Atto di costituzione avvocato
02 Febbraio 2016
Scheda riassuntiva
Dati e documenti necessari:
L'atto di costituzione avvocatosi basa sullo schema specifico predisposto dal Ministero. Tutti i redattori, propongono questo tipo di atto già nell'elenco degli atti depositabili nei registri relativi alle Esecuzioni Mobiliari e Immobiliari e Procedure concorsuali. Per redazione dell'atto si procede con la selezione del Registro, del Rito, dell'Ufficio giudiziario di destinazione, del numero di RG (numero e anno) del fascicolo su cui si vuole depositare che deve essere presente nei registri informatici della cancelleria, quindi già iscritto a ruolo. Anche in questo caso è previsto l'inserimento della segnalazione d'urgenza da inviare all'operatore di cancelleria, il quale vedrà visualizzata nel suo sistema un'indicazione riferita al deposito con la presenza di una campanella.
Inserimento dati delle parti e associazione Parte rappresentata /Avvocato
L'inserimento dei dati delle parti del procedimento varia a seconda del tipo di atto telematico che si sta realizzando e del tipo di redattore. Nel caso di Atto di Costituzione Avvocato è necessario indicare almeno un soggetto, in questo caso tipizzato come Controparte cioè il soggetto che ricorre ad esempio al Giudice delle Esecuzioni in opposizione ad un procedimento esecutivo.
Le regole ministeriali prevedono come dati obbligatori per le Anagrafiche dei partecipanti, l'indicazione della “Natura giuridica” da selezionarsi dall'apposita tabella fornita dal Ministero e la Denominazione o Cognome e Nome del soggetto se persona fisica, il codice fiscale. Ogni altro elemento di norma mostrato nelle schede dei redattori è opzionale.
Una volta inserite le anagrafiche, si procede con l'associazione tra Avvocato depositante e Parte rappresentata. Sarà quindi richiesto di inserire o confermare se già presenti, i dati del difensore, cioè dell'avvocato che effettua il deposito ed eventualmente di verificarne i dati del domicilio eletto per il procedimento.
Come passaggio conclusivo della raccolta dati, alcuni redattori presentano un'ulteriore scelta sul tipo di deposito tra: - Costituzione avvocato - Sostituzione procuratore (richiede ulteriore inserimento di un codice fiscale) - Deposito mandato (solo nel caso di costituzione nelle procedure concorsuali)
Alcuni redattori propongono in questa fase una finestra di controllo nella quale vengono visualizzate le informazioni su eventuali errori o incongruenze derivanti dal caricamento dei dati. In tal caso è sempre possibile tornare indietro e correggere l'errore segnalato. Inserimento Atto principale e Allegati semplici e specifici
A questo punto è necessario procedere con l'importazione dell'ATTO PRINCIPALE che ricordiamo può essere scritto con qualsiasi programma di video scrittura ma obbligatoriamente salvato in formato .pdf testo, quindi in nessun modo deve essere in altro formato o ottenuto da una scansione di un documento cartaceo.
La Procura alle liti ai sensi dell'art. 83, comma 3, c.p.c. è ottenuta dalla scansione del documento cartaceo su cui sono presenti le firme della parte rappresentata e dell'avvocato per autentica.
Gli eventuali altri allegati, provenienti da scansioni di documenti cartacei o copie di documenti digitali ricevuti dalla controparte. Per questi ultimi, ad esempio titolo, precetto e pignoramento, non sarà necessario procedere all'attestazione di conformità.
In base al tipo di redattore utilizzato, i documenti possono essere prelevati da un eventuale fascicolo in precedenza creato, da cartelle presenti sul proprio computer o creati contestualmente tramite l'attivazione di programmi di video scrittura.
È bene prestare attenzione al nome dato ad ogni documento durante la fase di salvataggio; infatti il nome non deve contenere caratteri speciali (+ - & % £ $, ecc.), lettere accentate o punteggiatura (ovviamente fatto salvo il punto che precede l'estensione del documento, ad esempio .pdf oppure .txt) e non può essere più lungo di 100 caratteri compresa l'estensione.
N.B.: Nel caso in cui venga selezionato un documento di tipo .doc o docx e si disponga sul proprio PC di Microsoft Office Word vers. 2007 o superiore, alcuni redattori come ad esempio Cliens, provvederanno automaticamente a convertire il documento, in formato pdf testo.
È bene ricordare che gli allegati .msg o .eml relativi a messaggi PEC non devono essere mai rifirmati dal depositante poiché contengono già la firma digitale apposta dal gestore PEC che le ha emesse. Una eventuale ulteriore firma ne impedirebbe la corretta ricezione lato cancelleria con conseguente possibile errore e rifiuto del deposito.
Firma dei documenti
Terminata la raccolta dei documenti si procede con l'apposizione della firma digitale, in questo caso obbligatoriamente, sull'Atto Principale, sull'attestazione di conformità (se creata su documento separato sempre come pdf testo), sul datiatto.xml.
