Deposito telematico e attestazioni di conformità: il Tribunale di Pesaro rivede il proprio orientamento
21 Gennaio 2016
Con ordinanza del 10 giugno 2015, il Tribunale di Pesaro aveva ritenuto inefficace dal punto di vista telematico l'atto di pignoramento presso terzi a causa del mancato deposito, nei trenta giorni previsti dall'art. 543 comma 4 c.p.c., della relativa attestazione di conformità. Con la sentenza n. 42 del 19 gennaio 2016, lo stesso Tribunale ha rivisto il proprio orientamento. Nel caso in esame, infatti, a seguito della notifica dell'atto di pignoramento presso terzi con citazione a comparire all'udienza, sia la parte procedente che quella esecutata sono comparse in giudizio ed è stata depositata la dichiarazione di debito resa dal terzo pignorato. Di conseguenza, deve ritenersi che l'atto di pignoramento abbia raggiunto lo scopo al quale era diretto e che sia legittima la contestuale istanza di assegnazione delle somme pignorate. Ciò in conformità all'orientamento giurisprudenziale formatosi nell'interpretazione dell'art. 1 l. 7 giugno 1993, n. 183 (in particolare Cass., sez. II, sent., 15 marzo 2010, n. 6237) secondo cui «il difetto di conformità all'originale della copia teletrasmessa, idonea a tradursi nella nullità dell'atto, resta tuttavia sanato, ai senso dell'art. 156 comma 2 c.p.c., ove il ricorrente abbia comunque potuto replicare al contenuto degli stessi, dovendosi ritenere che, nonostante le irregolarità della trasmissione, l'atto abbia raggiunto lo scopo cui era destinato». Il Tribunale di Pesaro, infine, dichiara inammissibile l'eccezione di inefficacia del pignoramento ex art. 543 comma 4 c.p.c. in quanto formulata nei trenta giorni decorrenti dalla data di restituzione dei titoli al procedente, periodo in cui era ancora possibile il deposito dell'originale di notifica o della sua copia conforme. Risulta, quindi, assorbita la questione circa la sanzione applicabile in caso di deposito di copia dell'originale dell'atto di citazione priva della dichiarazione di conformità. |