Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 171 - Convocazione dei creditori.Convocazione dei creditori.
Il commissario giudiziale deve procedere alla verifica dell'elenco dei creditori e dei debitori con la scorta delle scritture contabili presentate a norma dell'art. 161 , apportando le necessarie rettifiche. Il commissario giudiziale provvede a comunicare ai creditori a mezzo posta elettronica certificata, se il relativo indirizzo del destinatario risulta dal registro delle imprese ovvero dall'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata delle imprese e dei professionisti e, in ogni altro caso, a mezzo lettera raccomandata o telefax presso la sede dell'impresa o la residenza del creditore, un avviso contenente la data di convocazione dei creditori, la proposta del debitore, il decreto di ammissione, il suo indirizzo di posta elettronica certificata, l'invito ad indicare un indirizzo di posta elettronica certificata, le cui variazioni e' onere comunicare al commissario. Nello stesso avviso e' contenuto l'avvertimento di cui all'articolo 92, primo comma, n. 3). Tutte le successive comunicazioni ai creditori sono effettuate dal commissario a mezzo posta elettronica certificata. Quando, nel termine di quindici giorni dalla comunicazione dell'avviso, non e' comunicato l'indirizzo di cui all'invito previsto dal primo periodo e nei casi di mancata consegna del messaggio di posta elettronica certificata per cause imputabili al destinatario, esse si eseguono esclusivamente mediante deposito in cancelleria. Si applica l'articolo 31-bis, terzo comma, sostituendo al curatore il commissario giudiziale1. Quando la comunicazione prevista dal comma precedente è sommamente difficile per il rilevante numero dei creditori o per la difficoltà di identificarli tutti, il tribunale, sentito il commissario giudiziale, può dare l'autorizzazione prevista dall'art. 126. Se vi sono obbligazionisti, il termine previsto dall'art. 163, primo comma, n. 2, deve essere raddoppiato. In ogni caso l'avviso di convocazione per gli obbligazionisti è comunicato al loro rappresentante comune. Sono salve per le imprese esercenti il credito le disposizioni del Regio decreto-legge 8 febbraio 1924, n. 136. [1] Comma sostituito dall'articolo 17, comma 1, lettera q), del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179. Per l'applicazione del presente comma vedi quanto disposto dai commi 4 e 5 del medesimo articolo 17. InquadramentoL'art. 171 l.fall. fissa in capo al commissario giudiziale duplice obbligo: il primo lo impegna a verificare previamente l'elenco dei creditori e dei debitori sulla scorta delle scritture contabili presentate a norma dell'art. 161, apportandovi le necessarie rettifiche; il secondo gli ascrive l'incombenza di effettuare comunicazione ai creditori della data di convocazione, della proposta del debitore, del decreto di ammissione e di altri dati reputati salienti. Il primo compito è strumentale al secondo, entrambi sono funzionali alla preparazione dell'adunanza dei creditori, quale momento cruciale della fase deliberativa sulla proposta concordataria. Invero, il commissario si occupa, infatti, di identificare, in base alle scritture contabili (che non costituiscono più corredo indefettibile della domanda di concordato), i creditori legittimati a prendere parte alla «discussione» (art. 175), quindi, eventualmente, ad esprimere il proprio voto. Completata la «revisione» degli elenchi, il commissario potrà procedere alla comunicazione – ora tendenzialmente «telematica» (a mezzo pec) – ai creditori di un avviso contenente le informazioni essenziali sulla pendenza, la natura, il corso ulteriore della procedura concordataria intrapresa («la data di convocazione dei creditori, la proposta del debitore, il decreto di ammissione, il suo indirizzo di posta elettronica certificata, l'invito ad indicare un indirizzo di posta elettronica certificata»). Verifica e rettifica dell'elencoLa verifica dell'elenco dei creditori e dei debitori prevista al comma 1 dell'art. 171 si compendia in una operazione unilaterale di riscontro della coerenza fra crediti esposti e crediti documentati, passività messe in mostra e passività reali. All'uopo, l'organo commissariale si avvarrà delle scritture contabili, dando avvio, in tal modo, all'espletamento del proprio «mandato» di controllo e sorveglianza. Il commissario procederà sulla scorta delle scritture contabili. Posto che l'art. 161 non prevede più che il relativo deposito si accompagni indefettibilmente alla presentazione del ricorso, sarà il commissario, laddove il debitore non vi abbia comunque, spontaneamente, provveduto, a sollecitare l'ostensione delle scritture contabili che gli appaiano necessarie ai fini dell'assolvimento del compito ora in commento. Ovviamente, non essendo prevista in ambito concordatario un'attività di verifica giurisdizionale dei crediti (v. diffusamente sub art. 176), al commissario è demandato un accertamento di carattere meramente «amministrativo», quindi idoneo ad identificare i creditori in funzione del prosieguo della procedura, ma suscettibile di lasciare inalterato l'accertamento, in sede ordinaria, dei rapporti di credito-debito. Il commissario dovrebbe limitarsi ad emendare l'elenco dagli errori materiali e di calcolo, rimanendo escluso ogni potere decisorio (v. Cass. n. 11192/1993; Cass. n. 4446/1993). Certamente, l'analisi commissariale di cui al comma 1 potrà fin da subito permettergli di appurare e segnalare – ai fini della revoca dell'ammissione (art. 173) – se siano state esposte passività inesistenti o dolosamente omesse ostensioni di crediti. In virtù degli esiti della propria attività di identificazione e di raffronto, il commissario si incaricherà di avvisare i creditori legittimati a discutere sulla proposta, cominciando