La giurisdizione sull'impugnazione dell'ipoteca fondata su crediti di natura tributaria e civile

Vito Amendolagine
23 Agosto 2017

L'impugnazione proposta dinanzi al giudice ordinario avverso l'iscrizione ipotecaria concernente una pluralità di pretese, alcune delle quali di natura tributaria ed altre invece di natura non tributaria, comporta che detto giudice deve trattenere la causa presso di sé in relazione alle cartelle relative ai crediti non tributari posti a fondamento del provvedimento impugnato.
Massima

L'impugnazione proposta dinanzi al giudice ordinario avverso l'iscrizione ipotecaria concernente una pluralità di pretese, alcune delle quali di natura tributaria ed altre invece di natura non tributaria, anziché separatamente, innanzi ai giudici diversamente competenti in relazione alla natura dei crediti posti a base dello stesso provvedimento, comporta che detto giudice deve trattenere la causa presso di sé in relazione alle cartelle relative ai crediti non tributari posti a fondamento del provvedimento impugnato ed all'eventuale domanda di risarcimento del danno, e rimettere la causa dinanzi al giudice tributario per la parte il cui provvedimento si riferisce a crediti di natura tributaria.

Il caso

Un avvocato impugna dinanzi al giudice ordinario l'iscrizione ipotecaria eseguita dal Concessionario delegato alla riscossione, chiedendone la riduzione della misura eccedente di un terzo l'importo del credito garantito, oltre al risarcimento del danno.

Il Concessionario si costituiva in giudizio eccependo il difetto di giurisdizione dell'autorità giudiziaria ordinaria in relazione alla natura tributaria dei crediti iscritti a ruolo.

La questione approda dinanzi alle Sezioni unite avendo proposto l'attore istanza per il regolamento di giurisdizione.

La questione

A quale giudice appartiene la giurisdizione dell'opposizione proposta avverso l'iscrizione ipotecaria eccessiva effettuata dal Concessionario delegato alla riscossione sui beni del debitore, per essere fondata in parte su crediti di natura tributaria ed in parte di natura civile?

Le soluzioni giuridiche

Le sezioni unite rilevato che l'art. 19, comma 1, lett. e-bis d.lgs. n. 546/1992 a seguito della modifica dovuta all'entrata in vigore dell'art. 35 comma 26 quinquies, del d.l. 4 luglio 2006, n.223, introdotto dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n.248, prevede che l'iscrizione dell'ipoteca è inclusa tra gli atti impugnabili dinanzi alle Commissioni Tributarie, senza alcuna specificazione in ordine alla natura del credito del quale costituisce garanzia, precisa che tale modifica non può essere intesa tout court a favore del giudice tributario nel caso di ricorso avverso l'iscrizione di ipoteca.

Pertanto, le Sezioni unite, con l'ordinanza in commento, anche dopo la citata modifica normativa che determina la competenza del giudice tributario avverso l'opposizione all'iscrizione di ipoteca, ha ritenuto di dare continuità all'orientamento giurisprudenziale che scinde la giurisdizione in base alla natura dell'atto posto a fondamento dell'iscrizione ipotecaria, essendo a tale fine irrilevante la tipologia di crediti che concorrono a costituire la soglia minima per la stessa iscrizione di ipoteca.

Pertanto, il giudice ordinario deve trattenere presso di sé la causa in relazione alle cartelle esattoriali relative a crediti non tributari posti a fondamento del provvedimento in questione ed alla relativa domanda risarcitoria, e rimetterla dinanzi al giudice tributario per la parte in cui il provvedimento impugnato si riferisce a cartelle esattoriali relative a crediti di natura tributaria.

Osservazioni

La sentenza in commento, conferma le conclusioni a cui era pervenuto lo stesso giudice di legittimità in altro precedente giurisprudenziale (Cass. civ., Sez. Un., 5 giugno 2008, n. 14831), riguardante l'impugnazione innanzi al giudice tributario di un preavviso di fermo di beni mobili registrati ai sensi dell'art. 86 del D.P.R. n. 602/1973, in relazione al pagamento di una cartella esattoriale relativa a contributi previdenziali per le assicurazioni sociali dei lavoratori dipendenti che non hanno natura tributaria.

La Cassazione, nella citata pronuncia, rilevato che per quanto riguarda il fermo amministrativo di beni mobili registrati, in tanto il giudice tributario può conoscere le relative controversie in quanto le stesse siano attinenti ad una pretesa tributaria, affermava il principio di diritto secondo cui la giurisdizione sulle suddette controversie, appartiene al giudice tributario ai sensi del combinato disposto di cui al D.Lgs. n. 546/1992, art. 2, comma 1 e 19, comma 1, lett. e-ter), solo quando il provvedimento impugnato concerna la riscossione di tributi, precisando che l'affermato principio di diritto non comporta conseguenze negative per l'ipotesi che il fermo di beni mobili registrati concerna una pluralità di pretese, solo alcune delle quali di natura tributaria.

Ciò premesso, i termini della quaestio juris non mutano nel caso dell'iscrizione di ipoteca legale, come si evince dalla serafica motivazione espressa nella sentenza in commento che su tale punto rinvia proprio al citato precedente giurisprudenziale.

