È incostituzionale negare la pensione di reversibilità alla madre separata, se riceve gli alimenti

Redazione Scientifica
06 Ottobre 2015

La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 60, commi 1 e 3, d.P.R., 23 dicembre 1978, n. 915 (Testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra) per la violazione del principio di uguaglianza, nella parte in cui subordinano il diritto alla pensione della madre del militare o del civile deceduto, che viva effettivamente separata dal marito, alla condizione del mancato ricevimento dallo stesso degli alimenti, anche nel caso in cui questi ultimi, aggiunti ad altri eventuali redditi diano luogo ad un ammontare non superiore al limite di reddito stabilito ai sensi dell'art. 70 dello stesso decreto.

La vicenda. Una donna ricorreva per l'accertamento del diritto alla metà della pensione privilegiata di reversibilità, in quanto madre di un giovane deceduto durante il servizio militare. La madre, separatasi poi dal marito, riceveva da questi un assegno di mantenimento.

Le autorità negavano alla donna il diritto a percepire la metà della pensione, già attribuita al padre del ragazzo, in applicazione del d.P.R., n. 915/1978, che disciplina il diritto alle pensioni indirette di guerra.

La questione giungeva, poi, avanti la Corte dei Conti, che sollevava la questione di legittimità costituzionale dell'art. 60, commi 1 e 3, d.P.R. n. 915/1978 in quanto in contrasto con gli artt. 3 e 29 Cost..

Perché la disposizione sarebbe incostituzionale?

  1. La violazione del principio di uguaglianza. Secondo il giudice rimettente, la disposizione impugnata, «subordinando il diritto al trattamento pensionistico di reversibilità della madre del militare (o del civile) deceduto, che viva separata dal marito, alla condizione che ella non riceva da questi gli alimenti, si pone in contrasto con i principi di eguaglianza e ragionevolezza sanciti dall'art. 3 Cost.. Si creerebbe, infatti, un irragionevole discriminazione della madre separata rispetto alla madre vedova».
  2. La disparità di trattamento tra i coniugi. La normativa predetta violerebbe altresì l'art. 29 Cost. in connessione con l'art. 3 Cost., «in quanto comporta un'irragionevole disparità di trattamento tra i coniugi e, in particolare, un deteriore trattamento della madre separata rispetto al marito, padre del militare deceduto».

La parola alla Consulta. Il d.P.R. n. 915/1978 pone, solo per la madre separata, come condizione alla pensione il mancato ricevimento degli alimenti da parte del marito. Quella che quindi si va a delineare è una chiara, ma soprattutto, ingiustificata discriminazione: la disparità di trattamento tra la madre separata e quella vedova – spiega la Corte Costituzionale - «non trova idonea giustificazione nella particolare natura del reddito derivante dall'assegno periodico alimentare (o di mantenimento) corrisposto dal coniuge».

Tale disciplina, inoltre, si fonda su una concezione dei rapporti familiari ormai superata: quello che si è andato ad affermare oggi è infatti il principio di parità tra i coniugi, sicché «l'origine del reddito non può costituire una valida ragione giustificativa della ravvisata disparità di trattamento» tra i coniugi separati.

Sulla base di tali motivi, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 60, comma 1 e 3, d.P.R. n. 915/1978.

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