PPT: l'istanza di riesame non può essere notificata via PEC
05 Aprile 2016
Il caso. Il Tribunale della Libertà di Firenze ha dichiarato inammissibile la richiesta di riesame ex art. 309 c.p.p. formulata a mezzo PEC dal difensore dell'imputata, considerandola non ritualmente proposta. Avverso l'ordinanza, l'avvocato ha presentato ricorso per cassazione.
Sono consentite notifiche tramite PEC solo a persona diversa dall'imputato. Richiamando il proprio consolidato orientamento, la Cassazione precisa che l'uso della PEC non è consentito né alle parti private per effettuare comunicazioni e notificazioni, né al PM per le impugnazioni cautelari, tenendo conto che, in quest'ultimo caso, le modalità di presentazione e spedizione dell'impugnazione previste dall'art. 583 c.p.p. sono tassative e non ammettono equipollenti. Al fine di garantire l'autenticità della provenienza e la ricezione dell'atto, è ammissibile solo la sua spedizione mediante lettera raccomandata o telegramma mentre l'uso della PEC è consentito, a partire dal 15 dicembre 2014, solo per le notifiche a persona diversa dall'imputato.
Le notifiche via PEC sono solo integrazione del regime ordinario di notifica. Allo stato attuale l'uso della PEC come strumento di notificazione si pone «come alternativa privilegiata rispetto alle comunicazioni telefoniche, telematiche e via telefax attualmente consentite, in casi determinati e nei confronti di specifiche categorie di destinatari», integrando l'ordinario regime di notifica. In particolare, si tratta, ad esempio, delle comunicazioni richieste al PM ex art. 151 c.p.p. o delle notificazioni e avvisi ai difensori disposte dall'Autorità giudiziaria “con mezzi tecnici idonei” ex art. 148, comma 2-bis, c.p.p..
Il principio di tassatività delle forme di presentazione delle impugnazioni non è superabile dal CAD. La Suprema Corte, infine, non condivide il richiamo effettuato dal ricorrente alla disciplina normativa della PEC (art. 27 l. n. 3/2003 e d.lgs. 82/2005), inestensibile alle modalità di proposizione delle impugnazioni in sede processuale penale, e alla possibilità di trasmettere atti difensivi a mezzo telefax, riguardante solo il deposito di memorie o richieste delle parti ex art. 121 c.p.p.. Il principio di tassatività delle forme di presentazione delle impugnazioni (artt. 582 e 583 c.p.p.), applicabile anche a quelle cautelari, non è superabile nemmeno dal disposto dell'art. 48 d.lgs. n. 82/2005 che equipara la trasmissione di un documento informatico tramite PEC alla notificazione a mezzo posta. Tale norma, infatti, fa salva la specialità della disciplina di settore ed equipara i due sistemi come altrettanti “mezzi di notificazione”, attribuendovi «il valore di un meccanismo di conoscenza legale dell'atto notificato da parte del destinatario, ma non anche l'effetto legale della certezza dell'identificazione dell'autore». In conclusione, quindi, le uniche alternative alla presentazione personale dell'atto di impugnazione consistono nella spedizione con telegramma o con raccomandata accompagnata dall'autentica della sottoscrizione della parte privata. Per questi motivi, la Cassazione rigetta il ricorso. |