Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 68 - Pagamento di cambiale scaduta.

Federico Rolfi

Pagamento di cambiale scaduta.

 

In deroga a quanto disposto dall'art. 67 , secondo comma, non può essere revocato il pagamento di una cambiale, se il possessore di questa doveva accettarlo per non perdere l'azione cambiaria di regresso. In tal caso, l'ultimo obbligato in via di regresso, in confronto del quale il curatore provi che conosceva lo stato di insolvenza del principale obbligato quando ha tratto o girato la cambiale, deve versare la somma riscossa al curatore.

Inquadramento

La norma – non oggetto di alcuna modifica diretta da parte della Riforma — disciplina una ipotesi di esenzione da revocatoria in quella che sarebbe altrimenti una ipotesi di pagamento di un debito liquido ed esigibile, pienamente rientrante nel secondo comma dell'art. 67 (Limitone, 949). Ratio della previsione è quella di evitare di esporre a revocatoria un soggetto che, rifiutando il pagamento, avrebbe perso l'azione di regresso, anche se da molti è ritenuta norma di favore per le banche in quanto le esonera dai rischi di revocatoria per le operazioni di sconto (Benedetti, 716; Spiotta, 1071).

La tutela del portatore della cambiale, tuttavia, non si traduce in una esclusione totale della revocatoria, in quanto il curatore potrà agire contro l'ultimo obbligato in via di regresso, a condizione che provi la conoscenza dello stato di insolvenza da parte di quest'ultimo. In tal modo equilibra la tutela della par condicio creditorum, con la tutela dei soggetti tutelati dalle norme cartolari sulla circolazione dei titoli di credito (Limitone, 949; Jorio, 453; PattiNardecchiaBosticco, 756).

A ben vedere, quindi, ci si trova di fronte ad una ipotesi di trasferimento della legittimazione passiva (Porzio, 356; Spiotta, 1070), con indicazione di un diverso soggetto nei cui confronti l'azione può essere esercitata, alla sola condizione della prova della scientia decoctionis (Bertacchini, 1446; PattiNardecchiaBosticco, 757), sicché appare corretta la tesi che vede nella norma una ipotesi speciale di revocatoria delle prestazioni indirette (affine all'art. 70: Gaboardi, 297), in quanto il vero pagamento lesivo della par condicio è quello ricevuto indirettamente dall'ultimo obbligato di regresso mediante pagamento nelle mani dell'ultimo portatore della cambiale (Benedetti, 719; Gaboardi, 296). Rimarrebbe la possibilità di agire nei confronti del portatore che ha ricevuto il pagamento nei casi di collusione tra debitore e creditore cambiario o del portatore che era a conoscenza del rapporto causale alla base del titolo (Spiotta, 1074).

Si tratta di norma eccezionale, non applicabile in via analogica (Bertacchini, 1444; Gaboardi, 300; Limitone, 949; Porzio, 355).

La norma è da considerarsi eccezionale (Cass. civ. I, n. 684/1999) e non estensibile oltre i casi espressamente previsti.

Il principio per cui la curatela del fallimento può agire contro l'ultimo obbligato senza aver prima agito in revocatoria nei confronti dell'ultimo giratario che ha ricevuto il pagamento della cambiale si giustifica col fatto che è proprio quest'ultimo che si avvantaggia del pagamento dell'obbligato principale divenuto insolvente. L'accertamento del presupposto di applicabilità della norma, cioè che il possessore della cambiale si trovasse nella situazione di perdere l'azione di regresso qualora avesse rifiutato il pagamento, può avvenire anche incidenter tantum nel giudizio nei confronti dell'ultimo obbligato in via di regresso senza il necessario contraddittorio con il portatore e facendo ricorso a presunzioni (Cass. I, n. 13663/1999).

Disciplina

Sul piano dell'ambito oggettivo, il riferimento generico alla cambiale giustifica l'applicazione della norma non solo alla cambiale tratta e al vaglia cambiario, ma anche alla cambiale agraria e all'assegno bancario (Gaboardi, 300; Limitone, 949; PattiNardecchiaBosticco, 757; contra, per l'assegno, Porzio, 355), mentre non si applica alla cambiale finanziaria ex l. 13 gennaio 1994, n. 43 (Spiotta, 1072) e ad altri casi di garanzie con regresso come nel caso pagamento accettato dal creditore ipotecario sui beni dei fideiussori per non perdere la garanzia del proprio credito (Limitone, 949).

