Aborto: la minore non compare in giudizio, autorizzazione negata

Redazione Scientifica
29 Giugno 2016

La minore deve comparire in giudizio per essere autorizzata dal Giudice Tutelare a decidere autonomamente in ordine all'interruzione della gravidanza. La mancata comparizione non consente al giudice di verificare se la stessa sia in grado di comprendere il significato e le conseguenze della propria scelta.

Il caso. A seguito della richiesta trasmessa dal Consultorio familiare al Tribunale di Mantova, avente ad oggetto l'interruzione volontaria della gravidanza avanzata da una minore, il Giudice Tutelare fissa un'udienza per verificare se tale scelta sia stata presa consapevolmente e in piena libertà morale. La minore non si presenta ed il Giudice respinge la domanda.

Il ruolo del Giudice Tutelare. Com'è ribadito da numerose pronunce della Corte Costituzionale, il compito del G.T., in tutti «i casi in cui l'assenso dei genitori o degli esercenti la tutela non sia o non possa essere espresso», è quello di autorizzare la minore a decidere in merito all'interruzione di gravidanza (ex art. 12 l. n. 194/1978), compito che «non può configurarsi come potestà codecisionale», essendo la decisione rimessa soltanto alla responsabilità della donna (C. Cost., ord. n. 76/1996).

Negata l'autorizzazione all'interruzione della gravidanza. La minore, però, non comparendo in udienza impedisce al Giudice di verificare se la stessa sia in grado di comprendere il significato e le conseguenze della propria scelta. Pertanto, la richiesta non può essere accolta, fermo restando la possibilità per la minore di presentare nuova istanza.

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