Prima di procedere è bene controllare che il dispositivo di firma digitale dell'avvocato che sta effettuando il deposito, sia già stato in correttamente installato e configurato e, in caso di smart card o token USB, collegato al PC.
A seconda del tipo di redattore utilizzato sarà possibile firmare i documenti singolarmente o a gruppi, utilizzando la propria smart card o sistemi di firma remota basati su OTP (password temporanea). In questo secondo caso, salvo che non stia già utilizzando un redattore via web, sarà necessario accertarsi di essere connessi ad Internet.
In base al tipo di dispositivo di firma utilizzato, verrà mostrata la richiesta di inserimento del PIN della smart card.
oppure di quello temporaneo generato dal sistema OTP e le relative credenziali
Le operazioni di firma hanno un tempo variabile dipendente dal sistema utilizzato, dal numero dei documenti da firmare e dalla loro dimensione. Completata la fase di firma verrà mostrato per ogni documento firmato digitalmente il codice fiscale del firmatario.
Di norma al termine del processo di firma dei vari documenti, resta ancora possibile intervenire per eliminarne la firma e/o visualizzare ogni singolo documento, rispettivamente utilizzando le funzioni messe a disposizione dal proprio redattore.
Alcuni redattori propongono in una fase separata, la firma del file di riepilogo informazioni denominato datiatto.xml, mostrando anche il riepilogo dei dati del deposito.
Creazione busta e spedizione atto via PEC
L'ultimo passaggio vede la creazione della busta (in questa fase viene realizzato il messaggio cifrato, il cosiddetto atto.enc, che sarà incluso come allegato al messaggio PEC inviato alla casella dell'ufficio giudiziario). Alcuni redattori, richiedono da parte dell'utente, l'attestazione di presa visione e conformità tra atto principale e dati raccolti (datiatto.xml) senza la quale non è possibile procedere.
Arrivati a questo punto, si procede con l'invio vero e proprio che può attivarsi o direttamente dall'interno del redattore utilizzato o attraverso il richiamo di un programma di posta elettronica esterno (come ad esempio Ms Outlook o Thunderbird). In questo caso è bene ricordare che il contenuto dell'oggetto del messaggio PEC deve sempre iniziare con la parola DEPOSITO seguito da uno spazio e il testo che identifica il deposito stesso ad esempio “DEPOSITO Richiesta esecutorietà Tizio/Caio”.
Il tempo necessario al completamento della spedizione della busta può variare a seconda delle dimensioni del messaggio PEC finale e delle performance della connessione internet utilizzata (attenzione in questo caso si andrà ad utilizzare la banda in “upload”, caricamento, che di norma è di gran lunga inferiore come capacità rispetto a quella utilizzata per scaricare i contenuti del web) e può quindi variare da pochi secondi a diversi minuti. Al termine di questa fase viene restituito un messaggio di conferma di avvenuto invio, che vuol dire che il messaggio è stato inoltrato correttamente al proprio gestore PEC e di conseguenza sarà controllato e spedito.
Da questo momento si innescherà il flusso dei messaggi PEC di risposta che prevede: - La ricevuta di Accettazione (RAC) che identifica la presa in carico e la spedizione del messaggio da parte del proprio gestore PEC. - La ricevuta di Avvenuta Consegna (RDAC) che attesta il ricevimento del messaggio da parte del gestore PEC del destinatario. - L'esisto dei controlli automatici quale risultato dei controlli effettuati dal sistema ministeriale sulla busta depositata. - L'esito dell'Accettazione quale risultato dell'intervento manuale del cancelliere. Attenzione!!! Indipendentemente dall'esito positivo o negativo quindi dell'accettazione o rifiuto del deposito, l'oggetto del messaggio PEC ricevuto, non cambia. È quindi fondamentale aprire sempre il messaggio e controllarne il contenuto.
Nel caso in cui non si dovesse ricevere il primo dei messaggi di posta, cioè quello di Accettazione nei normali tempi di risposta, oltre i 10 minuti, è bene controllare come prima cosa che la propria casella PEC non abbia raggiunto la massima capienza (casella piena). Se si verifica questa situazione, il proprio gestore PEC risulterebbe impossibilitato ad inoltrare il messaggio al destinatario, senza però riuscire ad avvisare il mittente. In altri casi contattare il proprio gestore PEC. Se invece non pervengono gli Esisti dei controlli Automatici e/o dell'Accettazione, controllare che non vi siano segnalazioni di interventi di manutenzione in corso da parte del Ministero della Giustizia e in particolare sul distretto a cui si riferisce l'ufficio giudiziario di destinazione. In questi casi è sempre bene prendere contatto la relativa cancelleria prima di effettuare un nuovo deposito, soprattutto se si tratta del deposito di un atto introduttivo.
Oltre ai casi sopra descritti possono verificarsi ulteriori situazioni come la Mancata Accettazione o Mancata Consegna che possono essere dovute a situazioni diverse quali la rilevazione di virus nel messaggio inviato, indirizzo di destinazione non valido, casella del destinatario piena, ecc.
In caso di accettazione, la cancelleria invierà una comunicazione PEC strutturata come il seguente esempio:
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