Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 60 - Rendita perpetua e rendita vitalizia.Rendita perpetua e rendita vitalizia.
Se nel passivo del fallimento sono compresi crediti per rendita perpetua, questa è riscattata a norma dell'art. 1866 del codice civile. Il creditore di una rendita vitalizia è ammesso al passivo per una somma equivalente al valore capitate della rendita stessa al momento della dichiarazione di fallimento. InquadramentoLa disposizione in commento contiene la disciplina della rendita perpetua e della rendita vitalizia nel caso di fallimento del debitore. Con riferimento ai crediti per rendita perpetua, la disposizione in commento stabilisce che essi sono ammessi al passivo per la somma derivante dal riscatto della rendita, ai sensi dell'art. 1866 c.c. Si è detto che questa disciplina costituisce un'applicazione specifica dell'art. 1868 c.c., che prevede il riscatto della rendita nel caso il debitore diventi insolvente (Maffei Alberti, sub art. 60, e autori ivi richiamati). Il tasso di interesse sulla cui base si deve capitalizzare la rendita annua ai fini del suo riscatto, nella disposizione in commento, non è stato determinato in maniera fissa, come nell'art. 57 l.fall. Esso è quello legale, secondo il disposto dell'art. 1284 c.c. Nonostante la non chiarissima formulazione della norma, essa detta la modalità di determinazione del credito da ammettere al concorso, tra i privilegiati, essendo la rendita perpetua garantita da ipoteca. Autorevole dottrina si è curata di precisare che se il riscatto è stato esercitato per volontà del debitore o per averlo il creditore costretto a norma dell'art. 1867 c.c. prima della dichiarazione di fallimento, sono dovuti anche gli interessi di mora, oltre al credito avente ad oggetto la rendita capitalizzata sulla base dell'interesse legale, dalla data dell'esercizio del riscatto fino alla data di dichiarazione di fallimento (Inzitari, 844). La rendita vitalizia, poi, al momento del fallimento, dà diritto a partecipare al concorso sulla base della somma pari al valore capitale della rendita al tempo dell'apertura del fallimento. Si deve escludere che l'assegno di separazione e quello divorzile siano assoggettati alla stessa disciplina della rendita vitalizia ex art. 60 l.fall., di cui non condividono i presupposti né la natura giuridica (Cass., n. 268/1982; Rosapepe, 322). Il nuovo art. 159 del d.lgs. n. 14/2019 - Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (in vigore dal 15 agosto 2020), rappresenta la trasposizione dell'articolo in commento. BibliografiaInzitari, in Il nuovo diritto fallimentare, in Comm. Jorio - Fabiani, Bologna, 2007; Maffei Alberti, sub art. 60, in Commentario breve alla legge fallimentare, Padova, 2013; Rosapepe, in Trattato di diritto fallimentare, diretto da Buonocore e Bassi, coordinato da Capo, De Santis, Meoli, Padova, 2010. |