ad adempiere, per in tal guisa, alla propria essenziale funzione informativa. Avviso ai creditoriIl comma 2 è volto a preservare ab initio l'opportunità della formazione di un consenso informato dei creditori. Non a caso a costoro vanno comunicati, in uno con la data dell'adunanza, sia la proposta del debitore che il decreto di ammissione. La proposta, nell'ottica della massima informazione, andrà comunicata, almeno in via tendenziale, integralmente, anziché per estratto. Del resto poco cambia sul piano pratico, ove si consideri che, nella generalità dei casi e salve ipotesi residuali, si farà ricorso al mezzo informatico e al documento dematerializzato. Il d.l. n. 179/2012 ha apportato una articolata modifica al comma in questione, che risponde semplicemente all'esigenza di rendere possibili nell'immediato e di implementare nel brevissimo periodo le comunicazioni telematiche. Tre le regole all'uopo espresse: la comunicazione summenzionata avviene presso la sede dell'impresa (o presso la residenza se il creditore è persona fisica) mediante l'invio di pec, se il relativo indirizzo compare nel registro delle imprese o nell'indice nazionale; solo in ipotesi in cui detta pec non figuri nel registro o nell'incide si ricorrerà – come nel passato – al fax o alla lettera raccomandata, che assumono perciò dimensione rigorosamente residuale; l'invito a comunicare un indirizzo pec, con l'avvertimento che, in mancanza di riscontro nel termine di quindici giorni, le successive notifiche verranno effettuate, in ogni caso, mediante deposito in cancelleria. Nel tentativo di omogeneizzare il sistema concorsuale sul versante delle comunicazioni informatiche e di dare circolarità e coerenza al sistema, il legislatore ha richiamato, proprio con riguardo al contenuto dell'avvertimento anzidetto, l'art. 92, comma 1, n. 3), che un avvertimento analogo disciplina in ambito fallimentare. Creditori numerosi Il terzo comma della norma in commento prevede che, in ipotesi di creditori in numero rilevante, si possano applicare le forme di comunicazione di cui all'art. 126 l.fall., ossia veicolare le informazioni previste dall'art. 171, non già attraverso comunicazioni singolarmente indirizzate ai creditori medesimi, ma mediante il pubblicazione di un avviso erga omnes su uno o più quotidiani a diffusione nazionale o locale (v. Cass. n. 362/1998 che esclude il ricorso alle forme alternative nei casi di impossibilità di accertamento dei recapiti). Un ricorso alla pubblicazione sui giornali, anziché ai normali avvisi, appare essenziale anche in ipotesi di accesso al concordato da parte dell'imprenditore individuale, i cui crediti personali non sono, del resto, annoverati nelle scritture contabili. Avviso agli obbligazionistiQualora fra i creditori da avvisare vi siano obbligazionisti, il comma 4 della norma in commento prevede il «raddoppio» del termine di cui all'art. 163, n. 2 («non oltre centoventi giorni» dal decreto di ammissione). Ne deriva che la convocazione dei creditori avverrà ad una data non inferiore a duecentoquaranta giorni dall'apertura del procedimento concordatario. Il che trova una sua agevole spiegazione sol che si consideri che, ai fini della deliberazione sulla proposta di concordato, l'assemblea degli obbligazionisti provvede, ai sensi dell'art. 2415, n. 3, c.c., con le maggioranze previste per l'assemblea straordinaria. Dunque, si tratta di un allungamento dei tempi semplicemente volto a consentire agli obbligazionisti di deliberare. Qualora gli obbligazionisti non addivengano alla nomina di un rappresentante comune la domanda di concordato non può essere chiaramente sanzionata d'inammissibilità, sia in quanto una simile causa non è prevista negli artt. 160 e 161, sia in quanto sarebbe aberrante far ripercuotere sul debitore un'inerzia o un'omissione altrui. Piuttosto, la proposta diviene allo stato non procedibile, venendo in rilievo l'obbligo per gli obbligazionisti di provocare la nomina del rappresentante ai sensi dell'art. 2447 c.c. Laddove, pure dietro sollecito commissariale, ciò non avvenga ognuno parteciperà al concordato in proporzione al credito. Ovviamente, non potendosi celebrare un'adunanza «in due puntate», il termine si dovrà estendere a beneficio di tutti i creditori. Avviso alle imprese esercenti il creditoIl quinto ed ultimo comma dell'art. 171 fa salve per le imprese esercenti il credito le regole di cui al r.d. n. 136/1924. Benché la normativa sia sul punto empiricamente disapplicata, in linea puramente astratta ne deriva che il tribunale può, in ragione dell'esorbitante numero di creditori che normalmente si registra nell'ambito in questione, abdicare alla convocazione dei creditori, quindi procedere alla nomina di una delegazione composta da tre creditori selezionati fra quelli con maggiore competenza in materia bancaria; detta delegazione si occuperà dell'esame della domanda di concordato e della relazione commissariale. I creditori dissenzienti potranno, nondimeno, opporsi al concordato. BibliografiaAmbrosini, Il concordato preventivo e gli accordi di ristrutturazione dei debiti, in Cottino (diretto da), Trattato di diritto commerciale, Bologna, 2008; Armeli, Commento sub art. 171 l.f. in Cavallini (diretto da), Commentario alla legge fallimentare, Milano, 2010; Brenca, Il commissario giudiziale: convocazione dei creditori. Relazione e stima, in Fauceglia-Panzani (diretto da), Fallimento ed altre procedure concorsuali, III, Milano, 2009; Conca, Commento sub art. 171 l.f., in Comm. Jorio-Fabiani, 2007; De Marchi-Giacomazzi, Il ruolo del commissario giudiziale, Le procedure concoorsuali, Milano, 2008; Fabiani-Nardecchia, Formulario commentato della legge fallimentare, Milano, 2007; Pacchi, Il concordato preventivo, in Didone (a cura di), Le riforme della legge fallimentare, Milano, 2009. |