Regio decreto - 16/03/1942 - n. 267 art. 231 - Coadiutori del curatore.InquadramentoLa mancata richiesta del parere del comitato dei creditori imposto dall'art. 32, secondo comma l.fall., non è causa di nullità assoluta della nomina del coadiutore del curatore, ma ne determina solo l'invalidità, con la conseguenza che, non esperito il reclamo, il provvedimento di nomina e tutti gli atti successivi che ad esso si ricollegano restano sanati e conservano piena efficacia. Conseguentemente, il coadiutore del curatore la cui nomina da parte del giudice delegato non sia stata preceduta dalla richiesta del parere del comitato dei creditori, è soggetto qualificato alla commissione del reato proprio di interesse privato negli atti del fallimento, previsto dagli artt. 231 e 228 l.fall. (Cass. pen. V, n. 4173/1994). Per effetto del rinvio operato dalla norma, la responsabilità per i reati di cui agli artt. 228, 229 e 230 si estende alle persone che coadiuvano il curatore nell'amministrazione del fallimento, come previsto dall'art. 32 al cui commento si rimanda. Anche i soggetti in questione esercitano, sia pure temporalmente o con limitazioni ai singoli atti, una pubblica funzione loro affidata dagli organi fallimentari. BibliografiaV. sub art. 230 |