed estimativo delle attività e l'elenco nominativo dei creditori con l'indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di prelazione. 3. Nel medesimo termine indicato nel comma 1, il commissario giudiziale trasmette copia della relazione al Ministero dell'industria, depositando in cancelleria la prova dell'avvenuta ricezione. 4. Un avviso dell'avvenuto deposito della relazione è affisso entro ventiquattro ore, a cura del cancelliere. 5. L'imprenditore insolvente e ogni altro interessato hanno facolta' di prendere visione della relazione e di estrarne copia. La stessa e' trasmessa dal commissario giudiziale a tutti i creditori e ai terzi titolari di diritti sui beni all'indirizzo di posta elettronica certificata indicato a norma dell'articolo 22, comma 2, entro dieci giorni dal deposito in cancelleria (1). (1) Comma sostituito dall'articolo 17, comma 2, lettera c), del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, per l'applicazione del presente comma vedi quanto disposto dai commi 4 e 5 del medesimo articolo 17. InquadramentoLa procedura della dichiarazione dello stato d'insolvenza costituisce una fase di studio della concreta situazione economica e finanziaria dell'impresa, per decidere se si debba far luogo alla procedura di amministrazione straordinaria oppure dichiarare il fallimento, con conseguente liquidazione del patrimonio acquisito all'attivo fallimentare. Durante la prima fase il commissario deve provvedere a tutta una serie di adempimenti e tra questi deve redigere la relazione. Si tratta di un adempimento che riscontra la centralità della figura del commissario giudiziale e l'importanza del raccordo con il Ministro e con il giudice delegato. Dalla correttezza tecnica e dalla completezza della relazione dipende il mantenere sul mercato imprese irrimediabilmente decotte e soprattutto la realizzazione di effettivi interventi di risanamento. La relazione ex art. 28 d.lgs. n. 270/ 1999, da depositare entro trenta giorni dalla dichiarazione dello stato d'insolvenza, è un'attribuzione personale del Commissario giudiziale nell'adempimento del proprio ufficio (cfr. Corte Appello Torino, 11 dicembre 2012). Relazione del commissario giudizialeIl commissario, entro trenta giorni dalla dichiarazione dello stato di insolvenza, deve depositare in cancelleria la relazione sulle cause dello stato di insolvenza; una valutazione sulla esistenza delle concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali, con l'indicazione del modo in cui intende raggiungere l'equilibrio economico, se con la cessione o con la ristrutturazione; lo stato analitico estimativo dell'attivo e ove necessario con eventuali perizie disposte dal Giudice delegato; l'elenco dei creditori, con l'indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di prelazione. L'indicazione dei creditori, non essendo ancora scaduto il termine per la trasmissione delle domande dei creditori, sarà fatta sulla base dell'esame delle scritture contabili. Si tratta, quindi, di uno stato passivo provvisorio, salvo il caso che il relativo accertamento, iniziatosi con l'apertura della procedura d'insolvenza, si sia completato ed allora l'elenco dei creditori sarà definitivo. Il commissario giudiziale deve redigere uno stato analitico delle attività e deve provvedere ad una serie di adempimenti necessari per fornire al tribunale tutti gli elementi utili per la decisione. Inoltre, deve procedere ad una indagine approfondita sulle cause dell'insolvenza, sulla situazione aziendale delineatasi e sulle concrete possibilità di realizzare un programma di recupero nelle due diverse alternative previste dalla legge e di tutto ciò deve rendere conto all'autorità proposte alla procedure al fine di potere valutare le concrete prospettive di recupero economico dell''impresa insolvente. Pur non ritenendo il termine perentorio, non essendo previsto espressamente e non considerandosi tale conformemente ai principi generali, è opinione diffusa che i tempi previsti debbano essere rigorosamente rispettati in quanto in un'ottica di risanamento conservativo ogni giorno assume una notevole rilevanza. Non può non rilevarsi, in ogni caso, come, per un soggetto estraneo alla gestione dell'impresa, i tempi siano davvero ristretti, di talché diventa complesso avere tempestivamente contezza delle dinamiche tecniche, di amministrazione e di gestione del personale. Parte della dottrina fa discendere dal mancato rispetto del termine il sopravvenire di un giustificato motivo per procedere all'immediata sostituzione del commissione giudiziale (Alessi, 50 e 59). Importantissima è ritenuta la collaborazione del commissario giudiziale con il Ministero e con il giudice delegato che è l'organo che con più precisione seguirà la fase dell'istruttoria (Sansone, 281). Ed infatti, il commissario giudiziale dovrà attenersi alle direttive di politica industriale del Ministero e alle direttive comunitarie, oltre ad accertare se vi siano soggetti interessati ad acquistare l'intero complesso o un ramo d'azienda e a verificare la possibilità di ricorrere al credito, di consolidamento dei debiti, della conversione del credito in capitale e della ricapitalizzazione interna o esterna. I giudici di merito hanno affermato che in tema di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, non può essere condiviso il giudizio positivo formulato dal commissario giudiziale sulla possibilità di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali qualora la relazione dallo stesso redatta non offra un quadro ragionevolmente esaustivo sullo stato in cui versa l'impresa con specifico riguardo alle prospettive di riattivazione dell'attività produttiva e di reimpiego della forza lavoro, nonché sulla possibilità di cessione dell'impresa sul mercato alle condizioni previste dalla procedura (Trib. Roma 23 gennaio 2012). Bibliografiav. sub art. 27. |