L'inammissibilità del ricorso incidentale condizionato proposto dalla parte totalmente vittoriosa

Caterina Costabile
02 Marzo 2017

Il ricorso incidentale per cassazione, anche se qualificato come condizionato, presuppone la soccombenza e non può, quindi, essere proposto dalla parte che sia risultata completamente vittoriosa nel giudizio di appello.
Massima

Il ricorso incidentale per cassazione, anche se qualificato come condizionato, presuppone la soccombenza e non può, quindi, essere proposto dalla parte che sia risultata completamente vittoriosa nel giudizio di appello.

Il caso

Tizio conveniva il Comune C. in giudizio per ottenere il pagamento del corrispettivo di un incarico professionale svolto in favore dell'ente territoriale.

Il Tribunale accoglieva la domanda, mentre la Corte di Appello – in accoglimento del gravame proposto dal Comune C. – rigettava la domanda attorea.

Avverso la sentenza della Corte di Appello proponevano ricorso per cassazione gli eredi di Tizio, cui replicava il Comune con controricorso, contenente anche ricorso incidentale.

Fissata l'udienza, veniva depositato in cancelleria atto di rinuncia al ricorso principale nel quale le parti ricorrenti affermavano di non avere più interesse a coltivare il ricorso, stante il decesso del loro dante causa, chiedendo la compensazione delle spese di giudizio.

La questione

La questione esaminata dalla Cassazione afferisce all'ammissibilità del ricorso incidentale condizionato proposto dalla parte che sia rimasta completamente vittoriosa nel giudizio di appello.

Le soluzioni giuridiche

Il ricorso incidentale condizionato può essere definito come lo strumento utilizzabile dalla parte che, pur essendo totalmente vincitrice nel merito, voglia, subordinatamente all'accoglimento o quanto meno alla fondatezza del ricorso principale, riproporre questioni di carattere pregiudiziale o preliminare decise, anche implicitamente, in senso sfavorevole dal giudice a quo, al fine di evitare che dette questioni non possano essere riesaminate dall'eventuale giudice del rinvio.

L'ammissibilità di questo tipo di gravame è strettamente connessa al tema della soccombenza e dell'interesse all'impugnazione. Invero, l'istituto in questione ha come presupposto la soccombenza, cosicché è inammissibile il ricorso proposto dalla parte che sia rimasta completamente vittoriosa nel giudizio di appello, proposto al solo scopo di risollevare questioni che non sono state decise dal giudice di merito perché assorbite dall'accoglimento di altra tesi. Nel giudizio di cassazione risulta, pertanto, inammissibile il ricorso incidentale, ancorché condizionato, proposto dalla parte totalmente vittoriosa (Cass. civ., sez. I, 7 marzo 2016, n. 4472).

La Cassazione ha al riguardo chiarito che il ricorso incidentale condizionato con il quale la parte vittoriosa sollevi questioni che il giudice di appello non abbia deciso in senso a essa sfavorevole, avendole ritenute assorbite, non è ammissibile in quanto tali questioni, in caso di accoglimento del ricorso principale, possono essere riproposte davanti al giudice di rinvio (Cass. civ., sez. trib., 15 gennaio 2016, n. 574; Cass. civ., sez. II, 31 ottobre 2014, n. 23283).

Sotto un profilo più generale occorre, peraltro, ricordare che la parte vittoriosa non deve riproporre le questioni che il giudice di appello non abbia deciso in senso a lei sfavorevole, avendole ritenute assorbite, neppure con il controricorso - non essendo applicabile al giudizio di cassazione la norma dell'art. 346 c.p.c. - ma, qualora venga cassata la sentenza impugnata, potrà far valere nuovamente le stesse, rimaste impregiudicate innanzi al giudice del merito (Cass. civ., sez. II, 24 gennaio 2011, n. 1566; Cass. civ., sez. II, 13 marzo 2006, n. 5401).

Le Sezioni Unite si sono, peraltro, espresse a favore del condizionamento de jure del ricorso incidentale statuendo che, anche alla luce del principio costituzionale della ragionevole durata del processo - secondo cui fine primario di questo è la realizzazione del diritto delle parti ad ottenere risposta nel merito -, il ricorso incidentale proposto dalla parte totalmente vittoriosa nel giudizio di merito, che investa questioni pregiudiziali di rito, ivi comprese quelle attinenti alla giurisdizione, o preliminari di merito, ha natura di ricorso condizionato, indipendentemente da ogni espressa indicazione di parte (Cass. civ., sez. Un., 25 marzo 2013, n. 7381).