Inserita l'ipoteca, al pari del fermo, tra gli atti impugnabili innanzi alle Commissioni tributarie, si è infatti affermata l'appartenenza delle relative controversie alla giurisdizione del giudice tributario, qualora i crediti garantiti dall'ipoteca abbiano natura tributaria (Cass. civ., Sez. Un., 5 marzo 2009, n. 5286).

In una simile ipotesi, qualora il ricorso non sia stato originariamente proposto innanzi al giudice competente in relazione alla specifica natura dei crediti posti a fondamento del provvedimento impugnato, opererebbe il principio della translatio iudicii che consente al processo, iniziato erroneamente, in parte od in tutto, davanti ad un giudice che non ha la giurisdizione necessaria, di potere continuare davanti al giudice effettivamente dotato di giurisdizione, onde dare luogo ad una pronuncia di merito che conclude la controversia, comunque iniziata, realizzando in modo più sollecito ed efficiente il servizio giustizia, costituzionalmente rilevante (v. Cass. civ., Sez. Un., 22 febbraio 2007, n. 4109).

E' questo un modo per assicurare il rispetto del principio del giusto processo senza forzare il dato costituzionale sull'ambito della giurisdizione tributaria.

L'applicazione della translatio iudicii rappresenta, infatti, una adeguata tutela del cittadino che deve avere la possibilità di ricorrere alle garanzie apprestate dall'ordinamento sul piano giurisdizionale attraverso un percorso lineare e privo di trappole formali, senza che tuttavia le esigenze di semplificazione e celerità del processo si convertano in una violazione dei limiti costituzionali.

In buona sostanza, il Collegio, con la pronuncia che si annota, ha quindi confermato l'orientamento preesistente in materia, in forza del quale, il giudice adito deve verificare se i crediti posti a fondamento del provvedimento oggetto di impugnazione siano di natura tributaria - ipotesi nella quale sussiste la giurisdizione del giudice tributario - o di natura non tributaria - ipotesi nella quale sussiste la giurisdizione del giudice ordinario - ed in esito a tale accertamento, affermerà o declinerà la propria giurisdizione, nel primo caso, trattenendo la causa per la decisione del merito, e, nel secondo caso, rimettendo la stessa, innanzi al giudice competente.

Tanto avverrà anche nell'ipotesi in cui il provvedimento impugnato concerna più crediti di diversa natura tributaria e non, giacchè in tale caso, il giudice adito separerà le cause, trattenendo quella per la quale egli ha giurisdizione e rimettendo la restante al giudice competente.

Tale principio del resto, era già stato confermato anche da una più recente giurisprudenza di legittimità (Cass. civ., Sez. Un., 7 luglio 2014, n. 15425).

Ciò ovviamente non toglie che il debitore potrà in ogni caso proporre originariamente l'impugnazione separatamente innanzi ai giudici diversamente competenti in relazione alla natura dei crediti posti a base del provvedimento di fermo contestato.

Un ultima nota si impone prima di chiudere la breve disamina che precede, ricordando la posizione espressa dalla Corte costituzionale con la nota pronuncia 14 marzo 2008, n. 64, in cui si è precisato che l'attribuzione alla giurisdizione tributaria di controversie non aventi natura tributaria comporta la violazione del divieto costituzionale di istituire giudici speciali.

Tale illegittima attribuzione può derivare, direttamente, da una espressa disposizione legislativa che ampli la giurisdizione tributaria a materie non tributarie ovvero, indirettamente, dall'erronea qualificazione di "tributaria" data dal legislatore o dall'interprete ad una particolare materia, come avviene, ad esempio, allorché si riconducano indebitamente alla materia tributaria prestazioni patrimoniali imposte di natura non tributaria.

Orbene, secondo il Giudice delle leggi, per valutare la sussistenza della violazione riferita all'art. 102, comma 2, Cost., occorre accertare se la controversia devoluta ai giudici tributari abbia o no effettiva natura tributaria, ed a tale fine, non si può prescindere dai criteri elaborati dalla stessa giurisprudenza costituzionale per qualificare come tributarie le entrate erariali, trattandosi di criteri che, indipendentemente dal nomen iuris utilizzato dalla normativa che disciplina tali entrate, consistono nella doverosità della prestazione e nel collegamento di questa alla pubblica spesa, con riferimento ad un presupposto economicamente rilevante.

Guida all'approfondimento
  • Voglino A., La giurisdizione sulle controversie sul fermo amministrativo e sull'iscrizione ipotecaria dopo lo scontato ma necessario verdetto della Suprema Corte, in Bollettino trib., 20, 2008, 1559.
  • Micali S., La giurisdizione delle commissioni tributarie sulle sole controversie aventi ad oggetto i tributi e la tendenza ad ampliare la nozione di tributo - I recenti orientamenti della Corte costituzionale e della Corte di cassazione, in Bollettino trib., 15-16, 2008, 1225.
  • Pellegrini S., La Corte costituzionale e la giurisdizione delle Commissioni tributarie, in Riv. dir. trib.,12, 2008, 636.

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