Perché il pagamento sia irrevocabile occorre che il possessore si trovi nell'alternativa di accettare il pagamento o di rifiutarlo perdendo l'azione di regresso (Gaboardi, 295; Limitone, 949); e che il pagamento sia regolare (cioè effettuato alla scadenza e con il denaro indicato nel titolo) e non rifiutabile (Benedetti, 717; Bertacchini, 1445; Gaboardi, 300; Spiotta, 1072), anche se parziale ex art. 45 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669 (Spiotta, 1074).

La conseguenza è che dovrebbero essere comunque revocabili i pagamenti: 1) avvenuti prima della scadenza o dopo la levata tempestiva di protesto (Gaboardi, 298); 2) fatti al possessore di cambiale non titolare di azione di regresso (Limitone, 949); 3) al portatore che abbia conseguito il pagamento per conto di altro possessore privo di azioni di regresso (Limitone, 949); 4) fatti al possessore già decaduto dal diritto di regresso per omissione o per levata intempestiva del protesto (Bertacchini, 1444; Gaboardi, 298; Jorio, 453; Limitone, 949); 5) al pagamento ricevuto da un obbligato di regresso che, dopo aver pagato, ottenga la rivalsa contro l'obbligato principale (Gaboardi, 299; Jorio, 453; Limitone, 949); 6) al pagamento ricevuto esercitando l'azione di regresso (Gaboardi, 299).

Poiché la ratio della norma è collegata al rischio di perdita dell'azione di regresso, occorre che vi sia un obbligato di regresso, con la conseguenza che la norma non opera quando il traente non ha girato la tratta, o quando il pagamento sia stato ricevuto dal giratario di un pagherò in caso di girata senza garanzia (Gaboardi, 300; Limitone, 950).

Esclusa la proponibilità della revocatoria — anche per pagamenti parziali (Limitone, 950) — nei confronti del soggetto che ha ricevuto il pagamento, il curatore può invece agire contro «l'ultimo obbligato in via di regresso», per tale intendendosi il traente nella tratta o il primo girante nel vaglia cambiario (Benedetti, 720; Bertacchini, 1445; Bonfatti, 609; Jorio, 453; Limitone, 950; PattiNardecchiaBosticco, 757), a condizione che il curatore provi che il suddetto ultimo obbligato in via di regresso era a conoscenza dello stato di insolvenza dell'obbligato principale nel momento in cui ha tratto o girato la cambiale (Gaboardi, 301). A questa tesi che individua in tal modo «l'ultimo obbligato in via di regresso», si contrappone invece la tesi che legge la locuzione come riferita all'ultimo obbligato in via di regresso di cui si possa provare la scientia decoctionis, anche se tale tesi si scontra con il fatto che solo il vero ultimo obbligato in via di regresso riceve il pagamento indiretto (Benedetti, 721).

Non esente da dubbi è anche l'interpretazione della locuzione «somma riscossa», che potrebbe riferirsi, alternativamente, alla somma pagata dal fallito al portatore (Bertacchini, 1446; Spiotta, 1076) o alla somma che «l'ultimo obbligato in via di regresso» ha realizzato negoziando il titolo (Benedetti, 722). Chi ritiene che oggetto della revocatoria sia non l'atto di disposizione del fallito, ma l'acquisto del creditore opta per tale seconda interpretazione, anche se sul piano pratico il curatore chiederà la prima somma, e sarà il convenuto a dover dimostrare che la seconda somma è di ammontare inferiore (Benedetti, 723).

Poiché trova applicazione comunque l'art. 67, secondo comma, si pone il problema della individuazione dell'atto revocabile al fine di verificare se si collochi nel periodo sospetto, che è quello di sei mesi di cui all'art. 67 (Benedetti, 725; Gaboardi, 303; Spiotta, 1071). L'opinione non è univoca (Gaboardi, 303), in quanto a chi ritiene che debba farsi riferimento al momento del pagamento effettuato dal fallito al possessore del titolo (Bertacchini, 1446) si contrappone chi ritiene che a rilevare sia il pagamento a favore del traente o del primo girante (Benedetti, 725; Jorio, 453). In tale secondo senso sembra deporre il fatto che, in modo chiaro, la scientia decoctionis viene collocata dal legislatore nel momento in cui l'ultimo obbligato in via di regresso ha tratto o girato la cambiale (Benedetti, 724; Gaboardi, 301).