Le Sezioni Unite hanno, inoltre, stabilito che il ricorso incidentale condizionato, che investa questioni pregiudiziali processuali o preliminari di merito, deve essere esaminato con priorità qualora le questioni pregiudiziali di rito o preliminari di merito, rilevabili d'ufficio, non siano state oggetto di decisione esplicita o implicita da parte del giudice di merito. Quando dette questioni abbiano invece già formato oggetto della pronuncia impugnata, il loro esame presuppone che la relativa impugnazione sia ammissibile, ma, per risultare tale, essa deve essere sorretta da un adeguato interesse della parte, riscontrabile solo nel caso in cui il ricorso principale si mostri fondato (Cass. civ., sez. Un., 3 marzo 2010, n. 5023; Cass. civ., sez. Un., 6 marzo 2009, n. 5456).

Giova ricordare che, con riferimento all'onere di proporre ricorso incidentale condizionato, la Cassazione ha chiarito che ove la sentenza impugnata dal ricorrente abbia risolto, anche per implicito, in senso sfavorevole alla parte vittoriosa una questione preliminare o pregiudiziale, l'intimato non può limitarsi a riproporre la stessa con il controricorso, ma ha l'onere di proporre ricorso incidentale con riferimento alla sua soccombenza teorica (Cass. civ., sez. VI, 14 aprile 2015, n. 7523).

Osservazioni

Nonostante la declaratoria di estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso principale, la sentenza in epigrafe affronta la questione dell'ammissibilità del ricorso incidentale condizionato proposto dalla parte completamente vittoriosa in quanto le Sezioni Unite, risolvendo un precedente contrasto giurisprudenziale, hanno statuito che il disposto dell'art. 334, comma 2, c.p.c. — secondo cui, ove l'impugnazione principale sia dichiarata inammissibile, l'impugnazione incidentale tardiva perde efficacia — non trova applicazione nell'ipotesi di rinuncia al ricorso principale in cassazione (Cass. civ., sez. Un., 19 aprile 2011, n. 8925).

Ciò in quanto, poiché la parte destinataria della rinuncia non ha alcun potere di opporsi all'iniziativa dell'avversario, l'ipotetica assimilazione di tale ipotesi a quelle dell'inammissibilità e dell'improcedibilità dell'impugnazione principale finirebbe per rimettere l'esito dell'impugnazione incidentale tardiva all'esclusiva volontà dell'impugnante principale. Del resto, la ratio dell'art. 334 va individuata nell'obiettivo di favorire il formarsi del giudicato, obiettivo che risulterebbe contrastato dal rischio per l'impugnante incidentale tardivo di veder vanificato l'esame da parte del giudice del proprio atto di impugnazione, sulla base di una insindacabile scelta in tal senso della controparte. L'esistenza del detto rischio finirebbe, dunque, per favorire il ricorso all'impugnazione incidentale tempestiva, dando così luogo ad un evidente contrasto con gli obiettivi perseguiti dalla norma.

Fa tuttavia eccezione l'ipotesi in cui, intervenuta rituale dichiarazione di rinuncia al ricorso principale per cassazione, il difensore del resistente, ricorrente incidentale tardivo, la sottoscriva "per accettazione", dovendosi ritenere che tale sottoscrizione esprima un'implicita dichiarazione di sopravvenuta carenza di interesse alla decisione dell'impugnazione incidentale, donde la necessità della declaratoria di inammissibilità della stessa (Cass. civ. sez. III, 6 agosto 2013, n. 18707).

Guida all'approfondimento
  • Benigni, Accordi preventivi di rinuncia alle impugnazioni e ricorso incidentale condizionato, in Giur. it., 2014, p. 81;
  • Cartuso, Rinuncia all'impugnazione principale ed effetti sull'incidentale tardiva, in Giusto processo civ., 2011, p. 823 ss.;
  • Izzo, Sui limiti del ricorso incidentale condizionato su questioni pregiudiziali di rito, in Giur it., 2009, p. 12 ss.;
  • Panzarola, Sul condizionamento de jure del ricorso incidentale per cassazione del vincitore nel merito, in Riv. dir. proc., 2010, 1, p. 188 ss

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