Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 205 - Relazione del commissario.

DOMENICA CAPEZZERA

Relazione del commissario.

 

L'imprenditore o, se l'impresa è una società o una persona giuridica, gli amministratori devono rendere al commissario liquidatore il conto della gestione relativo al tempo posteriore all'ultimo bilancio.

Il commissario è dispensato dal formare il bilancio annuale, ma deve presentare alla fine di ogni semestre all'autorità che vigila sulla liquidazione una relazione sulla situazione patrimoniale dell'impresa e sull'andamento della gestione accompagnata da un rapporto del comitato di sorveglianza. Nello stesso termine, copia della relazione e' trasmessa al comitato di sorveglianza, unitamente agli estratti conto dei depositi postali o bancari relativi al periodo. Il comitato di sorveglianza o ciascuno dei suoi componenti possono formulare osservazioni scritte. Altra copia della relazione e' trasmessa, assieme alle eventuali osservazioni, per via telematica all'ufficio del registro delle imprese ed e' trasmessa a mezzo di posta elettronica certificata ai creditori e ai titolari di diritti sui beni1 (A).

 

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(A) In riferimento al presente articolo vedi: Circolare Ministero dello Sviluppo economico 01 agosto 2014, n. 140030.

[1] Comma modificato dall'articolo 17, comma 1, lettera u), del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179. Per l'applicazione del presente comma vedi quanto disposto dai commi 4 e 5 del medesimo articolo 17.

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 205, comma 2, l.fall. (come modificato, da ultimo, dall'art. 17, comma 1, lett. u, D.L. n. 179/2012, conv., con modif., dalla l. n. 221/2012), il commissario è dispensato dal formare il bilancio annuale ma deve presentare all'autorità che vigila sulla liquidazione, alla fine di ogni semestre, una relazione sulla situazione patrimoniale dell'impresa e sull'andamento della gestione accompagnata da un rapporto del comitato di sorveglianza (cfr. Cass. I, n. 27777/2008, in tema di diritto di impugnazione da parte dei soci del bilancio finale di liquidazione).

Nell'esercizio di questa attività di rendicontazione e informazione, si ritiene che il commissario non sia investito di poteri inquisitori (Fabiani-Nardecchia, 1961).

Nella prospettiva di un'ideale passaggio di consegne e per facilitare il compito del commissario nell'attività di rendicontazione aggiornata sullo stato della procedura all'autorità che esercita la vigilanza, è previsto (art. 205, comma 1, l.fall.) che l'imprenditore e/o gli amministratori della società rendano il conto della gestione nel periodo successivo alla chiusura dell'ultimo bilancio approvato.

La relazione, per l'attivo, deve indicare le disponibilità liquide ricavate dalle vendite e i beni non ancora liquidati con il valore di possibile realizzo. I debiti devono essere iscritti secondo il grado di privilegio; sono poi indicati i crediti in tutto o in parte già soddisfatti.

Inoltre, ai sensi dell'art. 204 l.fall., il commissario liquidatore procederà all'esecuzione di «tutte le operazioni della liquidazione secondo le direttive dell'autorità che vigila sulla liquidazione, e sotto il controllo del comitato di sorveglianza».

La riforma della crisi d'impresa e dell'insolvenza (d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14)

Per il commento v. sub art. 194.

Bibliografia

Fabiani – Nardecchia, Legge fallimentare, Milano, 2014.

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