Sempre dalla riconducibilità della revocatoria nei confronti dell'ultimo obbligato in via di regresso alla fattispecie del secondo comma dell'art. 67 (Benedetti, 725; Jorio, 454; Limitone, 950), viene fatta discendere l'applicabilità sia delle esenzioni previste al terzo comma della stessa norma, sia del termine di decadenza di cui all'art. 69-bis (Bertacchini, 1447; Limitone, 950; Gaboardi, 303; Jorio, 454; Benedetti, 725; Spiotta, 1071).

Non può disattendersi l'eccezione del convenuto in revocatoria circa l'applicabilità dell'art. 68 sulla semplice base del fatto che egli, al momento in cui ha ricevuto i titoli, conosceva lo stato di insolvenza del debitore, successivamente autore del pagamento in revocatoria, perché tale circostanza rileva solo nel caso in cui il creditore sia l'ultimo obbligato in sede di regresso (Cass. I, n. 13085/1995).

Va escluso che rientri nella disciplina dell'art. 68 il pagamento eseguito alla scadenza, in presenza dell'insolvenza del traente, dal trattario non accettante in favore del portatore del titolo, che sia in rapporto cambiario diretto con il traente stesso (Cass. I, n. 2088/1997).

La norma non si applica: 1) nel caso di pagamento ricevuto dopo che era stato elevato tempestivamente il protesto (Trib. Napoli 14 gennaio 1974, Dir.giur., 1976, 780); 2) al caso del pagamento ricevuto dal portatore mediante l'esercizio dell'azione cambiaria di regresso (App. Roma 20 dicembre 1966, Dir. Fall., 1967, II, 324); 3) neppure in via analogica, al caso del pagamento accettato dal creditore con ipoteca sui beni dei fideiussori per non perdere la garanzia del proprio credito (Cass. I, n. 684/1999).

Legittimato passivo della revocatoria è l'ultimo obbligato di regresso in senso assoluto (Cass. I, n. 3152/1976, Giur. comm., 1976, II, 23; App. Torino 19 febbraio 1982, Fall., 1983, 510).

Poiché quando si esercita l'azione revocatoria nei confronti dell'ultimo obbligato in via di regresso, oggetto della revocatoria resta sempre il pagamento — e non l'emissione della cambiale tratta o la girata del vaglia cambiario — al fine di stabilire se l'atto sia stato posto in essere nel periodo sospetto deve aversi riguardo alla data del pagamento e non a quella dell'emissione o della girata (Cass. VI, n. 8777/2016; Cass. I, n. 16213/2007; Cass. I, n. 3152/1976) mentre a tale ultimo momento — deve, invece, essere accertata la cosiddetta scientia decotionis dell'ultimo obbligato in via di regresso (Cass. I, n. 3152/1976).

Bibliografia

Benedetti, Gli effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori. – sez. VIII: Il pagamento di cambiale scaduta, in Vassalli-Luiso-Gabrielli, Trattato di diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali, II, Torino, 2014; Bertacchini, Gli effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori, in Jorio (a cura di), Fallimento e concordato fallimentare, Milano, 2016; Bonfatti, Gli effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori, in Didone (a cura di), La riforma delle procedure concorsuali, Milano, 2016; Gaboardi, Art. 68 – Pagamento di cambiale scaduta, in Cavallini (diretto da), Commentario alla Legge Fallimentare, I, Milano, 2010; Gommellini, Sub art. 68, in Nigro-Sandulli-Santoro (a cura di), La legge fallimentare dopo la riforma, Milano, 2010; Jorio, Gli effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori, in Ambrosini, Cavalli, Jorio, Il Fallimento - Cottino (diretto da), Trattato di diritto commerciale, Padova, 2009; Limitone, Sub art. 68, in Ferro (a cura di), La legge fallimentare, Padova, 2014; Patti - Nardecchia - Bosticco, Art. 68, in Lo Cascio (a cura di), Codice Commentato del Fallimento, Milano, 2015; Porzio, Effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori, in Buonocore-Bassi (diretto da), Trattato di diritto fallimentare, Padova, 2010; Spiotta, Articolo 68 - Pagamento di cambiale scaduta, in Jorio-Fabiani (diretto da e coordinato da), Il nuovo diritto fallimentare, Bologna, 2006.

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